Vaticano/ Il Papa 'blinda' Bertone dopo Vatileaks dei corvi
Prima di partire per Castel Gandolfo gli rinnova la fiducia
Città del Vaticano, 4 lug. (TMNews)
Se l'obiettivo dei corvi era prepensionare il cardinale Tarcisio Bertone, il risultato è stato l'esatto contrario.
La fughe di notizie di documenti riservati della Santa Sede iniziato a gennaio scorso - i cosiddetti Vatileaks - a molti osservatori è sembrato avere come bersaglio il principale collaboratore di Benedetto XVI. E nelle ultime settimane si sono effettivamente moltiplicati i 'rumors' circa un cambio di guardia alla guida della segreteria di Stato. Ma il Papa in persona oggi è intervenuto con l'inconsueta pubblicazione di una lettera nella quale ha confermato la propria fiducia al "Venerato e Caro Fratello" Bertone.
"Alla vigilia della partenza per il soggiorno estivo a Castel Gandolfo - ha scritto Benedetto XVI - desidero esprimerLe profonda riconoscenza per la Sua discreta vicinanza e per il Suo illuminato consiglio, che ho trovato di particolare aiuto in questi ultimi mesi. Avendo notato con rammarico le ingiuste critiche levatesi verso la Sua persona, intendo rinnovarLe l'attestazione della mia personale fiducia, che già ebbi modo di manifestarLe con la Lettera del 15 gennaio 2010, il cui contenuto rimane per me immutato. Nell'affidare il Suo ministero alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, mi è gradito inviarLe, insieme con il fraterno saluto, la Benedizione Apostolica, in pegno di ogni desiderato bene". L''Osservatore romano' ha riportato in prima pagina la missiva - autografa - del Papa, titolando 'Benedetto XVI rinnova la fiducia al cardinale Bertone'.
La lettera diffusa oggi è stata firmata dal Papa lo scorso lunedì, prima, cioè, di lasciare il Vaticano, ieri, per trasferirsi a Castel Gandolfo Una gesto che si è accompagnato - altra decisione forte di governo - alla nomina, sempre lunedì, del vescovo tedesco Gerhard Ludwig Mueller come prefetto della congregazione per la Dottrina della fede. E che punta a chiudere alcuni 'dossier' scottanti prima della pausa estiva. "Speriamo che possiamo rinnovarci spiritualmente e fisicamente in questa bella, piccola città circondata dalla bellezza della creazione", ha detto il Papa arrivando ieri sera al palazzo apostolico adagiato sulle pendici del lago albano.
Non è certo la prima volta che il Papa si è visto costretto a difendere pubblicamente Bertone. Il segretario di Stato non è un diplomatico, non ha il linguaggio né le cautele dell'ambiente curiale. Ed ha gestito il governo centrale della Chiesa con interventi e decisioni spesso criticati, nel corso degli anni, da diversi ambienti, dall'ala diplomatica della Santa Sede alla vecchia guardia wojtyliana, dai 'big' della Chiesa ambrosiana (sull'istituto Toniolo si scontrò con il cardinale Tettamanzi e il successore Scola ne ha conservato il controllo) all'ex amico Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior sfiduciato di recente dal 'board' dell'istituto, dalla Cei di Ruini alla Cei di Bagnasco. Parafulmine o causa dei problemi in cui è incorso il pontificato di Ratzinger, Bertone è riuscito a far nominare diversi suoi fedelissimi in posti-chiave della Curia romana, ma ha anche visto aumentare il numero dei suoi nemici. Un paio di estati fa, in un pranzo a Castel Gandolfo poi filtrato sulla stampa, quattro cardinali di peso - Scola, Ruini, Bagnasco e Schoenborn - chiesero a Ratzinger di pensionare Bertone, e Benedetto XVI avrebbe risposto "Der Man bleibt wo er ist, und basta" ("L'uomo resta dov'è, e basta").
