venerdì 5 ottobre 2012

Mons. Fisichella: Nuova Evangelizzazione sfida positiva per l'uomo di oggi


Mons. Fisichella: Nuova Evangelizzazione sfida positiva per l'uomo di oggi 

Viva l’eco delle parole di Benedetto XVI, pronunciate ieri durante la sua visita al santuario mariano di Loreto. “Bisogna tornare a Dio perché l’uomo torni a essere uomo”, ha affermato il Papa: un invito in piena sintonia con le prossime aperture dell’Anno della Fede e del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione. Su quest’ultimo aspetto in particolare il nostro inviato a Loreto, Alessandro Guarasci, ha chiesto un commento a mons. Rino Fisichella, presidente dell’apposito dicastero creato dal Papa: 

R. - La Nuova Evangelizzazione è la sfida per l’Europa e non solo. È una sfida però positiva, perché la Nuova Evangelizzazione significa far conoscere ancora la Chiesa a popoli, a persone che hanno incontrato nel passato Gesù Cristo. Farlo conoscere di nuovo e farlo sentire come una necessità, soprattutto in un contesto di grave crisi e disorientamento, come quello che stiamo vivendo. 

D. – Dunque Loreto, in questo momento, assume un ruolo quasi centrale…

R. – Loreto, non dimentichiamo, è il santuario italiano dedicato alla Madonna, per antonomasia. Qui c’è la casa e se noi pensiamo al valore che la casa possiede – anche nella cultura dell’Italia, nella cultura dell’Occidente in genere – vuol dire stabilità, la casa vuol dire accoglienza, vuol dire la famiglia, la casa vuol dire saper guardare al futuro, essere protetti. Cioè, un insieme di elementi che trovano una loro spiegazione ed un loro significato più pieno, anche alla luce del Vangelo. 

D. – Appunto lei parla di Vangelo e di evangelizzazione, sono queste le "svolte" anche per superare la crisi economica e sociale che ha investito soprattutto l’Europa in questo momento?

R. – Io penso di sì, perché la crisi che l’Europa vive, in modo particolare, o anche gli Stati Uniti, non dimentichiamolo, è una crisi che oggi ha il volto della crisi economica e della crisi finanziaria. Però, questa è una conseguenza di una crisi più ampia; io sono convinto che oggi in crisi è una cultura che non è più capace di creare un progetto, una cultura che non è più capace di guardare all’essenziale. Quindi, questo va a scapito dell’uomo, è l’uomo che è entrato in crisi, una crisi profonda. Però, le crisi sono sempre di transizione, non sono mai un momento definitivo, né nella storia, né nella vita delle persone. Sono convinto che si deve e si può pensare positivamente, anche in un tempo di crisi: la crisi serve per dare anche un giudizio e quindi per capire dove siamo e soprattutto dove vogliamo andare. La Nuova Evangelizzazione, da questa prospettiva, ne è conseguenza, nel senso che ad un uomo disorientato, ad un uomo che non ha speranza, il Vangelo e la Chiesa dicono ancora oggi che la speranza è un incontro con Gesù Cristo e con la comunità, che ancora vive di Lui e che lo annuncia. Per questo, per noi diventa anche una grande responsabilità. La Nuova Evangelizzazione non è soltanto una sfida per gli altri, è anche una responsabilità innanzitutto per noi, perché ci obbliga a guardare all’essenziale e a ritornare ad agire, in modo particolare, con una testimonianza coerente e veritiera, per un servizio che abbiamo al nostro contemporaneo. 

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: