venerdì 5 ottobre 2012

Il Vaticano ha interrotto oggi le trattative con i Lefebvriani. Lo annuncia Mons. Müller ad una radio tedesca


Vaticano rompe trattative con tradizionalisti lefebvriani

ROMA (Reuters) 

Il Vaticano ha interrotto oggi le discussioni in vista del ritorno in seno alla Chiesa cattolica dei tradizionalisti della Fraternità sacerdotale San Pio X, ha annunciato oggi il nuovo prefetto della Congregazione per la fede.
L'accordo tra la Santa sede e la Fraternità, fondata nel 1970 da monsignor Marcel Lefebvre, avrebbe consentito di porre fine a uno scisma che dura ufficialmente da 24 anni.
In un'intervista che sarà messa in onda domani dalla radio tedesca Norddeutscher Rundfunk (NDR), l'arcivescovo tedesco Gerhard Müller - nominato nel luglio scorso alla guida della Congregazione per la dottrina della fede - prevede la fine dei negoziati coi tradizionalisti, che rifiutano le riforme adottate con il Concilio Vaticano II (del 1962-1965).
"Non possiamo abbandonare la fede cattolica, in questi negoziati", ha dichiarato l'ex vescovo di Ratisbona, in Baviera. "Su questo non ci saranno compromessi... non penso che ci saranno nuove discussioni".
Nelle ultime settimana il portavoce della Fraternità aveva fatto capire che le trattative con il Vaticano erano giunte a un punto morto, dato che Roma esige che i tradizionalisti accettino le riforme.
Sarà ora il Papa Benedetto XVI - che ha guidato la stessa Congregazione per la dottrina della fede tra il 1981 e il 2005, quando fu eletto Pontefice - a decidere quale atteggiamento adottare verso i tradizionalisti, ha detto Müller.

(Tom Heneghan)

© Copyright Reuters

29 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono per niente da parte loro (Lefebvre), ma questo è un "échec" per la Chiesa. L'argumentazione del nuovo Prefetto lascia pensare... e non somiglia a cio che diceva il Cardinale Ratzinger... Le parole del Papa (e prima del Cardinale) erano di bontà, di delicatessa e di verità; quelle del Mgr Muller sono, dalla sua nomina, parole brutali, offensive e settarie.
Davanti a questo semplice fatto, cognosco Preti che domandono: "Mons Lefebvre non aveva ragione?". Aveva torto, et soltante il Papa ha la parola justa, non Muller (peccato!): il nuovo Prefetto sta per perdere autorità.
Scusate il mio povero italiano. Saluto della Francia! Ad Iesum cum Petro et sub eo.

Simon de Cyrène ha detto...

Personalmente penso che sia una cosa buona aver avuto la fermezza di stabilire cosa definisce essere cattolico o no: avere la stessa fede che ci è comunicata dal Magistero Autentico del Papa e dei Vescovi in unione con lui.

La chiesa lefebvriana vada ormai per il suo cammino e pregheremo tutti affinchè i quei Semina Verbi che possiede siano sufficienti un giorno, tra un o due secoli, o prima, per farla desiderare una piena conversione come è avvenuto con gli anglicani.

La Carità richiederebbe ormai che si riconosca formalemente il lefebvriani come non più sottomessi al CIC di Santa Romana Chiesa: ciò permetterebbe loro di poter celebrare la pentitenza ed il matrimonio validamente.
Ubi Petrus Ibi Ecclesia. I.P.

Anonimo ha detto...

se le parole di Muller sono vere credo che il papa abbia di nuovo una gatta da pelare. Ditemi voi se un prefetto della CdF debba andare a dire in una intervista certe cose così gravi e così impegnative, quando ancora il papa non s'è espresso. Muller con questa uscita o dimostra di essere imprudente, oppure mostra che con tali parole vuole condizionare il papa. In entrambi i casi è un gesto negativo. Muller parla troppo. Se comunque le parole di Muller esprimono pure la posizione della Santa Sede .....beh, io che non sono lefebvriano dico: i lefebvriani hanno ragione quando affermano che col Vaticano II è stata creata una nuova chiesa. E fanno bene a non volerci entrare.

Dante Pastorelli ha detto...

Un Prefetto di quella ch'era un tempo una Suprema Congregazione creata per difendere la Fede Cattolica dovrebbe chiacchierare meno e magari pregare di più. Qui non voglio giudicare la sua peraltro nota e da molto sbandierata opposizione alla conciliazione tra S. Sede e la S.P.X. Non voglio neppure giudicare la scelta operata dal Papa. Voglio solo dire che un vescovo elevato ad una carica così delicata dovrebbe comportarsi molto, molto diversamente.

don gianluigi ha detto...

Sarebbe interessante sapere quali riforme intende mons. Mueller come condizione irrinunciabile per riammettere la Fraternità S.Pio X.
Poi sarebbe ancora più interessante sapere cosa significhi la frase seguente:
"Non possiamo abbandonare la fede cattolica, in questi negoziati", ha dichiarato l'ex vescovo di Ratisbona, in Baviera. "Su questo non ci saranno compromessi... non penso che ci saranno nuove discussioni".

I Lefebvriani avrebbero abbandonato la fede cattolica? Forse il nuovo Prefetto dell'ex S. Ufficio dovrebbe essere un po' più preciso e indicare quali verità di fede sono state abbandonate.

Anonimo ha detto...

La notizia dell'intervista di mons Muller davvero sgomenta. Ma a me non risulta che i Lefevbriani seguano una religione non cristiana, non cattolica per cui "la fede cattolica sarebbe minacciata da loro". Non sono un seguace dei Lefebvriani e spesso alcune loro posizioni irritano, ma trovo tuttavia gravissima questa chiusura. Mons Muller è noto in Germania per aver detto più volte che bisognava chiudere il seminario dei lefevbriani in terra tedesca e condurre i seminaristi tradizionalisti nei seminari delle diocesi di appartenenza. In sostanza sarebbe come dire ad un Istituto religioso: chiudete lo studentato perchè i vostri chierici ce li prendiamo noi. Assurdità inaccetabili e irragionevoli. L'indifferenza dei più purtroppo attuerà il progetto di Mons Muller e lo si farà passare come volontà del Santo Padre.
Facciamoci ancora del male! Che roba strana.

Dante Pastorelli ha detto...

Ho letto altrove che mons. Muller ha dichiarato che è inutile continuare le discussioni coi lefebvriani (cioè dialogo chiuso) mentre procede assai bene il dialogo coi protestanti che hanno tante cose in comune con i cattolici.
Bene, vorrei sapere se la S. Pio X ha meno cose in comune con la Chiesa dei protestanti.
Se le persone fossero razionali dovrebbero dire che la prima associazione religiosa più vicina alla Chiesa è la S. Pio X. Si dialoga coi lontani ed anche nemici e si sbatte la porta in faccia a coloro che, innegabilmente, sono i più vicini, perché niente negano del patrimonio dogmatico e dottrinale della Chiesa, ad eccezioni di alcuni punti del Vaticano II?

gemma ha detto...

Ma doveva proprio esternare in radio su cose così delicate?

Simon de Cyrène ha detto...

Per un cattolico non è possibile affermare che ci sia oggettiva incompatibilità tra i testi conciliari, che sono testi magisteriali, con lo stesso Magistero e la Tradizione.

Si può certo affermare a livello personale e soggettivo che non si vede questa compatibilità e chiederne possibilmente speigazioni alla Santa Sede.

Ma se si afferma l'IMPOSSIBILITÀ DI UNA TALE COMPATIBILITÀ allora ci si allontana sicuramente e definitivamente dalla struttura fondamentale della FEDE CATTOLICA.

Quindi ha ragione S.E. Mons Müller di ricordare che sulla fede non si può transigere e che la posizione della FSSPX attacca il fondamento stesso del cattolicesimo e che stando così le cose non può essere riconosciuta cattolica dal Santo Padre e dalla Santa Sede.

La FSSPX si situa quindi, rispetto alla Chiesa Cattolica più lontana delle Chiese ortodosse ma più vicina che le comunità ecclesiali protestanti, anche se prendono molti atteggiamenti anti-romani, anti-magisteriali e anti-papisti da queste ultime.

La porta della Chiesa non sarà mai chiusa alla FSSPX, ma, francamente, ormai il ruolo di discutere con essa va devoluto con onestà al dicastero in carica del dialogo ecumenico, come sembra d'altronde richiesto da altri commentatori che non desiderano che la FSSPX sia tratta "peggio" che le altre chiese e comunità ecclesiali cristiane non cattoliche. I.P.

Anonimo ha detto...

Cerchiamo però di non cadere nei sofismi. Altro è il dialogo ecumenico con le chiese e comunità ecclesiali storicamente separate, altro lo scrutinio dottrinale di un gruppo neo scismatico nell'attualità.

