venerdì 20 luglio 2012

Il viaggio del Papa in Libano. Padre Tabet: grande attesa nelle comunità cristiane del Medio Oriente (Radio Vaticana)


Il viaggio del Papa in Libano. Padre Tabet: grande attesa nelle comunità cristiane del Medio Oriente


In Libano proseguono i preparativi per l’ormai prossima visita apostolica del Papa in programma dal 14 al 16 settembre. Occasione del 24.mo viaggio internazionale di Benedetto XVI è la firma dell’Esortazione apostolica post-sinodale per il Medio Oriente. Emer McCarthy ha chiesto a padre Marwan Tabet, coordinatore della visita papale, a che punto sono i preparativi:   


R. – The visit is up to eight over ten in the preparation. …
Posso dire che i preparativi sono completati all’80 per cento. Tutti, in Libano, si stanno preparando per dare il benvenuto al Papa e non vedono l’ora di dirgli quello che provano in questo momento. C’è attesa per quello che dirà il Santo Padre. Quindi, l’atmosfera è veramente di grande entusiasmo, in particolare tra i giovani.


D. - In Libano ci sono vari riti cattolici, maroniti, melkiti, siro-cattolici e armeno-cattolici. In mezzo a queste diversità, quanto è stato difficile trovare unità e coordinamento?


R. – Being where we are and how things affect us, we have learned …


Per il fatto di vivere dove viviamo e per il modo in cui le situazioni ci coinvolgono, abbiamo imparato – in quanto Chiese cattoliche – a coordinarci tra di noi. Allo stesso tempo, devo dire però che anche il livello di coordinamento con le Chiese cristiane non cattoliche ha fatto grandi progressi in molte diocesi, dove c’è un rapporto amichevole tra le comunità cattolica, ortodossa e protestante. Queste comunità hanno imparato a vivere insieme. Adesso tutti i cristiani del Medio Oriente non pensano tanto alle loro diversità, se sono cattolici, ortodossi o protestanti: sanno soltanto che sono tutti nella stessa barca. Si chiedono se il cristianesimo sopravvivrà in questa parte del mondo. C’è da domandarsi in effetti se i cristiani rimarranno qui e se siano realmente considerati una parte costitutiva dell’area. Ci sono forze internazionali o lobbies che stanno lavorando per cacciare i cristiani da qui, o se non altro per ridurli ad una presenza irrilevante. La visita del Papa in Libano vuole dire ai cristiani che Roma è con loro, che la Santa Sede è con loro e che sta lavorando con la comunità internazionale per far sapere al mondo che l’Oriente senza i cristiani non sarebbe un vero Oriente. Nello stesso tempo la Chiesa sta lavorando anche con la leadership musulmana, per far comprendere che il contributo dei cristiani non può essere dannoso per la fede islamica.


D. – Come farete per armonizzare i vari riti nelle liturgie presiedute dal Papa?


R. – Everything will be done perfectly. …


Tutto sarà perfetto. Sull’altare ci saranno sette cori, ciascuno dei quali canterà secondo il proprio rito. Questo per quanto riguarda la Messa a Beirut. Poi abbiamo deciso che tutti questi cori saranno riuniti in un unico coro e insieme canteranno i canti di tutti: sarà un coro composto di maroniti, melkiti, armeno-cattolici, siro-cattolici e latini. Tutti canteranno insieme: un coro di quasi 300 cantori. Sono tutti felici.


D. – Quindi, la liturgia saprà riflettere il ricco mosaico della più antica tradizione nella Chiesa …


R. – Yes, but the Mass itself will be …


Sì, anche se la Messa stessa si svolgerà con rito latino, tutto il resto sarà un mosaico di riti orientali. Quello che sta per avvenire è molto bello. Stiamo preparando anche un grande incontro per i giovani: verranno circa 20 mila ragazzi per stare insieme al Papa, pregare con lui, ascoltare le sue parole. L’entusiasmo sta crescendo. Prima dell’arrivo del Papa in Libano, daremo avvio ad una serie di incontri di preghiera: le stesse preghiere saranno recitate in ogni chiesa, in ogni parrocchia in tutto il Medio Oriente. Per i nove giorni che precederanno l’arrivo del Papa, è stata preparata una novena che parte dal Rosario dei misteri luminosi, caro a Giovanni Paolo II, che si reciterà in ogni parrocchia del Medio Oriente, e in ogni casa ci sarà una luce accesa per nove giorni – una luce che si diffonderà in tutto il Medio Oriente.


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