lunedì 2 luglio 2012

Il Papa a Loreto. Nella casa di Maria. Intervista a mons. Tonucci (Sir)

IL PAPA A LORETO


Nella casa di Maria


Intervista con l'arcivescovo mons. Giovanni Tonucci


“Così come papa Roncalli venne per affidare alla Madonna il Concilio che si sarebbe aperto da lì a poco, papa Benedetto XVI verrà per affidare all’intercessione della Vergine Maria i lavori del Sinodo dei Vescovi e l’Anno della Fede”. 
È l’annuncio ufficiale che l’arcivescovo di Loreto, mons. Giovanni Tonucci, ha dato venerdì pomeriggio della visita che il Pontefice compirà nella città lauretana il prossimo 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco. Il pontefice rinnoverà il famoso viaggio di papa Giovanni XXIII che per la prima volta, dopo 105 anni uscì da Roma, inaugurando una nuova stagione e un nuovo stile dei successori di Pietro. Papa Roncalli andò in treno ad Assisi e Loreto e il suo fu un viaggio interminabile, quasi un pellegrinaggio, con il papa al finestrino, per 600 chilometri a benedire le folle e a fare sosta in tutte le città toccate lungo il percorso. Benedetto XVI è stato già a Loreto in occasione dell’Agorà dei giovani nel 2007, ma questa visita ha un altro significato. “Siamo così emozionati, contentissimi – dice mons. Tonucci intervistato da Simona Mengascini per il Sir - ma dobbiamo anche atterrare, al momento siamo a mezz’aria”.


La notizia della visita del Papa a Loreto è stata abbastanza improvvisa: come pensate di prepararvi, nella Prelatura, a questo evento? 


“Dato che questo viaggio commemora il precedente di papa Giovanni XXIII organizzeremo una grande mostra per ricordare tutto quello che si era preparato allora. L’esposizione dovrebbe essere inaugurata l’8 settembre, che è la festa della nascita di Maria, che è anche festa patronale di Loreto. Il 26 ottobre avevamo già da tempo in programma un Colloquio teologico per riflettere sull’idea del Concilio e sulla devozione mariana di papa Giovanni XXIII e sull’evoluzione della teologia mariana dalla visita del Papa nel 1962 alla conclusione del Concilio ecumenico, quando Maria fu proclamata madre della chiesa; infine ci concentreremo sulla questione lauretana, ovvero Loreto come era vista da papa Giovanni XXIII e come è vista oggi. 


Quale sarà il programma di massima della visita? 


“La presenza del pontefice sarà relativamente breve, arriverà in elicottero, credo a metà mattinata, celebrerà la messa e poi tornerà a Roma; comunque per noi è un evento di tale portata che richiederà una preparazione specifica. Dobbiamo pensare in che modo la gente che non entra in Basilica possa incontrare il Papa e dovremo anche vedere, con le diocesi vicine, come possono rendersi presenti a questo evento, anche calcolando i limiti di spazio che abbiamo; vorremmo che il Papa potesse sentire tutto il calore della gente di Loreto e delle Marche”. 


Lei ha dichiarato che questa visita è un’occasione di “rinnovamento spirituale”: ha in mente qualcosa di specifico? 


“Cercheremo di organizzare in tutte le parrocchie della Prelatura e nella Basilica cattedrale una piccola missione popolare così che il Papa ci trovi rinnovati, spiritualmente rinfrescati nella nostra fede. Stiamo preparando anche quelli che saranno gli impegni specifici per l’Anno della fede e abbiamo già in preparazione una proposta da offrire a tutte le famiglie di Loreto, in modo che ci sia in ognuna di esse un momento di preghiera e di ascolto della Parola di Dio da fare insieme”. 


Sono passati 50 anni dalla visita di Giovanni XXIII e dal Concilio, che Chiesa troverà oggi, a Loreto, Papa Benedetto XVI? 


“Il Papa a Loreto troverà proprio quella Chiesa nata dal Concilio Vaticano II, che non è stato né una rivoluzione né una distruzione, è stato un cammino di rinnovamento forte e bello ma nella stessa Chiesa. Quelli che come me hanno vissuto il prima e il dopo si sentono in casa loro nella stessa Chiesa: io non ho mai sofferto di una cosiddetta ‘crisi post-conciliare’ e credo che il Papa troverà questo, la vivacità di una Chiesa che attorno al santuario di Maria vive con la stessa intensità, la stessa devozione, ma forse con maggiore profondità di prima. Il gesto che fece il Papa che fu un gesto profetico, ha aperto la stagione dei viaggi dei papi fuori da Roma e sappiamo cosa ha voluto dire per Paolo VI, Giovanni Paolo II e adesso anche per papa Benedetto XVI: una nuova forma di presenza e di evangelizzazione. Mi auguro che questo gesto serva anche a rinnovare questa ricchezza di fede e di vitalità che è il dono del Concilio, che il Papa con molta saggezza sta cercando di riproporre perché è ancora un messaggio completamente nuovo, completamente da riscoprire”.


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