Nel primo caso, il dialogo è volto a ricostituire l'unità e a favorire il rientro nella Chiesa Cattolica di persone che non portano la responsabilità della separazione, e il risultato può essere, come si è verificato per alcuni gruppi anglicani, l'incorporazione dopo che hanno chiesto di rientrare accettando e firmando l'intero Catechismo come corpus dottrinale accettato e riconosciuto. Sono disposti per caso i lefebvriani a fare altrettanto?

Nel secondo caso, il dissenso attuale e personale, è portato direttamente, e in quanto tali, su alcuni sviluppi dottrinali essenziali che la Chiesa ha fatto propri attraverso un Concilio ecumenico, su temi come la libertà religiosa, l'ecumenismo e il rapporto con le regilioni non cristiane, la collegialità episcopale. Su questi punti la SPX dichiara che la Chiesa Cattolica (!) è in errore, che sono loro i veri cattolici conservatori della fede pura, e dunque li rigettano; e che perciò non rientreranno a nessuna condizione sino a che la Chiesa Cattolica, a questo punto sedicente tale (!!), non avrà riconosciuto i propri errori.

Mentre sappiamo benissimo che non è così, come il Papa regnante, insieme ai suoi Precedessori, ha spiegato in lungo e in largo. Ma al Papa costoro intendono DI FATTO non riconoscere questa autorità, persino dopo avere da Lui ottenuto tutto ciò che potevano ottenere. Infatti rigettano anche il Magistero pontificio successivo al Concilio. Se questo non è perdere la fede cattolica...

E' chiara la differenza? Dunque il Prefetto ha perfettamente ragione. Non si può continuare a colloquiare sempre sulle stesse cose, se si sono perse le basi della fede.
E' come parlare con i sordi.
La smettessero di fare perdere tempo e si facessero le loro sette come meglio gli piace e del resto già fanno da decenni (lo stesso fecero i "vecchi cattolici" dopo le "novità" del Concilio Vaticano I).
Oppure ci ripensino e si decidano senza se e senza ma, visto che ormai conoscono perfettamente tutto ciò che c'é da conoscere per dirsi cattolici, e addirttura sono state date loro anche le carte necessarie.

Luisa ha detto...

Il titolo è di Reuters,immagino che Raffaella l`ha ripreso tale quale.
Premettendo che è per lo meno sconcertante che il Prefetto della CDF scelga una radio tedesca per dare quella notizia, e in attesa di leggere le sue vere parole, vorrei dire che la frase:
"non possiamo abbbandonare la fede cattolica in queste discussioni"
è semplicemente assurda, dal momento che la FSSPX non fa che professare la Fede che è stata quella della Chiesa fino al Vaticano II, il Prefetto dovrebbe spiegarci che cosa intende per fede cattolica e in che cosa la FSSPX non la professerebbe, difficilmente ci riuscirà perchè significherebbe dire che la Chiesa fino al Vaticano II non professava la fede cattolica!
Aggiungo che per difendere la fede cattolica, dovrebbe piuttosto interessarsi da vicino a chi nella Chiesa la fede la sta sovvertendo, veramente, e da tempo ormai.

Gianpaolo1951 ha detto...

Me l'aspettavo un'uscita del genere da parte del monsignore in questione!...
Già la sua nomina mi ha fatto fare un balzo sulla sedia..., ora attendo le parole chiarificatrici del Santo Padre!!!

Dante Pastorelli ha detto...

Si fanno qui troppi sofismi sulla maggior vicinanza degli scismatici ed eretici orientali a Roma rispetto alla Fraternità S. Pio X.
Si dica chiaramente: quali sono le Verità di Fede sempre professate dalla Chiesa negate dalla Fraternità e quali dagli scismatici ed eretici orientali?
Il fatto che orientali non cattolici di oggi non abbiano causato lo scisma non significa niente. Possono esser in buona fede gl'ignoranti nati e formati in quella dottrina ma non i dotti vescovi e preti che ben conoscono le Verità che negano.

Anonimo ha detto...

La Chiesa Cattolica, nel Concilio Vaticano II, ha professato la fede cattolica che professava prima, ha continuato a professare la stessa idendica fede, e continuerà a farlo in tutti i concili futuri che si succederanno nella storia, come in quelli passati. Distinguere le due cose e negare questa identità della Chiesa e della sua fede significa perdere la fede cattolica.
Chi non vuole capire non capisce.

