martedì 23 ottobre 2012

Gabriele, pubblicata la sentenza integrale (Sir)


PROCESSO A PAOLO GABRIELE: SANTA SEDE, PUBBLICATA LA SENTENZA CON LE MOTIVAZIONI

È stato pubblicato oggi il testo integrale della sentenza, con le relative motivazioni, con la quale Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa, è stato giudicato colpevole di «furto qualificato» e condannato a 3 anni di reclusione, poi ridotti della metà per «attenuanti generiche». «Paolo Gabriele - ha reso noto padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, nel briefing odierno con i giornalisti - è rimasto agli arresti domiciliari», visto che è ancora aperta la possibilità - non più per la difesa, i cui termini sono scaduti, ma per il promotore di Giustizia della Corte d'Appello vaticana - di ricorrere in appello entro 40 giorni. «Qualora il promotore di Giustizia non faccia appello - ha spiegato padre Lombardi - la sentenza diventa esecutiva, e c'è da prevedere la carcerazione». In questo caso, Gabriele sconterebbe i 18 mesi di reclusione nella caserma della Gendarmeria vaticana. Quanto all'eventualità della grazia da parte di Benedetto XVI, padre Lombardi ha detto che «è una possibilità»: «Se il Papa lo desidera, deciderà quando e come». La Commissione cardinalizia, invece, «ha finito il suo lavoro da tempo, ma di questo non è stata data notizia perché era, ed è in corso il lavoro della magistratura, e non sembrava utile sovrapporsi ad esso». Il 5 novembre ci sarà la prima udienza del procedimento verso Claudio Sciarpelletti. 
«Il Tribunale vaticano - ha commentato padre Lombardi, rispondendo alle domande dei giornalisti - dice che quelli imputati a Paolo Gabriele sono fatti molto gravi, e in base a questo pronuncia una condanna seria, ridotta poi in base alle attenuanti», e cioè «l'assenza di precedenti penali, le risultanze dello stato di servizio lodevolmente svolto in epoca antecedente ai fatti contestati, nonché la sopravvenuta consapevolezza di aver tradito la fiducia del Santo Padre». La sottrazione di documenti riservati - che nella fattispecie giuridica si configura come «furto», e non come «appropriazione indebita» - «rimane l'elemento fondamentale», ed è «un fatto pienamente confermato», ha detto padre Lombardi, ricordando che l'imputato «ha sottratto documenti anche originali, e documenti pontifici riservati con annotazioni del Santo Padre». Dal furto, si legge nella sentenza, Paolo Gabriele «ha tratto un profitto non economico forse, ma certamene intellettuale e morale»: quanto all'imputabilità, per il Tribunale vaticano ci sono «chiari indicatori della sussistenza, nell'imputato, della capacità di intendere l'illiceità del suo comportamento e della sicura volontà di porlo in essere». 

© Copyright (Sir)

Nessun commento: