Sabato mattina la ventiduesima e ultima congregazione generale
La conclusione del Sinodo sulla nuova evangelizzazione
Benedetto XVI ha scelto l'aula sinodale per comunicare la decisione di affidare la competenza sui seminari alla Congregazione per il Clero e la catechesi al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. L'applauso dei 252 padri sinodali presenti sabato mattina 27 ottobre alla ventiduesima e ultima congregazione generale ha accolto l'annuncio del Papa. Presidente di turno era il cardinale Francisco Robles Ortega. Il Pontefice ha spiegato che la sua decisione è maturata nel contesto della nuova evangelizzazione e che i nuovi ambiti e le nuove facoltà per i dicasteri interessati saranno definiti con documenti in forma di lettera apostolica motu proprio.
Dopo aver letto la comunicazione sui seminari e sulla catechesi, il Papa -- parlando a braccio -- ha voluto ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno dato vita a questa esperienza sinodale. E, innanzitutto, ha espresso i suoi auguri ai nuovi cardinali. Anche il concistoro del 24 novembre, ha reso noto, nasce nel contesto della nuova evangelizzazione per mostrare l'universalità della Chiesa.
In precedenza, a nome dei padri sinodali il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, uno dei tre presidenti delegati, aveva ringraziato il Pontefice «per averci coinvolti nella sua preoccupazione per l'evangelizzazione del mondo».
Il primo grazie, ha proseguito il porporato, va a Dio «sorgente dell'evangelizzazione per averci dato la forza necessaria per condurre a buon fine i lavori sinodali su un tema molto impegnativo come la nuova evangelizzazione». E «con l'Eucaristia di domani -- ha aggiunto -- metteremo tutto nelle mani del Signore».
La messa di chiusura del sinodo, domenica mattina, sarà infatti «l'apice del sinodo ma anche il punto di partenza per la nuova evangelizzazione nell'Anno della fede». I partecipanti al sinodo, ha detto ancora il cardinale, sono grati al Pontefice «per la sua presenza alle congregazioni generali e per aver ascoltato anche gli interventi liberi condividendo così le nostre preoccupazioni». Una presenza che, ha proseguito «ci ha confermato e rafforzato nella fede e ha dato un'aria familiare alle nostre assemblee». Inoltre con i suoi interventi il Papa «ci ha dato preziose indicazioni», vere e proprie «parole chiave e pietre miliari nel cammino della nuova evangelizzazione». Nessun ambito della vita è stato tenuto fuori dal dibattito in aula. In fin dei conti la nostra missione è «annunciare Gesù Cristo all'uomo del nostro tempo attraverso il dialogo», ricordando che «la Chiesa comincia con l'azione di Dio e non con quella degli uomini».
Il cardinale Monsengwo Pasinya ha concluso il suo intervento assicurando al Papa l'«impegno risoluto» di tutti per rilanciare la nuova evangelizzazione nell'Anno della fede.
I lavori della congregazione erano iniziati con la lettura delle ultime proposizioni preparate dai padri sinodali.
Le prime 34, infatti, erano state presentate nel corso della ventunesima congregazione generale svoltasi venerdì pomeriggio, 26 ottobre, alla presenza di Benedetto XVI. Le hanno lette il cardinale Donald William Wuerl, relatore generale, e l'arcivescovo Pierre-Marie Carré, segretario speciale. Presiedeva la sessione il cardinale John Tong Hon, vescovo di Hong Kong.
Queste prime proposizioni toccano tra l'altro i temi della migrazione, della Dottrina Sociale della Chiesa, della conversione, della catechesi degli adulti, del catechismo e dei catechisti, della teologia, dei malati, del sacramento della penitenza, delle sfide del nostro tempo, della testimonianza in un mondo secolarizzato. Abbracciano in sostanza i temi più rilevanti che riguardano la nuova evangelizzazione senza tralasciare riferimenti ai documenti del concilio Vaticano II, all'inculturazione, all'aspetto missionario permanente della Chiesa, alle Sacre Scritture, alla libertà religiosa, alla conversione e all'educazione.
Nel corso della ventiduesima congregazione generale di sabato mattina, l'arcivescovo Carré e il cardinale Wuerl hanno proseguito la lettura dell'elenco delle rimanenti 24 proposizioni. Quindi nella seconda parte della mattinata sono intervenuti tre uditori. Padre Emili Turú Rofes, superiore generale dell'Istituto dei fratelli maristi delle scuole cristiane, ha sottolineato l'importanza delle istituzioni educative cattoliche e della possibilità che si convertano in centri di nuova evangelizzazione. Affinché le realtà educative cattoliche siano veramente centri di nuova evangelizzazione, occorre, ha detto il religioso, che le persone impegnate siano veramente formate e preparate. Successivamente, Peter Murphy, direttore esecutivo del segretariato per l'evangelizzazione e la catechesi della Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti d'America, ha parlato della necessità per i laici di sperimentare un genuino e personale incontro con Cristo. La nuova evangelizzazione, ha detto, ha bisogno di un'esperienza di Pentecoste per i laici e le famiglie che li incoraggi a essere apostoli. Infine, il brasiliano Ari Luis Do Vale Ribeiro, docente al seminario della diocesi di Santo Amaro, coordinatore diocesano della catechesi, ha parlato della necessità dell'evangelizzazione rivolta a tutti i componenti della famiglia, specialmente attraverso la catechesi parrocchiale.
Da segnalare ancora che per benevola decisione del Papa in questa occasione è stato consentito che venga pubblicata sul bollettino della Sala Stampa della Santa Sede una versione, seppure provvisoria, ufficiosa e non ufficiale, delle proposizioni in lingua inglese.
A fine mattinata nella Sala Stampa della Santa Sede il cardinale Wuerl, l'arcivescovo Carré e l'arcivescovo Michalik hanno partecipato all'incontro conclusivo con i giornalisti, per illustrare le proposizioni. I presuli, tra l'altro, hanno portato la testimonianza dell'esperienza da loro stessi vissuta durante le giornate sinodali, evidenziando la complessità del lavoro svolto per condensare la grande mole delle proposte fatte. Da queste è emerso, in modo particolare, come base comune di ogni intervento sia stata una significativa esperienza di fede vissuta, ma soprattutto una testimonianza del coraggio con il quale viene ancora oggi diffuso il Vangelo nel mondo. «Ho avuto la netta sensazione -- ha detto in particolare monsignor Michalik, che è arcivescovo di Przemyśl dei Latini -- di aver vissuto una grande esperienza di comunione e ho avuto la conferma del fatto che questo sinodo non è stato convocato perché nel mondo esistono tanti problemi, ma è stato convocato sulla scia del comandamento del Signore che ci ha detto: “andate e predicate il Vangelo”».
Molto positiva è stata giudicata la partecipazione «di tanti ospiti qualificati». Non è da tutti i giorni, ha detto ancora l'arcivescovo polacco, «ascoltare il Patriarca ecumenico Bartolomeo mentre ricorda che cinquant'anni fa ha vissuto direttamente l'esperienza del concilio, o il Primate della comunione anglicana Rowan Williams sottolineare l'importanza che egli annette all'evangelizzazione».
Ultima sottolineatura comune la grande esperienza di comunione vissuta non solo tra i cardinali e i vescovi, ma anche «tra i rappresentanti di quel vasto movimento laicale» che ha fatto sentire la propria «apprezzatissima voce tramite alcuni loro giovani, anzi giovanissimi rappresentanti» ha notato in chiusura il presule.
L'appuntamento è ora per la messa conclusiva che il Papa presiederà alle 9.30 di domani, domenica 28 ottobre, nella basilica di San Pietro.
(©L'Osservatore Romano 28 ottobre 2012)
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