sabato 6 ottobre 2012

La difesa: Gabriele esposto a gogna mediatica. Lombardi: non si può parlare di complici ma si indaga (Izzo)


VATICANO: LA DIFESA, PAOLO GABRIELE ESPOSTO A GOGNA MEDIATICA 

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 ott. 

Nella sua arringa di oggi, l'avvocato rotale Cristiana Arru' ha denunciato che il suo assitito, il maggiordomo infedele del Papa, Paolo Gabriele, e' stato sottoposto a una gogna mediatica che continuera' anche in futuro. "Il diritto fin dall'antichita' - ha spiegato - prevede pene certe, e queste si caratterizzano per essere circoscritte ad un determinato tempo: anche quando si usava la gogna, con accanto il cartello di condanna, l'esposizione al dileggio era per un numero definito di giorni". Secondo il suo legale, "a Paolo Gabriele si e' inflitta invece una pena permanente. 
Con la pubblicazione il 13 agosto scorso da parte del Giudice istruttore di molte pagine relative alle perizie psichiatriche che riguardavano la sfera privata dell'imputato si e' violata infatti la sua dignita' esponendolo permanentemente al pubblico ludibrio in quanto bastera' cercare il suo nome in internet per trovare i brani delle perizie che lo descrivono. 
Si trattava - ha concluso - di dati sensibili che dovevano essere riservati". Per l'avvocato rotale, inoltre, "l'istruttoria e' stata inficiata da numerosi buchi e falle", a cominciare dalle perquisizioni che non hanno previsto la cautela dei guanti, un inventario completo del materiale sequestrato e foto della localizzazione originaria dei reperti. 

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R.

VATICANO: LOMBARDI,NON SI PUO' PARLARE DI COMPLICI MA SI INDAGA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 6 ott. 

"Non e' risultata nessuna prova di correita' o complicita' con le azioni compiute da Paolo Gabriele, in quanto non e' emerso nessun elemento di prova. E l'imputato ha dichiarato che non e' questa la realta'". Lo ha affermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, sottolineando che si tratta di "un aspetto importante" e che dunque "non si puo' continuare ad attribuire corresponsabilita' o correita' alle persone" citate nel processo. Secondo padre Lombardi, tuttavia, continuano le indagini: "il quadro e' abbastanza preciso nei suoi dati, l'istruttoria non e' stata chiusa se non relativamente al reato di furto e il giudizio di primo grado e' stato su questa parte specifica. Di tutto il resto non c'e' stata formale chiusura".
Il portavoce ha ricordato che sulla vicenda Vatileaks ha svolto le sue audizioni anche una Commissione cardinalizia che ha consegnato le sue conclusioni al Papa. Di tali conclusioni, ha precisato Lombardi, "non si e' parlato finora nei termini della pubblicazione, per non interferire con il procedimento in corso". 

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3 commenti:

un passante ha detto...

A proposito di dati sensibili che dovevano restare riservati...chi non ha peccato scagli la prima pietra. E quando si scelgono i media come interlocutori non ci si può poi lamentare delle gogne mediatiche. Dati sensibili della Chiesa sono stati forniti ai media mi pare e il Papa per primo e' stato esposto a gogna mediatica. Vincere va bene, ma stravincere col vittimismo ora mi pare eccessivo...

sam ha detto...

Comment, comment, please!

Anonimo ha detto...

Che schifo! Vi rendete conto che la solidarietà è tutta per un giuda dalla faccia da schiaffi? E quello che ha subito il Papa? Il dolore, la delusione per quello che riteneva un figlio. Magari Gabriele ama il Papa, ma questo non è Benedetto. La Ambrogetti ha scritto che la lettera che gli ha inviato era, a detta di chi l'ha letta, formale. Intanto, il nostro Papa porta addosso i segni del tradimento subito. Le azioni cattive si pagano, prima o poi si pagano.
Alessia