Dante Pastorelli ha detto...

Veramente il card. Ratzinger ha detto che il Vaticano II s'è posto ad un livello più modesto dei grandi concili dogmatici. Pertanto ormai da tutti è riconosciuto che i documenti del Vaticano II sono da ritenersi vincolanti lì dove professino la fede sempre creduta, mentre lì dove espomgano dottrine nuove sono discutibili (si pensi alla Nostra Aetate) in quanto eminentemente pastorali. E la pastorale non è infallibile.
Se poi si afferma, come il Papa, che il Vaticano II in nulla ha mutato la dottrina precedente della Chiesa, se ne può ricavare che chi ha la dottrina precedente come punto fermo del suo esser cattolico non rifiuta il concilio, ma solo quei punti equivoci che già ad altri istituti che li ritengono fuori della Tradizione, è stato concesso nel decreto di riconciliazione di discutere con la S. Sede. Quali siano i risultati di queste discussioni con la S. Pietro, Campos o Buon Pastore, non si sa: se ne deduce che non sono mai neppure iniziate!

Luisa ha detto...

Concordo con Dante Pastorelli, che Mons.Müller ci dica quali sarebbero le verità di fede che la FSSPX rinnegherebbe, come ho già detto difficilmente ci riuscirà, salvo se intende che il Vaticano II è diventato un dogma, anzi, un superdogma, salvo se contestare alcuni documenti di quel Concilio, se dire che in alcuni punti non sono in continuità con la Tradizione, o reclamare che la loro continuità venga dimostrata dal Successore di Pietro, equivale a non essere più cattolici... se così fosse saremo in molti, anche eminenti teologi e storici, a cadere sotto la sua scure!
Ricordo, en passant, che la Dichiarazione Dottrinale inviata da Mons. Fellay alla Santa Sede è stata accettata, purtroppo in seguito, all`ultimo momento, la Commissione vaticana ha introdotto nuovi cambiamenti, nuove esigenze.

Dante Pastorelli ha detto...

Circa il famoso preambolo siamo, noi fedeli, decisamente disinformati, nel senso che nessuna informazione precisa ci è stata fornita da chi di competenza. Abbiamo dichiarazioni di qua e di là ma tutte "interessate", di parte ed anche fumose. Occorre un'informazione oggettiva e veritiera, per poter giudicare e ritrovare la serenità d'animo.
Si dice che mons. Fellay abbia accettato un primo documento, approvato dal Papa. Questo documento sarebbe poi stato modificato in senso tanto restrittivo da non poter esser accettato dalla Fraternità S. Pio X.
Io non so se effettivanente ci siano state diverse redazioni contrastanti del preambolo, e cosa sia accaduto tra la prima e l'ultima giudicata irricevibile. I fedeli avranno anche il diritto di venir a conoscere la verità sui motivi della rottura delle trattative ch'erano giunte ad un passo della tanto sospirata oconciliazione. Conciliazione sospirata dai cattolici ma avversata sempre da chi evidentemente, tra sarcasmo e invettive, non la voleva, per spingere ai margini una grossa ed importante realtà ecclesiale.
Questa rottura determinerà ulteriori lacerazioni, un approfondimento delle preesistenti, con la conseguenza che il risarcimento verrà rinviato a tempo indeterminato.
A noi uomini di fede, che mai ci staccheremo da Roma, sede di Pietro, ma che possiamo anche avvertire i limiti di Simone e soprattutto di certi suoi collaboratori, non resta che pregare per l'unità della Chiesa e perché lo Spirito Santo illumini il prefetto Muller che non sta dando, almeno sino ad ora, una buona prova, nel senso di magnanimità, perseverando nella sua nota ostilità verso la S. Pio X.

Anonimo ha detto...

In realtà, al di là dell'anticipazione, non c'é una chiusura da parte di S.E. Mons. Mueller. Ha solo risposto pubblicamente alle recenti esternazioni altrettanto pubbliche da parte di esponenti della SPX. E lo ha fatto con molta chiarezza, secondo criteri e principi che qualsiasi cattolico dovrebbe accettare.

Si veda quanto riportato in questo articolo, nonostante il titolo fuorviante:
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/mueller-lefebvriani-lefebvrians-lefebvrianos-18697/

e soprattutto nella lunga intervista originale concessa, in due parti, al settimanale cattolico statunitense National Catholic Register:
http://www.ncregister.com/daily-news/archbishop-mueller-on-the-sspx-and-his-controversial-writings/

E' la SPX che deve ancora dare una risposta ufficiale al testo defintivo del c.d. preambolo. Perché non si decidono?

Anonimo ha detto...

L'ipocrisia della FSSPX e di Mons Fellay è stata svelata allo sguardo della CDF e del Santo Padre tra aprile e giugno e confermata dopo il capitolo di luglio.
I puntini sono stati messi sulle i dall'ottimo Mons Müller: finalmente abbiamo di nuovo un Prefetto della CDF che ha il coraggio delle proprie opinioni: grazie, Benedetto XVI!

Luisa ha detto...


Mons. Müller parla molto, negli Stati Uniti, in Germania, ai giornali, alla radio, le sue ultime esternazioni sulla radio tedesca, di cui per il momento abbiamo solo anticipazioni riprese con folgorante rapidità da agenzie stampa e da Vatican Insider, sembrano più definitive di altre rilasciate a NCR, in cui non solo diceva di restare ottimista ma precisava anche come e in che cosa la FSSPX potrà aiutare la Chiesa....ad esempio per la Liturgia visto gli abusi liturgici che tanto male hanno fatto alla fede e a molta gente.
Disperdersi nei media, sapendo anche quanto grande sia il rischio di vedere riportati i propri propositi troncati o anche distorti, non aiuta di certo la serenità e la chiarezza su temi così importanti e sensibili.

Dante Pastorelli ha detto...

Quest'ultimo commento sull'ipcrisia di mons. Fellay ecc. sembra uscito dalla tastiera di Simon cireneo. Stesse espressioni usate in altri blogs. Ma questo prete come mai non ha il coraggio di firmarsi con nome e cognome? In fondo è molto allineato, molto nemico della Fraternità per esser apprezzato da certi ambienti curiali. Potrebbe far carriera.

Dante Pastorelli ha detto...

Quest'ultimo commento sull'ipcrisia di mons. Fellay ecc. sembra uscito dalla tastiera di Simon cireneo. Stesse espressioni usate in altri blogs. Ma questo prete come mai non ha il coraggio di firmarsi con nome e cognome? In fondo è molto allineato, molto nemico della Fraternità per esser apprezzato da certi ambienti curiali. Potrebbe far carriera.

Anonimo ha detto...

Ma basta con questa storia dei Leebvriani. La Chiesa si è ampiamente espressa in un Concilio. Se non ci stanno facessero la loro strada e chi li vuol seguire li segua. Grazie a Muller per questa parola di VERITA'. E anche voi siate più sobri nei vostri commenti. Il Signore ci ha detto il Vostro parlare sia SI o NO il troppo viene dal democio. E allora: c'è un concilio con i suoi documenti ufficiali. Questa è la Chiesa...il resto viene dal demonio.

Gianpaolo1951 ha detto...

Caro Anonimo delle 14:10, se la Chiesa del CV-II si fosse espressa con il sì, sì – no, no insegnato da Gesù, invece del linguaggio della Sibilla Ibis redibis non morieris in bello, non saremmo qui a discutere di queste cose!!!

Anonimo ha detto...

Quindi, il concilio vat II è dogmatico? ah..... non lo sapevo....

Quindi, chi osa criticarlo o raddrizzarne le EVIDENTI STORTURE NON CATTOLICHE... sarebbe fuori dalla Chiesa Cattolica? ah! non lo sapevo....

Quindi, quì c'è qualcuno che parla a vanvera...e questo lo sapevo....

Dante Pastorelli ha detto...

Anche il commento dell'anonimo (ah, com'è bello sparare all'ombra dell'anonimato!) somiglia tanto nello stile ai parti simoniani.
Agl istituti Ecclesia Dei è stato riconosciuto il diritto di dioscutere i punti del concilio che appaiono in copntrasto con la Tradizione. E allora? Perché non si è datto loro: nel concilio non è in nente discutibile o dentro o fuori?
Bene, io che su diversi parti di documenti nutro forti dubbi, sarei grato al Papa se dicesse, ma in modo solenne: con la mia Autorità Apostolica dichiaro e definisco che tutti i documenti del Vaticano II sono infallibili e se uno non li accetta come tali, anathema sit.
Non avrei più problemi, risponderei: Tu sei Pietro.

Clemente Carlo ha detto...

