Unità nella diversità
È per «un atto di trasparenza» che i padri sinodali stanno mettendo a punto il messaggio (nuntius) espressamente «rivolto al popolo di Dio», dunque «agli evangelizzatori che sono anch'essi da evangelizzare».
A presentare e leggere in aula la prima bozza del testo, sabato mattina 20 ottobre, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, presidente della Commissione per il messaggio. È un documento molto atteso e immediato che, ha spiegato, consentirà «alle nostre comunità di avere uno sguardo organico degli argomenti trattati dall'assemblea dal punto di vista pastorale». In attesa dell'esortazione apostolica post-sinodale del Pontefice. Illustrandone forma e contenuti, il cardinale Betori ha rimarcato l'impegno di tener conto di tutte «le diverse articolazioni del popolo di Dio» con lo stile di «incoraggiare» e anche di «lodare gli sforzi» di quanti sono impegnati nell'evangelizzazione.
Il messaggio di questo Sinodo avrà, rispetto alle assemblee precedenti, «la novità di esortazioni specifiche rivolte ai continenti», considerato che «le situazioni sono molto diverse». Lo sguardo unitario del Sinodo non perde però di vista le diversità e le situazioni particolari.
Puntando a far emergere le linee essenziali e fondamentali sulla nuova evangelizzazione, così come le stanno indicando in questi giorni i padri sinodali, il testo definitivo del messaggio terrà dunque conto di tutti gli interventi. L'obiettivo di fondo è infatti quello di sostenere e orientare l'annuncio e la testimonianza evangelica in tutti i contesti. La presentazione e la votazione del messaggio sono previste per la mattina di venerdì 26 ottobre.
Per l'arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, questa prima bozza è già un testo «solido e attraente» e lo ha confermato l'applauso in aula dei padri sinodali. Hanno poi preso la parola in dodici per presentare osservazioni e formulare proposte aggiuntive. Altri interventi riguardo al testo definitivo saranno presentati per iscritto alla segreteria.
La diciottesima congregazione generale -- presieduta dal cardinale Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara, alla presenza di 250 padri sinodali -- si era aperta con il primo turno di votazione per l'elezione dei dodici membri del consiglio ordinario: altri tre saranno poi nominati dal Papa. Un ruolo importante, ha spiegato monsignor Eterović, perché questo organismo «dovrà dare seguito alle indicazioni del Papa e coadiuvarlo eventualmente anche nella redazione dell'esortazione post-sinodale».
Nel secondo turno di votazioni, martedì 23 ottobre, saranno eletti tre rappresentanti per ogni continente: Africa, America, Europa e Asia-Oceania. Tutti i membri dovranno appartenere a Paesi diversi. E i lavori in aula riprenderanno proprio martedì mattina con la presentazione delle preposizioni. Alla segreteria del Sinodo, ha detto monsignor Eterović, ne sono arrivate 326.
I lavori di questa mattina si sono conclusi in anticipo per consentire ai padri sinodali di partecipare, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, alla consegna dei riconoscimenti della seconda edizione del Premio Ratzinger.
Infine, per domenica mattina l'appuntamento per tutti è in piazza San Pietro per partecipare alla canonizzazione di sette beati, presieduta da Benedetto XVI.
Proprio la santità, è stato rilevato negli interventi che hanno fatto seguito alla lettura della prima bozza del messaggio, è decisiva per la nuova evangelizzazione: innanzitutto perché gli evangelizzatori per evangelizzare devono essere santi e poi anche perché la lettura delle vite dei santi è una testimonianza che invita alla conversione.
(©L'Osservatore Romano 21 ottobre 2012)
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