P. Pizzaballa: grande attesa in Terra Santa per il viaggio del Papa in Libano, rafforzerà pace e ruolo dei cristiani
C’è grande attesa in tutto il Medio Oriente per il viaggio apostolico che il Papa compirà a settembre in Libano. Un’attesa che si è accresciuta con la pubblicazione del programma della visita, martedì scorso. Sull’importanza che questo evento rappresenta per tutti i cristiani della regione mediorientale, Alessandro Gisotti ha intervistato il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa:
R. - Qui, in Terra Santa, l’attesa è molto alta. Abbiamo già ricevuto tantissime richieste di partecipazione. Sappiamo che - a causa della situazione politica - non sarà facile ottenere i visti. Il Libano, per tutto il Medio Oriente cristiano, è un riferimento molto importante dal punto di vista culturale, anche per la vitalità della Chiesa. Per questo motivo tutti vogliono essere presenti. L’assemblea dei parroci, presieduta dal Patriarca, ha già deciso che il prossimo anno pastorale sarà proprio dedicato allo studio ed alla lettura in tutte le parrocchie, dell’Esortazione post-sinodale che il Papa presenterà. C’è fermento qui, grande fermento e grande attesa.
D. – C’è chiaramente una grande aspettativa per questa Esortazione, dopo un Sinodo così importante, come quello per il Medio Oriente di due anni fa…
R. – Sì, perché sarà la conclusione ed avrà anche l’aspetto operativo: le linee che il Santo Padre ci darà, di indicazione, di azione, anche di indirizzo per i prossimi anni, delle Chiese del Medio Oriente che, come tutti sappiamo, sono in una fase di passaggio molto importante.
D. – Nella sua visita in Libano, Benedetto XVI incontrerà anche i capi religiosi musulmani. Incontro di grande importanza, pensando anche al dialogo tra cristiani e musulmani nel Medio Oriente...
R. – Certamente, uno dei temi importanti del Sinodo del Medio Oriente, è stato proprio il rapporto con l’islam. Le Chiese del Medio Oriente hanno molto da dire su questo, il loro futuro si gioca anche sulla capacità di avere un rapporto sereno e chiaro con l’islam del Medio Oriente, che è anch’esso in grande cambiamento, grande trasformazione. Sarà per questo uno degli incontri più importanti, ed anche una delle indicazioni più rilevanti che il Papa ci darà per il futuro.
D. – Questo viaggio rafforzerà la presenza dei cristiani nel contesto del Medio Oriente con molte situazioni nuove per la cosiddetta "Primavera Araba"?
R. – Sì, la "Primavera Araba", o quello che ne resta, ha cambiato totalmente gli assetti, le relazioni e le dinamiche. Diciamo che, in un certo senso, il Sinodo ha un po’ previsto, e preparato nel suo documento questi cambiamenti. Adesso è importante comunque, passare ad una fase di costruzione: il Medio Oriente sta cambiando, l’islam – che permea la vita del Medio Oriente – sta cambiando, anche noi stiamo cambiando come cristiani e vogliamo essere anche noi protagonisti di questo cambiamento.
D. – Il Papa si recherà in Libano come pellegrino di pace e di pace ce n’è davvero bisogno, basti pensare poi alla Siria, così vicina al Libano...
R. – Il Libano, subisce un po’ le crisi di tutto il Medio Oriente: il conflitto israelo-palestinese, la crisi siriana, la crisi con gli altri Paesi del Medio Oriente – Iran, Iraq – ecco, tutte queste cose arrivano lì. E’ un Paese molto importante, anche un po’ fragile e la presenza del Papa, il suo incoraggiamento, le sue linee, saranno molto importanti. Forse non si potrà cambiare tutto, ma darà un grande incoraggiamento ad andare avanti e a non subire queste situazioni.
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