mercoledì 24 ottobre 2012

Il Papa all'udienza in Piazza San Pietro: sembra prevalere la disumanità ma la fede dona una certezza diversa. Nel mondo di oggi i Cristiani debbono essere un libro aperto (Izzo)

PAPA: IN PIAZZA SAN PIETRO CON 30 MILA FEDELI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 ott. 

Benedetto XVI e' in piazza San Pietro per l'Udienza Generale alla quale assistono circa 30 mila fedeli e un bel gruppo di vescovi e cardinali che, per essere presenti, hanno lasciato per un paio d'ore i lavori del Sinodo.
"Dovremmo riflettere - suggerisce ai 30 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro - sul fatto che credere cristianamente e' abbandonarmi con fiducia, meditare piu' spesso, nella nostra vita quotidiana, caratterizzata da problemi e situazioni a volte drammatiche, su questo abbandonarmi al senso profondo che sostiene me e il mondo, quel senso che noi non siamo in grado di darci, ma solo di ricevere come dono, e che e' il fondamento su cui possiamo vivere senza paura". 
"E - scandisce - questa certezza liberante e rassicurante della fede dobbiamo essere capaci di annunciarla con la parola e di mostrarla con la nostra vita di cristiani". L'auspicio del Papa teologo e' dunque quello che la Chiesa e il mondo possano contare per il futuro su "cristiani che siano stati afferrati da Cristo, che crescano nella fede grazie alla familiarita' con la Sacra Scrittura e i Sacramenti". 

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PAPA: SEMBRA PREVALERE DISUMANITA' MA FEDE DONA CERTEZZA DIVERSA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 24 ott. 

"Il mondo sembra che non vada verso la costruzione di una comunita' piu' pacifica e nonostante i successi della tecnica l'uomo non sembra diventato piu' umano: assistiamo a tante forme di ingiustizia, sopraffazione, manipolazione, violenza". 
All'Udienza Generale, Benedetto XVI fotografa cosi' lo sgomento che ognuno prova nel guardare alla realta', ma subito aggiunge: "la storia pero' ci dimostra che esiste anche la 'terra buona'" di cui parla nel Vangelo la parabola della seminagione. "L'amore di Dio - afferma - non viene meno di fronte alla malvagita', alla morte, ed e' capace di trasformare il cuore dell'uomo". "La fede - spiega in questa catechesi dedicata proprio al tema del credere oggi - e' la promessa di un amore indistruttibile: affidarsi a Dio con l'atteggiamento del bambino che sa che tutte le sue difficolta' sono al sicuro nella madre".
La fede - sottolinea Benedetto XVI nella sua catechesi - ci dona proprio questo: e' un fiducioso affidarsi a un 'Tu', che e' Dio, il quale mi da' una certezza diversa, ma non meno solida di quella che mi viene dal calcolo esatto o dalla scienza. La fede non e' un semplice assenso intellettuale dell'uomo a delle verita' particolari su Dio; e' un atto con cui mi affido liberamente a un Dio che e' Padre e mi ama; e' adesione a un 'Tu' che mi dona speranza e fiducia. Certo questa adesione a Dio non e' priva di contenuti: con essa siamo consapevoli che Dio stesso si e' mostrato a noi in Cristo, ha fatto vedere il suo volto e si e' fatto realmente vicino a ciascuno di noi". "Dio - ricorda il Papa - ha rivelato che il suo amore verso l'uomo, verso ciascuno di noi, e' senza misura: sulla Croce" e "la fede e' credere a questo amore di Dio che non viene meno di fronte alla malvagita' dell'uomo, di fronte al male e alla morte, ma e' capace di trasformare ogni forma di schiavitu', donando la possibilita' della salvezza. Avere fede, allora, e' incontrare questo 'Tu'". Secondo il Pontefice teologo, "questa possibilita' di salvezza attraverso la fede e' un dono che Dio offre a tutti gli uomini". "Non e' pero' meno vero - conclude - che credere e' un atto autenticamente umano. Non e' contrario ne' alla liberta' ne' all'intelligenza dell'uomo. Anzi, le implica e le esalta, in una scommessa di vita che e' come un esodo della nostra liberta': un uscire da se stessi, dalle proprie sicurezze, dai propri schemi mentali, per affidarsi all'azione di Dio che ci indica la sua strada per conseguire la vera liberta', la nostra identita' umana, la gioia vera del cuore, la pace con tutti".

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PAPA: NEL MONDO DI OGGI CRISTIANI DEBBONO ESSERE UN LIBRO APERTO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 24 ott. 

"Il nostro tempo richiede cristiani che siano quasi un libro aperto che narra l'esperienza della vita nuova nello Spirito". Lo afferma Benedetto XVI nella catechesi all'Udienza Generale di oggi, rilevando che "oggi, insieme a tanti segni di bene, cresce intorno a noi anche un certo deserto spirituale". 
"Un certo tipo di cultura - lamenta - ha educato a muoversi solo nell'orizzonte delle cose, del fattibile, a credere solo in cio' che si vede e si tocca con le proprie mani" e "cresce anche il numero di quanti si sentono disorientati e, nella ricerca di andare oltre una visione solo orizzontale della realta', sono disponibili a credere a tutto e al suo contrario". 
"Dovremmo riflettere - suggerisce ai 30 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro - sul fatto che credere cristianamente e' abbandonarmi con fiducia, meditare piu' spesso, nella nostra vita quotidiana, caratterizzata da problemi e situazioni a volte drammatiche, su questo abbandonarmi al senso profondo che sostiene me e il mondo, quel senso che noi non siamo in grado di darci, ma solo di ricevere come dono, e che e' il fondamento su cui possiamo vivere senza paura". 
"E - scandisce - questa certezza liberante e rassicurante della fede dobbiamo essere capaci di annunciarla con la parola e di mostrarla con la nostra vita di cristiani". L'auspicio del Papa teologo e' dunque quello che la Chiesa e il mondo possano contare per il futuro su "cristiani che siano stati afferrati da Cristo, che crescano nella fede grazie alla familiarita' con la Sacra Scrittura e i Sacramenti". 

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