domenica 8 luglio 2012

Nel ricordo del Concilio: domani, la visita del Papa alla casa dei Verbiti a Nemi (Radio Vaticana)


Nel ricordo del Concilio: domani, la visita del Papa alla casa dei Verbiti a Nemi


Domani mattina, Benedetto XVI farà una breve visita, strettamente privata, alla casa dei Verbiti a Nemi, dove soggiornò, nel 1965, durante i lavori del Concilio Vaticano II in qualità di perito conciliare. Il Papa sarà accolto dai superiori dei Verbiti presso il Centro "Ad Gentes". Su questa visita, Tiziana Campisi ha intervistato padre Giancarlo Girardi, procuratore generale della Società del Verbo Divino: 


R. - Sarà una cosa molto semplice, il Papa arriverà poco dopo le 11.30 ed entrerà nella chiesa. Lì saremo raccolti tutti noi, soltanto noi religiosi, non altra gente, perché è una visita privata. Ci sarà un momento di preghiera con il Santo Padre, poi il nostro superiore generale, padre Antonio Pernia, farà un saluto di accoglienza, quindi il Papa ci rivolgerà alcune parole e infine benedirà il nostro Centro e poi ci saluterà e ritornerà a Castel Gandolfo. Una visita semplice, ma per noi molto significativa. Lui ha voluto fare questa visita, diciamo strettamente privata - tengo a precisarlo - proprio per ricordare, il fatto che, nel 1965 - i giorni esatti erano dal 29 marzo al 3 aprile 1965 - era qui presente per preparare assieme ad altri periti - 4 vescovi e 5 teologi tra cui anche Congar - l’ultima bozza del Decreto conciliare "Ad Gentes".


D. - In che modo voi vi state preparando ad accogliere il Papa?


R. - Noi ci stiamo preparando attraverso il 17.mo Capitolo generale che accoglie qui 150 confratelli provenienti da 65 Paesi diversi. E questi 150 capitolari si stanno preparando perché noi sappiamo che questa visita è un dono voluto veramente dal Santo Padre, forse anche per ricordare il Decreto conciliare "Ad Gentes", ma anche per incoraggiarci come missionari verbiti, oggi 6.100 confratelli sparsi in tutto il mondo, a continuare questa opera di evangelizzazione in tutti e 5 i continenti. 


D. - Quale patrimonio offrite voi alla gente?


R. - Il patrimonio che noi offriamo alla gente anzitutto è la prima evangelizzazione: questo è il nostro compito come congregazione missionaria. Prima evangelizzazione che poi si esprime in vari modi: predicare il Vangelo attraverso la scuola, l’istruzione – abbiamo parecchie università, una delle più grandi è in Taiwan, prima era in Cina a Pechino –, attraverso il lavoro pastorale, attraverso la costruzione di nuove chiese e nuove realtà, nuove diocesi. Ecco, una delle nostre caratteristiche è che nei Paesi di missione dove noi prendiamo un territorio per costruire la chiesa, per formarla come parrocchia, come entità, una volta che è diventata "adulta" noi la cediamo al clero diocesano e andiamo a ritirarci in un altro luogo per costruire un’altra chiesa ancora, una nuova realtà e un nuovo popolo di Dio.


D. - Cos’è il Centro "Ad Gentes" oggi?


R. - Il Centro "Ad Gentes" è la casa che i missionari del Verbo Divino, in particolare il superiore generale padre Johannes Schütte, nel 1960, hanno voluto costruire come servizio o meglio come luogo dove tutti i missionari verbiti, dopo il Concilio Vaticano II, potessero trascorrere un momento di rinnovamento, dai 4 ai 6 mesi. Un rinnovamento spirituale, ma in modo particolare un rinnovamento teologico alla luce del Vaticano II. Questa era la prima idea che ha motivato la fondazione di questa casa. Dopo, questa casa è diventata per molti istituti religiosi anche luogo di incontro, di esercizi spirituali. 


D. - Il Papa vi rivolgerà, dunque, delle parole, ma voi cosa lascerete nel suo cuore?


R. - Penso che rimarrà colpito nel vedere la diversità di persone che saranno davanti a lui. Ecco, questa penso sarà la cosa più bella che porterà nel cuore: l’universalità della Chiesa, ciò che lui sta facendo anche a livello della Curia Romana: portare nei vari dicasteri rappresentanti che non siano soltanto di una nazione, ma di tutte le nazioni dove la Chiesa cattolica è presente.


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