Benedetto XVI celebra con i giovani la Domenica delle Palme
Quello sguardo amorevole sul mondo
Saper guardare il mondo con gli occhi di Dio: è questo per i cristiani il «grande messaggio» che scaturisce dalla Domenica delle Palme. Benedetto XVI lo ha riproposto alle migliaia di fedeli — tra i quali moltissimi giovani giunti da diversi Paesi per celebrare la ventisettesima Giornata mondiale della gioventù — che hanno partecipato alla messa in piazza San Pietro nella mattina del 1° aprile.
Richiamando il grido di giubilo che accolse Gesù al suo ingresso a Gerusalemme, il Papa ne ha indicato il profondo significato messianico.
«Colui che è acclamato dalla folla come il benedetto — ha spiegato — è, nello stesso tempo, Colui nel quale sarà benedetta l’umanità intera». Da qui l’invito per i credenti «ad assumere il giusto sguardo sulle genti che formano il mondo, sulle sue varie culture e civiltà». Uno sguardo nel quale deve riflettersi «lo sguardo stesso di Dio sugli uomini che Egli ama e sulla creazione»: dunque, uno sguardo «sapiente e amorevole, capace di cogliere la bellezza del mondo e di compatirne la fragilità».
Per imparare questo atteggiamento resta decisiva la risposta alla domanda che già duemila anni fa risuonava nei cuori di quanti acclamavano Cristo come Re d’Israele: «Chi è per noi Gesù di Nazaret?». Si tratta di «una questione cruciale — ha avvertito il Pontefice — che non possiamo eludere». Tanto più che «proprio in questa settimana siamo chiamati a seguire il nostro Re che sceglie come trono la croce». Siamo invitati, cioè, a metterci sui passi di «un Messia che non ci assicura una facile felicità terrena, ma la felicità del cielo, la beatitudine di Dio».
Benedetto XVI ha rilanciato questa domanda soprattutto ai giovani. Augurandosi che «la Domenica delle Palme sia per voi il giorno della decisione, la decisione di accogliere il Signore e di seguirlo fino in fondo». Così come avvenne ottocento anni fa per santa Chiara, che, trascinata dall’esempio di Francesco, proprio nella Domenica delle Palme lasciò tutto per consacrarsi totalmente al Signore: «aveva diciotto anni — ha ricordato il Papa — ed ebbe il coraggio della fede e dell’amore, di decidersi per Cristo, trovando in Lui la gioia e la pace».
Alla scelta radicale di Cristo il Pontefice ha richiamato i giovani anche nei saluti pronunciati in varie lingue al momento della preghiera dell’Angelus. Significativo l’incoraggiamento rivolto agli organizzatori della prossima Giornata mondiale della gioventù in programma nel 2013 a Rio de Janeiro. A loro l’invito ad accogliere «a braccia aperte» i giovani che si recheranno nella città brasiliana da ogni parte del mondo.
Dell’appuntamento di Rio il Papa ha parlato anche stamane, lunedì 2, incontrando oltre cinquemila giovani dell’arcidiocesi di Madrid, dove lo scorso anno si è svolto il raduno mondiale. Sarà — è stato il suo auspicio — «un’ulteriore pietra miliare del cammino della Chiesa sempre giovane».
(©L'Osservatore Romano 2-3 aprile 2012)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento