mercoledì 10 ottobre 2012

Sinodo, Muller (Cdf): basta contrapposizioni nella Chiesa. Grocholewski: nella Chiesa poca umiltà e molta superbia. Betori: confronto senza sudditanze con le culture di oggi (Izzo)

SINODO: NEO PREFETTO FEDE, BASTA CONTRAPPOSIZIONI NELLA CHIESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 ott. 

"La Nuova Evangelizzazione richiede di superare certi dibattiti intra-ecclesiali in cui, da tanti anni, si ripropongono sempre gli stessi temi". Lo chiede il neo prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, monsignor Gerhard Ludwig Muller, intervenuto oggi al Sinodo. Il presule tedesco sottolinea che occorre "riproporre invece la fede cristiana nella sua pienezza e perenne novita'". Secondo Muller, scelto da Papa Rtazinger come suo secondo successore alla guida del dicastero, "il mondo di oggi, frastornato da mille cambiamenti, e' privo di novita' perche' prigioniero di un pensiero debole, ed e' sempre alla ricerca di emozioni perche' ingombrato da mille cose che non lo soddisfano veramente".
"In questa pienezza e novita' trova consistenza e forza di comunione la collegialita tra i vescovi, la quale - tiene a precisare monsignor Muller - non puo' pero' divenire pretesto per un'autonomia mal intesa". "II Concilio Vaticano II - ricorda in proposito il nuovo custode dell'ortodossia cattolica - insegna che il Signore, "affinche lo stesso episcopato fosse uno e indiviso prepose agli altri apostoli il beato Pietro e in lui stabili il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell'unita' di fede e di comunione". "La nuova evangelizzazione - dunque - esige di attingere a questa comunione ed avra' efficacia solo se fondata sull'unita' dei Vescovi con il Successore di Pietro e tra loro. Questa unita' e' la pietra angolare su cui il Signore edifica la sua Chiesa". Monsignor Muller ricorda in proposito l'indicazione del grande teologo italo-tedesco Romano Guardini, che e' considerato un maestro da Joseph Ratzinger che gli fu allievo, "solo da Cristo, noi attingiamo a quella novita' di vita, che e' in grado di cambiarci nel profondo". "Si tratta, infatti, di rinnovare la fede nei nostri cuori, di risvegliare la Chiesa nelle anime", scandisce con le parole di Guardini, ricordando che "solo se rinnovati, saremo nuovi evangelizzatori". "Radicati in Cristo e nella Chiesa, ci appoggiamo - conclude il nuovo capo dicastero - alla fede di Pietro, attorno a cui troviamo quella solida unita' che non viene da noi e che non viene mai meno). A questa unita' tutti noi apparteniamo. Questa unita' vogliamo servire "perche' il mondo creda". 


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SINODO: GROCHOLEWSKI, NELLA CHIESA POCA UMILTA' E MOLTA SUPERBIA



Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 ott. 

"La mania di diventare grande, originale, importante, riduce non pochi ad essere 'pastori che pascono se stessi e non il gregge'". A lanciare questo monito nell'Aula del Sinodo, gremita da 262 vescovi di tutto il mondo e con il Papa al tavolo della presidenza, e' stato il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica. "Il piu grande ostacolo per diventare un teologo o un pastore costruttivo, e quindi efficace nella prospettiva della Nuova Evangelizzazione, e' senza alcun dubbio - spiega il porporato polacco - la superbia con il suo alleato naturale: l'egoismo".
Cercando il proprio successo personale, troppi uomini della Chiesa stanno diventando, denuncia Grocholewski, "poco rilevanti nel Regno dei Cieli e controproducenti per la crescita della Chiesa e per l'evangelizzazione". Cardinale e giurista molto stimato da Papa Wojtyla, il prefetto dell'educazione cattolica, ricorda ai suoi confratelli cardinali e ai vescovi presenti che "in ognuno di noi, dopo il peccato originale, c'e' una dose di superbia", per questo, spiega, "dobbiamo costantemente fare in questa materia un solido esame di coscienza e, ai piedi: della croce, imparare l'umilta' e l'amore autentico".
Alla luce di queste considerazioni, il cardinale prefetto esorta i padre sinodali a "porsi seriamente la domanda: perche' il costante aumento del numero delle nostre istituzioni educative e' accompagnato da una crescente crisi della fede?". "Che cosa - si e' chiesto - le rende cosi' poco efficaci nel risvegliare la fede e nel campo dell'evangelizzazione?". In proposito il cardinale cita la risposta disarmante di un suo amico che di un altro "collega" diceva: "e' molto forte in catechesi e omelie, ma non altrettanto forte in evangelizzazione: sa veramente molto su Dio, ma non sono sicuro se egli conosca Dio abbastanza. Sembra che non abbia una sufficiente esperienza di Gesu'". 
Secondo Grocholewski, cioe', "per rafforzare la propria fede, per conoscere Dio e per essere strumento efficace di evangelizzazione non basta lo studio, la conoscenza intellettuale, ma e' necessario un vivo contatto personale con Dio". "Se questa consapevolezza diventasse veramente vita, certamente le nostre istituzioni educative, soprattutto di studi superiori, ma anche le scuole, sarebbero - prevede - piu' coscienti del loro compito di evangelizzazione e sarebbero importanti strumenti nella sua realizzazione".
Infine, nel suo intervento il capo dicastero sottolinea che da parte sua "Gesu' non ha lasciato la nostra comprensione della Sacra Scrittura e della Tradizione in balia delle diverse opinioni, che evidentemente possono essere anche molto divergenti e stravaganti, nonche' seminare continuamente incertezza e confusione, ma ci ha lasciato il grande tesoro del Magistero, "la cui autorita' viene esercitata a nome di Gesu' Cristo". 


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SINODO: BETORI, CONFRONTO SENZA SUDDITANZE CON LE CULTURE DI OGGI



Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 ott. 

"Come Gesu' fu attento conoscitore della vita del suo tempo, cosi' oggi la Chiesa deve volgersi alla cultura contemporanea, certa che nulla puo' resistere alla potenza risanante del Vangelo". E' questo il monito lanciato dal cardinale Giuseppe Betori nel suo intervento al Sinodo in corso in Vaticano. L'arcivescovo di Firenze ha ricordato ai 262 padri sinodali che "la vicenda della Chiesa nel mondo antico, come anche l'ispirazione di fede che animo' il rinnovamento della cultura tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'era moderna", testimonia la necessita' "di ascoltare e comprendere il mondo, senza alcuna sudditanza: la parola di Dio - infatti - giudica il mondo".
In proposito, il cardinale Betori ha citato il brano di San Basilio Magno sul coltivatore di sicomori che rende commestibile il frutto incidendolo prima di coglierlo, rilevando che "l'incontro tra la fede e la cultura era letto al suo tempo come una incisione che rendeva questa sana, valida". "L'evangelizzazione non e' un semplice adattarsi alla cultura, ovvero un rivestirsi con elementi della cultura nel senso di un concetto superficiale di inculturazione. No, il Vangelo e' un taglio, una purificazione, che diviene maturazione e risanamento, ha sottolineato Betori con le parole di un intervento del 2002 pronunciato da Joseph Ratzinger proprio riguardo al tema dell'inculturazione. "Il taglio - ha spiegato - e' dato proprio dall'intima essenza della fede, dai suoi misteri, da cui il pensiero umano ha tratto alimento per sostanziali sviluppi". 


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1 commento:

roberto ha detto...

Ma scusate hanno scritto "il papa seduto al tavolo della presidenza" ma perchè il santo padre partecipa ogni giorno al sinodo?