Carceri/ Papa: Devono aiutare i detenuti a rialzarsi dopo caduta
Messaggio per via Crucis Rebibbia: Deve servire a riconciliazione
Città del Vaticano, 30 mar. (TMNews)
"So che questa Via Crucis vuole essere anche un segno di riconciliazione. Come disse uno dei detenuti durante il nostro incontro, il carcere serve per rialzarsi dopo essere caduti, per riconciliarsi con se tessi, con gli altri e con Dio, e poter poi rientrare di nuovo nella società". Lo ha scritto, fra l'altro, Papa Benedetto XVI nel messaggio affidato al cardinale vicario diRomaAgostino Vallini che presiede la Via Crucis questo pomeriggio nel carcere romano di Rebibbia.
"Sono stato felice di sapere che, in preparazione alla Pasqua - ha sottolineato Benedetto XVI - darete vita, nella Casa circondariale di Rebibbia, ad una Via Crucis con la partecipazione di detenuti, operatori penitenziari e gruppi di fedeli da varie parrocchie della città. Mi sento particolarmente vicino a questa iniziativa, perché è sempre vivo nel mio animo il ricordo della visita che ho compiuto nel carcere di Rebibbia poco prima dello scorso Natale. Ricordo i volti che ho incontrato e le parole che ho ascoltato, e che hanno lasciato in me un segno profondo. Perciò, mi unisco spiritualmente alla vostra preghiera, e così posso dare continuità alla mia presenza in mezzo a voi, e di questo ringrazio in particolare i vostri Cappellani".
"Quando nella via Crucis vediamo Gesù che cade a terra una, due, tre volte - ha sottolineato ancora Benedetto XVI- comprendiamo che lui ha condiviso la nostra condizione umana, il peso dei nostri peccati lo ha fatto cadere; ma per tre volte Gesù si è rialzato e ha proseguito il cammino verso il Calvario; e così, con il suo aiuto, anche noi possiamo rialzarci dalle nostre cadute, e magari aiutare un altro, un fratello, a rialzarsi".
"Ma che cosa dava a Gesù la forza di andare avanti? Era la certezza che il Padre era con Lui. Anche se nel suo cuore - ha proseguito il Pontefice rivolto ai detenuti- c'era tutta l'amarezza dell'abbandono, Gesù sapeva che il Padre lo amava, e proprio questo amore immenso, questa misericordia infinita del Padre celeste lo consolava ed era più grande delle violenze e degli oltraggi che lo circondavano. Anche se tutti lo disprezzavano e lo trattavano non più come un uomo, Gesù, nel suo cuore, aveva la ferma certezza di essere sempre figlio, il Figlio amato da Dio Padre".
"Questo, cari amici - ha concluso il Papa- è il grande dono che Gesù ci ha fatto con la sua Via Crucis: ci ha rivelato che Dio è amore infinito, è misericordia, e porta fino in fondo il peso dei nostri peccati, perché noi possiamo rialzarci e riconciliarci e ritrovare la pace. Anche noi, allora, non abbiamo paura di percorrere la nostra "via crucis", di portare la nostra croce insieme con Gesù. Lui è con noi. E con noi c'è anche Maria, sua e nostra madre. Lei rimane fedele anche ai piedi della nostra croce, e prega per la nostra risurrezione, perché crede fermamente che, anche nella notte più buia, l'ultima parola è la luce dell'amore di Dio". E "con questa speranza, basata sulla fede, auguro a tutti voi di vivere la prossima Pasqua nella pace e nella gioia che Cristo ci ha acquistato con il suo sangue, e con grande affetto vi imparto la Benedizione Apostolica, estendendola di cuore ai vostri familiari e alle persone care".
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