martedì 24 luglio 2012

Unioni civili, Avvenire: la Costituzione parla chiaro (Izzo)

UNIONI CIVILI: AVVENIRE, LA COSTITUZIONE PARLA CHIARO 


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 lug. 



"La Costituzione e' una e non si puo' fare a fette secondo interessi e mode del momento". 
Lo afferma il quotidiano cattolico Avvenire in merito alle affermazioni in difesa dei registri delle unioni civili che vengono promossi a livello locale. Secondo il giornale della Cei, dalla Carta si evince con chiarezza che "i diritti e doveri della famiglia fondata su un pubblico e serio impegno con se stessi, con i figli che potranno venire e con la comunita' di cui si e' parte non sono confondibili ne' equiparabili con quelli delle coppie che liberamente vivono insieme senza sposarsi o che vengono costituite da persone dello stesso sesso". 
"La Consulta - spiega il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, rispondendo ai quesiti dei lettori - l'ha ribadito con una certa chiarezza, piu' volte. Magari, pero', questa nostra saggia Costituzione non la si applica, facendola diventare lettera morta". Il direttore di Avvenire denuncia nel corsivo le inadempienze "a danno della famiglia e del futuro stesso della nostra societa' e del nostro Paese, dove mettere al mondo figli e' stato fatto diventare, sia sul piano culturale sia a livello economico, una vera impresa, un autentico 'lusso' e, addirittura e per molti versi una scelta 'sconveniente'". "Quasi che si faccia un dispetto - scrive Tarquinio - a legislatori distratti od ostili e ai grandi signori dei mass media a sposarsi davanti al parroco o, almeno, davanti al sindaco". 
"La contraddizione - osserva - appare drammatica, e ormai sta emergendo con enorme evidenza e altrettanta forza". Tarquinio contesta poi anche l'urgenza di questo dibattito in "un tempo di crisi come quello che viviamo, e che reclamerebbe attenzioni e intenzioni convergenti, solide e lungimiranti". 
Mentre sembra proprio che "si faccia di tutto per 'bloccare' (a Milano come a Roma) il dibattito su un tema che l'opinione pubblica non sente come urgente e che largamente non approva, e che spacca mondo politico e mondo parlamentare". "Se oggi c'e' una priorita' da onorare - conclude il direttore di Avvenire - non e' certo quella, sballatissima, di introdurre i matrimoni anche tra persone dello stesso sesso o, in subordine, di dar vita a una regolazione para-matrimoniale di quelle stesse convivenze. Le difficolta' delle famiglie, dei giovani e dei piu' anziani, i problemi di chi lavora e di chi fa impresa sono cosi' gravi che ogni risorsa e ogni energia dovrebbero essere investite su questi fronti. L'Italia deve rintracciare secondo una bussola affidabile la propria strada, non incamminarsi sui 'fuori pista' degli altri". 


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