mercoledì 24 ottobre 2012

Sinodo. Testimonianza di un'uditrice di Aleppo: grati al Papa per la sua vicinanza alla Siria


Sinodo. Testimonianza di un'uditrice di Aleppo: grati al Papa per la sua vicinanza alla Siria 

Mentre la missione in Siria dei rappresentanti della Santa Sede continua i suoi preparativi, dal Sinodo arriva la testimonianza di un’uditrice proveniente da Aleppo: Gisèle Muchati, responsabile regionale del Movimento “Famiglie Nuove”. Paolo Ondarza l’ha intervistata: 

R. – Sono grata al Santo Padre di poter partecipare a questo Sinodo. E’ un’esperienza molto bella della Chiesa. In questa tragedia che il mio Paese sta vivendo, ci sono tante famiglie impegnate a portare il Vangelo vivo tra le persone, tra coloro che hanno perso il lavoro o che hanno perso la casa… Ci sono tante possibilità di “fare nuova evangelizzazione” da noi in Siria. Inoltre, desidero esprimere la mia gratitudine al Santo Padre per l’invio della delegazione della Santa Sede in Siria: è una cosa speciale, perché questo aiuterà il popolo siriano a sentire la vicinanza di tutto il popolo di Dio. 

D. – Parlavi dell’impegno delle famiglie nel testimoniare il Vangelo. Una sfida particolarmente alta in questo momento di grave tensione nel Paese: com’è possibile portarla avanti, visto quanto sta accadendo?

R. – Anzitutto, bisogna avere fede certa in Dio amore: è Lui che porta avanti tutte le cose, anche in questi momenti difficili. Dobbiamo andare avanti insieme, perché solo insieme con le altre famiglie, ce la faremo a superare le difficoltà e ad aiutarci a livello pratico: a coloro che non hanno cibo, portiamo cibo; a coloro che non hanno più una casa, li ospitiamo in casa. Queste cose pratiche in questo momento sono le più importanti. Un esempio: qualche settimana fa, una famiglia non aveva più latte per il proprio bambino da due giorni e una delle nostre famiglie si è preoccupata di fornirglielo. Penso che anche attraverso queste cose pratiche si possa portare il Vangelo e si possa vivere questa nuova evangelizzazione. 

D. - Giselle, questa è storia che forse non fa notizia, ma che porta invece in sé qualcosa di molto buono: i semi del Vangelo che voi, attraverso Famiglie Nuove, state spargendo in Siria?

R. – Sì, certo. Questa esperienza del Sinodo mi sprona a portare ancora di più il Vangelo, a continuare a “seminare” questa vita e a prodigarmi per la nuova evangelizzazione in questo Paese che soffre. Solo così possiamo andare avanti.

D. – Le persone che hai lasciato ad Aleppo, quando hanno saputo che ti saresti recata in Vaticano per il Sinodo, ti hanno affidato un messaggio da rendere presente ai padri sinodali?

R. – Erano molto contente che io rappresentassi il mio Paese in questo momento, ma sono stati ancor più contente quando hanno saputo di questa delegazione del Santo Padre. Hanno sentito di essere amate, non dimenticate, perché loro soffrono tanto.

D. – A nome del tuo Paese, della tua comunità cristiana, che cosa chiedi alla Chiesa, che è qui rappresentata al Sinodo?

R. – Chiediamo preghiere, affinché si arrivi alla pace nel nostro Paese e in tutto il Medio Oriente.

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