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E' vero che si inizia a parlare degli abusi commessi dai preti italiani, ma non risponde a verita' il fatto che la stampa italiana non si sia mai occupata di abusi.
Ricordo a Peloso (ed a tanti suoi colleghi) che nel 2010 tutti i quotidiani italiani e le televisioni si occuparono fino alla nausea degli attacchi che arrivavano da ogni parte e che avevano di mira solo ed esclusivamente Benedetto XVI.
Ben pochi si degnarono di raccontare la strenua lotta di Joseph Ratzinger, cardinale e Papa, nei confronti della piaga della pedofilia. Maciel? Ancora oggi e' innominabile. Eppure e' stato il Pontefice regnante a condannarlo.
Non prendiamoci in giro quindi: l'autocensura dei media italiani ha protetto preti e vescovi italiani, non la Chiesa in generale e tanto meno Benedetto XVI, sbattuto in prima pagina ogni volta che e' stato possibile.
Poi il "giro del fumo" e' cambiato e si e' dovuto ammettere che Ratzinger e' stato il primo ed unico Papa a prendere di petto il problema imponendo un cambiamento di mentalita' e incontrando le vittime.
Purtroppo ancora oggi molti giornalisti non sono disposti ad ammetterlo. Peloso si' in una sola frase del suo articolo.
Non si perda mai di vista il nome di colui che, per primo, parlo' di sporcizia nella Chiesa quando quest'ultima, soprattutto in Italia, era considerata il mondo migliore possibile.
R.
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7 commenti:
Peloso si riferisce ai casi di pedofilia nel clero avvenuti in Italia.
È chiaro che per gli altri se n`è parlato a sufficienza.
E perche' questa disparita' di trattamento?
Perche' si e' preso per oro colato tutto cio' che veniva scagliato contro il Papa (questo Papa ovviamente)?
A questo i vaticanisti devono rispondere.
Finora pero' hanno sempre taciuto.
Beh, non mi sembra difficile capirlo:
1. con la collegialità il Papa è uno di loro, non il loro capo (almeno a sentire i vescovi)
2. elemento più importante: con la creazione della CEI gli sghei, la moneta, mammone è in mano ai vescovi.
È sufficiente notare con quanta lentezza quotidiani legati alla CEI reagiscano (se mai lo fanno) agli attacchi contro il Papa, ma guai a toccare il vescovino della diocesi più insignificante d`Italia: tutti scandalizzati, tutti sconcertati, tutti indignati.
Pensa a come ha reagito la stampa italiana, cattolica (?), alle insinuazioni su Boffo: tutti sulle barricate. Pensa a come hanno reagito in questi anni per gli attacchi al Papa: poca roba.
L´altro Papa era più amato (??) perché ha permesso tante cose: comunione sulla mano, diocani permanenti, chierichette, balletti africani durante le messe, paramenti ridicoli ecc. ecc.: tutto quello che piace ai media legati a una certa visione della Chiesa. Soprattutto Giovanni Paolo II se n`è infischiato delle nomine episcopali: è normale che gli facessero la festa.
Benedetto gli ha rotto in parte le uova nel paniere.
Ti seguo nel ragionamento e tante volte anche io ho denunciato il lassismo dei media cattolici quando ad essere attaccato era (ed e') il Papa.
Ma la stampa laica?
Si accoda?
R.
Raffy, se Papa Benedetto XVI fosse stato un piacione, politicamente corretto, se avesse fatto i proprio "particulare" e non il bene della Chiesa nessuno lo avrebbe attaccato, laici o meno poco importa.
Alessia
Raffaella,
magari si accodasse la stampa laica!
Il problema e' che sono i vescovi accodati alla stampa laica, perche' la bella vetrina, il successo mediatico, la presenza nei giornali e nelle agenzie di stampa fa bello.
L'unico problema e' che per poter fare questo devono adattarsi all'ecclesiasticamente corretto e quindi non toccare certi argomenti e/o persone.
Nessuna sorpresa se poi avranno la sorte degli ignavi.
Proprio sul vangelo di questa domenica c'e' Gesu' che invia i discepoli: non li manda con i pass e le onlus, li invia per una esperienza di fede. E' solo qui la base corretta, tutto il resto non puo' costruire qualcosa che abbia il vero sapore dell'eterno - perche' dall'eterno non dipende e all'eterno non riferisce.
Raffaella,
la stampa laica è pragmatica:
1. il Papa è lontano, se ne fregano di lui i preti e i vescovi, figurati se se ne devono fregare loro.
2. il vescovo locale, invece, è vicino, ha un contatto diretto con l`economia, con la politica locale.
3. la cei, da ente lobbystico quale sta divenendo, si schiera a difesa dei suoi membri (ti ricordi il putiferio che fecero per il vescovo di Terni o Trani (non ricordo esattamete) rimosso?); di conseguenza un quotidiano difficilmente si scaglierà contro la Cei: mentre, se infanga il Papa, al massimo (!!) padre Lombardi, se ne ha voglia, smentirà.
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