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1 commento:
Articolo molto interessante, la questione in effetti è assai complessa, e l'autore è riuscito a dare un'idea di tale complessità. Chapeau!
Mi ha molto colpito il passaggio in cui dice che la Chiesa, appena concluso il Conclio, "si trovò a dover ricorrere una società civile che le stava di nuovo sfuggendo". La chiave di volta della questione, secondo me, è proprio questa. Quando Giovanni XXIII annunciò il Concilio nel 1958, aveva intenzione di rendere comprensibile all'uomo moderno la dottrina che la Chiesa insegna da sempre, non voleva mica fare una "rivoluzione hippy" (non poteva nemmeno sapere cosa fosse un hippy)!
I documenti del Concilio risalgono ai primmi anni 60, ma hanno poco a che vedere con tutto ciò che venne dopo (il 68 et similia). Molti però, vivendo quegli eventi che appunto vennero dopo, ne rimasero influenzati, e consequenzialmente influenzarono l'interpretazione del Concilio. Lo "spirito del Concilio" è nato così.
Oggi, a mezzo secolo di distanza, è tempo di riprendere in mano i documenti e rileggerli, mettendo da parte le interpretazioni degli uomini dell'epoca, e mettendoci nell'ottica dell'Universalità (spaziale ma anche e soprattutto temporale) alla quale sempre deve tendere la Chiesa, che è appunto cattolica.
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