Poi, a dicembre del 2010, Bertone ha compiuto 75 anni, età standard di pensionamento per un vescovo. E in una lunga lettera a Bertone scritta in tedesco e pubblicata il 22 gennaio del 2010 sull''Osservatore romano' - citata nella missiva pubblicata oggi - il Papa difese il suo collaboratore, rifiutò le dimissioni, e ne ricordò "il lungo cammino" insieme, iniziata quando Ratzinger era prefetto e Bertone consultore e poi segretario della congregazione per la Dottrina della fede, lodandone, in particolare, il "delicato lavoro" svolto con mons. Lefebvre. Ne sottolineò "competenza" e "generosa dedizione" dell'epoca e, più in generale, "preparazione dottrinale e canonistica" e "humanitas", tutte qualità che - scriveva il Papa - "sono state il motivo che mi ha portato alla decisione, nell'estate del 2006, di nominarLa mio Segretario di Stato e sono oggi la ragione per la quale, anche in futuro, non vorrei rinunciare a questa sua preziosa collaborazione". Poco dopo scoppiò - a partire dal 'Foglio' - una polemica sul ruolo che il direttore dell''Osservatore romano', Giovanni Maria Vian, avrebbe svolto, con Bertone come 'mandante', nella campagna stampa contro il direttore di 'Avvenire' Dino Boffo. Di nuovo, il nove febbraio, il Papa intervenne pubblicamente per deplorare "questi attacchi ingiusti e ingiuriosi" e rinnovare "piena fiducia ai suoi collaboratori".
Passano alcuni mesi e la crisi delle carte riservate della Santa Sede finite sui giornali, prima, e nel libro 'Sua Santità' di Gianluigi Nuzzi, poi, dà la stura a nuove critiche sul governo Bertone. Che non si placano con l'arresto del maggiordomo del Papa Paolo Gabriele. Il Papa interviene di nuovo. E' l'udienza generale del 30 maggio scorso e Benedetto XVI si rivolge così ai fedeli presenti in piazza San Pietro: "Gli avvenimenti successi in questi giorni circa la Curia ed i miei collaboratori hanno recato tristezza nel mio cuore, ma non si è mai offuscata la ferma certezza che nonostante la debolezza dell'uomo, le difficoltà e le prove, la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e il Signore mai le farà mancare il suo aiuto per sostenerla nel suo cammino. Si sono moltiplicate, tuttavia, illazioni, amplificate, da alcuni mezzi di comunicazione, del tutto gratuite e che sono andate ben oltre i fatti, offrendo un'immagine della Santa Sede che non risponde alla realtà. Desidero per questo rinnovare la mia fiducia, il mio incoraggiamento ai miei più stretti collaboratori e a tutti coloro che quotidianamente, con fedeltà, spirito di sacrificio e nel silenzio mi aiutano nell'adempimento del mio ministero".
Il Papa sembra così 'blindare' tanto Bertone quanto il segretario personale Georg Gaenswein. Ma le critiche non si fermano. Il cardinale di Parigi André Vingt-Trois si spinge - dando voce a un malumore diffuso tra episcopati e ambienti diplomatici - a prevedere un prossimo pensionamento del segretario di Stato. Per affrontare la crisi Vatileaks il 23 giugno Benedetto XVI riceve cinque cardinali - Pell, Ouellet, Tauran, Tomko e Ruini - senza Bertone (né il cardinale decano Angelo Sodano). Sui giornali, nei giorni successivi, filtrano ipotesi di un pre-pensionamento di Bertone (il quale, nel frattempo, ingaggia anche un 'advisor' della comunicazione, il giornalista statunitense Greg Burke). Poi, prima di andare a Castel Gandolfo il Papa chiude la partita. Bertone ha la sua fiducia. Se qualcuno sperava di indebolirlo con le fughe di notizie, ha ottenuto il contrario. Il salesiano rimane segretario di Stato, sicuramente fino al 78esimo compleanno, il prossimo due dicembre, forse anche fino al giugno successivo (il predecessore Sodano andò in pensione a 78 anni e sei mesi) o anche oltre.
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2 commenti:
Buongiorno Raffaella,
ben fatto, anche perche' l'obiettivo finale non era far saltare Bertone ma questo Papa e con lui tutta l'operazione trasparenza che sta' portando avanti da anni e anni.
Non c'e' tanto altro da dire che ricordare "la verita' vi fara' liberi" e questo e' nell'animo profondo di Benedetto XVI; per tanti altri, anche in versione porpora o rossa, il fine giustifica i mezzi e questo da' bene l'idea del perche' avranno sempre in Benedetto XVI il nemico da combattere fino allo stremo.
C'e' solo da sperare che sia mandanti che esecutori di questo macello mediatico costruito ad arte siano messi quanto prima in naftalina: la loro presenza e influenza continua a far crescere quella mentalita' del nascondere certe cose che e' alla base di scandali piu' o meno grossi, il cui riassunto emblematico e' in Maciel.
Buongiorno :-)
R.
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