giovedì 4 ottobre 2012

Per il Papa una boccata d'aria pura, a Loreto la Chiesa non è vatileaks (Izzo)

PAPA:BOCCATA D'ARIA PURA, A LORETO CHIESA NON E' VATILEAKS

(AGI) - Loreto, 4 ott.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

Anche se nella sua omelia, oggi a Loreto, Benedetto XVI ha dato voce alle "preoccupazioni" delle famiglie e dei giovani delle Marche, che vivono il dramma della disoccupazione (nella Regione ha toccato un tasso dell'8,2 per cento, 2,4 punti in piu' rispetto al 2011) e alle "sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarieta' e di amore", la tappa nella citta' mariana sulle orme di Giovanni XXIII (che il 4 ottobre 1962 compi' proprio a Loreto la prima visita pastorale fuori Roma di un Papa dei tempi moderni) e Giovanni Paolo II (che a Loreto ha compiuto gesti emblematici come l'avvio della grande preghiera per l'Italia il 10 dicembre 1994) ha rinfrancato l'anziano Pontefice, che ha ritrovato anche il gusto della battuta con una bonaria presa in giro dei suoi commensali: "confermando una tradizione ormai consolidata, ora il Papa si ritra per riposare ma voi potete continuare a chiacchierare e divertirvi e magari prendete il caffe'". 
Il Papa, infatti, ha ritrovato oggi a Loreto una Chiesa di popolo che gli ha fatto dimenticare il clima mefitico del processo per Vatileaks, donandogli invece una boccata d'aria pura. "A Loreto, nella casa di Maria, tutti - ha confidato ai vescovi delle Marche - ci sentiamo a casa nostra, e io ho chiesto protezione per il Sinodo e per l'Anno della Fede. Dobbiamo invocare dalla Vergine che ci aiuti ad offrire al mondo la verita' che Dio c'e' e ci vuole bene".
Ed e' rivolto anche alla Chiesa (perche' "e' la fede che ci da' una casa in questo mondo, che ci riunisce in un'unica famiglia e che ci rende tutti fratelli e sorelle") il monito a "non far prevalere il proprio egoismo sulla solidarieta' e sull'amore, le cose materiali sui valori, l'avere sull'essere", attualissimo in questo tempo nel quale si vive una crisi che non e' solo economica, come Papa Ratzinger ha spiegato ai 10 mila fedeli accorsi per incontrarlo al Santuario simbolo della fede dagli italiani, vale certo per le autorita' civili (il Governo era rappresentato dal sottosegretario Antonio Catricala', seduto accanto al presidente delle Marche, Mario Spacca). Il calore e l'entusiasmo della folla che ha accolto oggi Benedetto XVI ricordava molto quell'accoglienza straordinaria che fu tributata al Papa Buono: "la gente - ha raccontato ad Avvenire il nipote Marco Roncalli, che fa lo storico ed e' autore delle biografie piu' complete dello zio e di Papa Luciani - colmava la piazza del Santuario e molti stavano aggrap­pati alla fontana del Maderno, attorno alla statua di Sisto V, o premevano sul­le mura della Santa Casa". E la folla aveva potuto ffare ala al passaggio della Mercedes Benz scoperta che di lì a poco avrebbe portato il Pa­pa al Santuario. Le sequenze successi­ve ci riconsegnano Giovanni XXIII in preghiera, mentre recita l'Angelus e si rivolge alla folla. "Tutti siamo pellegri­ni sulla terra - disse - e andiamo verso la patria. Lassù e' la meta dell'incedere quotidiano, l'anelito dei nostri sospiri: i cieli si aprono sulla nostra testa e il messaggio celeste rinnova il ricordo del prodigio per cui Dio si e' fatto uomo e l'uomo e' diventato fratello del Figlio di Dio".
"Il Concilio aveva come scopo di estendere sempre piu' il raggio benefico dell'Incarnazione e Redenzione di Cristo in tutte le forme della vita sociale", ha commentato oggi il Papa tedesco riaffermando una "verita'" poco ricordata da tanti che del Vaticano II sono considerati gli interpreti e che ha quale fonte chi lo indisse. "E' un invito - ha scandito Joseph Ratzinger, all'epoca brillante teologo chiamato a partecipare ai lavori come perito - che risuona oggi con particolare forza: il beato Giovanni XXIII cinquant'anni fa, qui a Loreto, invitava a contemplare questo mistero, a 'riflettere su quel congiungimento del cielo con la terra, che e' lo scopo dell'Incarnazione e della Redenzione'". 
"A distanza di cinquant'anni - ha osservato Bendetto XVI - dopo essere stato chiamato dalla divina Provvidenza a succedere sulla cattedra di Pietro a quel Papa indimenticabile, anch'io sono venuto qui pellegrino per affidare alla Madre di Dio due importanti iniziative ecclesiali: l'Anno della fede, che avra' inizio tra una settimana, l'11 ottobre, nel cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, e l'Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, da me convocata nel mese di ottobre sul tema 'La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana'". "Attraverso l'Anno della fede - ha concluso - intendo invitare i Confratelli vescovi di tutto l'orbe perche' si uniscano al Successore di Pietro, nel tempo di grazia spirituale che il Signore ci offre, per fare memoria del dono prezioso della fede", perche' "e' proprio Dio che libera la nostra liberta', la libera dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono di se', dell'amore, che si fa servizio e condivisione". 

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