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Direi di smetterla immediatamente con i paragoni.
Sono piu' che certa che avremo notizia di un eventuale (e non essenziale e direi quasi inutile) incontro fra il Papa e Gabriele solo e soltanto a cose fatte. Non saranno ammesse ne' telecamere ne' fotografi, esattamente come avvenne nel 2010 quando Benedetto XVI ricevette Susanna Maiolo, la donna svizzera che lo spinse nella notte di Natale del 2009.
Plausibile la ricostruzione di Ingrao, quando afferma che probabilmente l'indagato approfittava della passeggiata del Santo Padre nei giardini vaticani per entrare nel suo studio.
Piu' in generale avra' approfittato di tutte le occasioni in cui Benedetto XVI ed il suo segretario lasciavano l'Appartamento papale per impegni che non richiedevano la presenza dell'aiutante di camera.
Mi chiedo pero' se sia stata fatta una riflessione seria anche sull'apparato di sicurezza del Vaticano che ha o, forse, aveva falle spaventose. In tutta onesta' ho sempre dato per scontato che l'Appartamento fosse sorvegliato giorno e notte con o senza la presenza del Pontefice. Mai avrei pensato che si potessero fotocopiare carte riservate e poi portare all'esterno i fogli. Capisco che non si puo' militarizzare il territorio vaticano (che comunque e' un "fazzoletto") ma qui e' in gioco la sicurezza del Papa.
Speriamo si faccia tesoro di questa brutta e imbarazzante esperienza.
Ci si lamenta per le intercettazioni? Beh, ci si abitui d'ora in poi! Fidarsi e' bene...
Interessante anche la chiosa dell'articolo di Ingrao: "L’idea che sembra si siano fatti gli investigatori è che la prima fuga di documenti sia stata per aiutare monsignor Carlo Maria Viganò del governatorato che stava per essere trasferito ma poi la situazione è sfuggita di mano".
Concordo. Penso anche io che la situazione sia sfuggita di mano soprattutto da quando le carte riservate sono finite al Fatto.
R.
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5 commenti:
Mah, qualsiasi cosa scriva questo individuo riesce a essere addirittura più repellente di Politi&Co. Noto con irritazione che, anche se si è fermata la fuga di documenti, i ranocchioni restano. Sicuramente non vedremo mai Papa Benedetto che con un codazzo di giornalisti al seguito incontra una vittima di abusi o concede in pompa magna un mediatico perdono all'infedele maggiordomo. Questi show si addicevano al papamagmo.
Alessia
Oramai siamo alla fantascienza, ricostruzioni basate su ipotesi, mescolate ad ovvietà: è chiaro che Gabriele ha potuto trafugare documenti quando non era presente nessuno...
Ciò che mi stupisce è che nessuno si sia accorto della sparizione dei documenti: ma non vengono protocollati prima di essere recapitati nell`appartamento papale? Non dico che debbano aprire le lettere, ma è possibile che arrivi una missiva riservata al Papa, questi la legge e poi questa sparisce dalla sua scrivania senza che nessuno se ne accorga?
Adesso salta in ballo mons. Viganò ... mancano Maria, Giuseppe, l`asino, il bue e i tre magi e li abbiamo nominati tutti.
Finché non sarà fatta chiarezza e tutto rimarrà nebuloso, i sospetti colpiranno colpevoli e innocenti.
Ingrao non lo leggo più.
E a questo proposito credo non sarebbe male fare una riflessione, per usare un eufemismo, anche sulla situazione che si era creata PRIMA delle carte al Fatto.
Sono molto curiosa. Le cordate, gli scambi di piaceri, le rane con la bocca aperta, ecc.Quelle c'erano prima del Fatto.
Qualcuno anche che illumini sul magico mondo dei vaticanisti e dei loro ispiratori.Magari ci fosse un insider che raccontasse tutta la storia.
Una specie di "Monsignore" come su repubblica.
A proposito. Sembra che sia andato in ferie.
Gabriele sarà sicuramente perdonato così come Cristo perdonò il buon ladrone,ma fossi in Giani,metterei micro telecamere di sorveglianza nei punti strategici e,quando Sua Santità lascia libere le stanze del suo appartamemto privato piazzerei guardie svizzere agli ingressi.Fossi poi nel papa(per fortuna non è così)mi arrabbierei e pure tanto coi miei più stretti collaboratori e chiederei maggior attenzione,ma mi sorge un dubbio,stando alle notizie trapelate ,al momento non vuole essere distratto dai suoi impegni e prenderà in considerazione il tutto ad agosto,forse significa che,conoscendo i suoi polli,dà loro l'importanza che hanno,corvi spelacchiati,cornacchie ed avvoltoi...
Ingrao praticamente ha messo insieme e sullo stesso piano tutti i possibili colpevoli. E involontariamente cosi' fa il gioco dei "moltiplicatori di corvi" che sono all'opera dall'inizio di questa istruttoria per difendere i complici del pessimo maggiordomo (che se anche il Papa dovesse perdonare dopo il processo tale resterebbe). In merito, Ignazio dimentica poi che la Segreteria di Stato, che con la Commissione dei Cardinali e' comunque in contatto, ha smentito Die Welt e Repubblica. E di questa smentita di cosi' alto livello non si puo' non tenere conto.
Quanto al compice "esterno", cioe' a colui che ha presentato (ceduto) il maggiordomo a Nuzzi, non credo che non sia stato identificato, se no che "piena collaborazione" avrebbero dato lo spergiuro Gabriele e il suo smartphone?
Quanto agli attacchi di dignitari vaticani alle misure di polizia della Gendarmeria fanno sorridere, non mi sembrano dignitosi. "Male non fare paura, non avere", mi ha insegnato padre Rotondi e anche un cardinale che stimo moltissimo in questi anni lo ha ripetuto spesso.
Infine, una domanda al mio amico Ignazio: ma non era stato lui il primo a ricevere la lettera anonima sul caso Vigano'? Io sostenevo che la deontologia vieta di pubblicare documenti del genere perche' significa farsi strumentalizzare e ne discutemmo a lungo. Oggi dice che da li' si e' alzato il livello dello scontro...
Salvatore Izzo
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