sabato 14 luglio 2012

Quando la musica mette in accordo la pace: editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)


Quando la musica mette in accordo la pace: editoriale di padre Lombardi


Talvolta un accordo di note, così come un’immagine, vale più di tante parole sulla pace. Se poi a suonare quelle note sono artisti il cui fatto di essere l’uno accanto a l’altro è un “miracolo” di coesistenza, quelle note diventano un simbolo di fraternità. È accaduto mercoledì scorso, quando a Castel Gandolfo si è esibita davanti al Papa la West-Eastern Divan Orchestra, diretta dal maestro Daniel Baremboim. Un evento sul quale si sofferma il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per il settimanale di informazione “Octava dies” del Centro Televisivo Vaticano:


Straordinario concerto, quello a Castel Gandolfo per la festa di San Benedetto, alla presenza del Papa! Idea geniale, quella del Presidente italiano, Napolitano, di far incontrare il Papa con l’ormai famosa Orchestra di giovani musicisti israeliani, palestinesi e di altri paesi arabi fondata dal grande direttore ebreo Daniel Barenboim e dal letterato palestinese Edward Said. E le due sinfonie di Beethoven eseguite, la quinta e la sesta – come ricordava il Papa – esprimono rispettivamente i due aspetti fondamentali della vita: il dramma e la pace. Davvero l’esercizio dell’arte, ben aldilà del procurare solo un godimento estetizzante, può diventare messaggio potente di valori vitali per l’umanità. Può fondere insieme, grazie alla musica, i talenti di popoli di cultura e religione diversa per farne ambasciatori di pace! Ebrei, musulmani, cristiani che accordano non solo i loro strumenti per l’armonia dei suoni, ma i loro animi per l’armonia del saper vivere e costruire insieme!


Il Papa si prepara a un viaggio nel Libano a settembre, per portare ai fedeli e ai popoli del Medio Oriente i frutti dell’assemblea celebrata due anni fa dai vescovi della regione. Dopo di allora i Paesi arabi sono entrati in profondo fermento, la Siria è dilaniata dalla violenza, la Terra Santa continua ad attendere la soluzione di conflitti e tensioni interminabili. Ma come ha detto il Papa, bisogna continuare a lavorare per la pace, “lasciando da parte la violenza e le armi, impegnandosi per la conversione personale e comunitaria, con il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili”. Questo concerto è un segno di speranza, piccolo forse, ma di forza spirituale intensissima. Splendido augurio anche per il prossimo viaggio del Papa.


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