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OPUS: NON SOLO CATTOLICI DIETRO LA LEGGENDA NERA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 lug.
Non c'erano solo storici cattolici dietro alla "leggenda nera" sull'Opus Dei, in particolare per quanto riguarda la collaborazione di alcune personalita' dell'Opus Dei con il governo franchista del 1957.
"Lo storico Jaume Aurell, in un suo ampio studio - scrive la rivista 'Studia et documenta' - affronta il tema della nascita del mito o del 'grande racconto' sull'Opus Dei nella Spagna franchista: la differenza tra la realta' di questa istituzione della Chiesa e la sua immagine pubblica creatasi in quegli anni".
L'Opus Dei, ricostruisce lo storico, "fu indicata come 'pericolosa novita'' o 'eresia' da una parte del cattolicesimo spagnolo del dopoguerra o, all’opposto, considerata come un’organizzazione conservatrice, orientata a realizzare le proprie ambizioni politiche ed economiche, e, piu' tardi, addirittura come un embrione franchista e integralista". In altre parole, Aurell ha approfondito gli elementi che a suo giudizio danno origine a questo 'mito' negativo o 'leggenda nera' dell'Opus Dei, le loro origini e la loro evoluzione, spiegando allo stesso tempo i meccanismi che guidano il formarsi di queste visioni semplificatrici sulle persone e istituzioni nelle societa' post-moderne".
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OPUS: NATA NEL MONDO CATTOLICO LEGGENDA NERA LEGAMI CON FRANCO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 lug.
E' nata all'interno del mondo cattolico spagnolo la "leggenda nera" dei legami tra l'Opus Dei e il regime dittatoriale del generale Francisco Franco, dopo la guerra civile che negli anni '30 vide la distruzione del 70 per cento delle chiese spagnole e all'uccisione di quasi diecimila persone, tra le quali 13 vescovi, 4.184 sacerdoti eseminaristi, 2.365 religiosi, 283 religiose e diverse migliaiadi laici.
Ad accreditare una vicinanza tra Opus e regime c'era stata la presenza nel 1957 tre membri dell'Opus Dei nel governo di Franco, si trattava pero' di "tecnici" sostenitori di "una crescita rapida - capitalistica - e della 'neutralizzazione' della politica per mezzo della prosperita'".
Ed inoltre nello stesso periodo numerosi cattolici appartenenti a diverse organizzazioni avevano ricoperto cariche istituzionali. Ma ad essere sottoattacco da parte degli storici furono solo i membri dell'Opus Dei e cio' nonostante il fatto che altri personaggi che vivevano la stessa spiritualita' militavano all'opposizione.
Lo documenta "Studia et documenta", la rivista di carattereaccademico dedicata alla storia dell'Opus Dei e del suofondatore, san Josemari'a Escriva'. Sul prossimo numero,infatti, lo storico Jaume Aurell rivela - con documenti inediti- i meccanismi che guidarono il formarsi di "visioni semplificatrici sulle persone e istituzioni" nell'epoca.
"La differenza tra la realta' dell'Opus Dei e la sua immagine pubblica in quegli anni - spiega l'articolo - si manifestava in opposte ed errate valutazioni: alcuni esponentidel cattolicesimo spagnolo del dopoguerra dipingevano infatti l'Opera come una "pericolosa novita'" o portatice di "eresia", mentre "altri la consideravano un'organizzazione conservatrice, orientata a realizzare le proprie ambizioni politiche ed economiche e, piu' tardi, addirittura come un embrione franchista e integralista".
Al centro della ricostruzione, la relazione di amicizia di san Josemaria con alcuni intellettuali del secolo scorso. Tra questi c'e' un personaggio della Spagna dell'epoca noto per la sua opposizione al franchismo: Rafael Calvo Serer, Ordinario di Storia e promotore di pubblicazioni culturali e giornalistiche, le cui ideepolitiche lo hanno portato a scontrarsi con il regime e allaconseguente chiusura del quotidiano "Madrid", di cui era il direttore.
Calvo Serer era membro dell'Opus Dei, e aveva accolto lo spirito trasmesso da san Josemaria per viverlo in pienaliberta', e con profondo senso cristiano, nella propriaattivita' culturale e politica. Altri personaggi con cuistrinse rapporti di amicizia sono stati Jose' Mari'a Albareda Segretario del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche e protagonista nella vita scientifica spagnola per quasitrent'anni con la sua attivita' di ricerca nel campo dell'edafologia, monsignor Jose' Lopez Ortiz, vescovo e storiografo di Diritto e il canonista belga Willy Onclin che ebbe un ruolo determinante nella riforma del Codice di Diritto Canonico del 1983.
Un altro articolo ripercorre i primi passi dell'Opus Dei aRoma e in particolare l'incontro di san Josemari'a con due deiprincipali protagonisti della storia della Chiesa nel XX secolo: Papa Pio XII e uno dei suoi piu' stretti collaboratori,monsignor Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI.Questi incontri segnarono la storia delle relazioni future tral'Opus Dei e la Santa Sede. Infine "Studioa et documenta"pubblica l'inedito racconto di Juan Jimenez Vargas, uno deiprimi membri dell'Opus Dei, sugli inizi dell'Opera di sanRaffaele (1933-1935): l'insieme di attivita' di formazionecristiana per i giovani a cui, nella sua vita, san JosemariaEscriva' dedico' tante energie e che ha caratterizzatol'attivita' dell'Opus Dei fin dagli inizi.
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2 commenti:
Nel libro "Madre Speranza Alhama Valera-Le esperienze mistiche" c'è un passo molto interessante:La notte tra il 25 e il 26 aprile 1936, mentre si trovava in Spagna, Madre Speranza andò in bilocazione a Roma, nello studio di Benito Mussolini: Al vederla il Duce si innervosì poi si calmò e la ascoltò. Madre Speranza di superare ogni resistenza e di ofrire il suo appoggio ai Generali nazionalisti nell'ambito della Guerra Civile di Spagna che stava ormai per iniziare. Ottenuto l'impegno Madre Speranza si ritrovò nella sua cameretta:" segue una nota redazionale molto lunga e interessante. Enza
Nulla da eccepire sulla ricostruzione storica della leggenda nera anti-opus dei, che è un classico esempio di montatura basata sul nulla.
Ciò che invece rimprovero all'Opera è di essere un tantino troppo sbrigativa nel "licenziare nel segreto" alcuni dei propri fedeli quando questi manifestano insofferenza, periodi di malessere o persino di ribellione. Un po' di pazienza in più non guasterebbe.
Lucio
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