Il coraggio di un pontificato
È il coraggio il tratto particolare che caratterizza il pontificato di Benedetto XVI. A notarlo è la persona che più di ogni altra gli è vicina ogni giorno, il suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein. Intervistato da Marco Ansaldo per il quotidiano «la Repubblica», nell'edizione di lunedì 16 aprile, il prelato fa notare che «l'immagine del Santo Padre, già l'immagine del cardinale Ratzinger, spesso è stata presentata in modo deformato e distorto». Se c'è «un fatto che segna chiaramente il pontificato di Benedetto XVI -- spiega -- è il coraggio. Il Papa tedesco non teme questioni delicate e neanche confronti ad bonum fidei et Ecclesiae». Per capire fino in fondo il senso di queste affermazioni, monsignor Gänswein consiglia di leggere la testimonianza che egli ha scritto per il libro, appena pubblicato in Germania, intitolato Benedikt XVI. Prominente über den Papst. L'intervista è incentrata proprio su questo volume, del quale monsignor Gänswein ha accettato di curare personalmente anche l'aspetto editoriale come omaggio per l'ottantacinquesimo compleanno di Benedetto XVI.
Nel rispondere alle domande dell'intervistatore, il prelato descrive il Papa «più teologo che uomo di grandi gesti». E tra le cose che gli stanno più a cuore, sottolinea «la questione del rapporto tra fede e ragione, tra religione e rinuncia alla violenza». Dalla sua prospettiva «la ri-cristianizzazione innanzitutto dell'Europa sarà possibile -- afferma -- quando gli uomini comprenderanno che fede e ragione non sono in contrasto ma in relazione tra loro». E quando gli viene chiesto di indicare il segno programmatico del pontificato, egli coglie l'occasione per spiegare che «il Papa in fondo vuole riaffermare, con forza e chiarezza, il nocciolo della fede cattolica: l'amore di Dio per l'uomo, che trova nella morte in croce di Gesù e nella sua risurrezione l'espressione insuperabile. Questo amore è l'immutabile centro sul quale si fonda la fiducia cristiana nel mondo, ma anche l'impegno alla carità, alla misericordia, alla rinuncia alla violenza. Non per caso la prima enciclica del Papa è intitolata Deus caritas est, Dio è amore. È un segno programmatico del suo pontificato. Benedetto XVI vuole far risplendere la gioia e la bellezza del messaggio evangelico».
(©L'Osservatore Romano 16-17 aprile 2012)
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1 commento:
non si può dire che l'osservatore romano si sia sprecato molto.
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