Va detto chiaramente che la decisione che sarà presa riguardo ai tradizionalisti presunti scismatici, "ma anche" cattolici, visto che non pende nessuna sanzione sulle loro teste, non avrà nulla a che fare né con la dottrina, né con la disciplina, ma sarà squisitamente politica.

Dal punto di vista della dottrina si rimprovera alla FSSPX di non accettare il Concilio Vaticano II, quando questa ne contesta solo alcuni documenti formalmente minori e non riguardanti la Fede e la Morale, le "Dichiarazioni" sulla libertà religiosa, sull'ecumenismo e sulla collegialità, ed esprime, come altri studiosi cattolici, riserve su formulazioni dubbie in alcuni documenti di carattere dogmatico. Segnalo un interessante articolo di Sandro Magister http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350219 , in cui lo stimato teologo John R.T. Lamont notava, che la Fraternità approva la maggior parte dei testi conciliari, che fra l'altro Mons. Lefèbvre aveva votato, mentre i "conciliaristi puri e duri" accettano solo ciò che quella critica, rigettando nei fatti tutto quello che si riferisce alla Tradizione. Non si contano in giro per l'Europa ed il mondo gruppi, movimenti e perfino membri della Gerarchia, che professano opinioni temerarie e spesso eretiche, senza per questo perdere la loro "regolarità canonica": è già molto se ricevono qualche timida osservazione.
All'interno della Chiesa ognuno fa un po' quello che vuole e delle raccomandazioni del Santo Padre anche molti vescovi se ne fanno, malgrado non lo portino, "un baffo", come per l'applicazione del motu proprio "Summorum Pontificum", che o ignorano o osteggiano, oppure per la raccomandazione di correggere la traduzione del "pro-multis" nella consacrazione del vino, tradotto arbitrariamente (ma democraticamente) in "per tutti".

Benedetto XVI, sulla scia dei documenti firmati dal B. Giovanni Paolo II, ma da Lui redatti, sta cercando di rimettere un po' d'ordine nel caos del post-concilio, ma viene osteggiato da forze avverse dentro e fuori la Chiesa. La regolarizzazione della Fraternità Gli sarebbe di concreto aiuto: la Fraternità dice a voce alta, quello che i buoni cattolici pensano a voce bassa.
Da parte della FSSPX ci vorrà uno sforzo, perché la paura di essere col tempo omologati all'andazzo post-conciliare e perdere la propria identità è tanta.
Infine il solo fatto poi che si parli apertamente del (pio) desiderio di Benedetto XVI di procedere ad una "riforma della riforma" indica che in quel messale "c'è qualche problema".

Perciò, come detto all'inizio, la decisione sarà solo politica: le forze europee anti-cristiane faranno di tutto per impedire la regolarizzazione; in Germania non pochi politici, specie liberali e verdi, al pari della maggioranza dei vescovi, che da un lato fanno cerimonie comuni con i protestanti ed dall'altro impedisco l'accesso alle chiese alla FSSPX, si sono espressi in questo senso; lo stesso faranno le forze progressiste in Vaticano.

La decisione finale spetta solo al Santo Padre, che avrà la possibilità di dimostrare una volta in più le Sue "virtù eroiche". Che Dio e la B.V.M. Lo assistano.

Anonimo ha detto...

Curiosamente vedo pubblicata la notizia del pronunciamento di Mueller, ma nessuno cita ciò che sta a monte: e cioè la conferma della lettera personale di Benedetto XVI a Fellay dove egli dice a chiare lettere che è SUA VOLONTA' la piena accettazione del Concilio.

Oggi su Vatican Insider era comparso un approfondimento di Tornielli sulla vicenda (Fellay aveva scritto a Benedetto XVI per sapere se le "nuove condizioni" erano state dettate da lui o da collaboratori; il Papa aveva risposto personalmente che le aveva volute lui). Poi l'articolo è scomparso. Qui non lo si è citato. Molto curioso.

Certo è strano veder citato sempre Benedetto XVI quando corregge qualche interpretazione storta del Concilio e molto meno quando ne difende la bontà. Vediamo se giovedì, quando ne parlerà ai microfoni di tutto il mondo, si continueranno a fare orecchie da mercanti.

Raffaella ha detto...

Se lo avessi visto l'avrei segnalato come ho fatto per la lettera:

http://paparatzinger5blograffaella.blogspot.it/2012/10/il-papa-ha-scritto-fellay-per-rientrare.html

R.