martedì 17 aprile 2012

Nove anni fa l'allora cardinale Ratzinger si dimenticò di citare il ministero petrino e dovette correggersi (Izzo)

PAPA: ALLA RADIO SI DIMENTICO' DI CITARE PAPATO E DOVETTE CORREGGERSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 apr.

"Ah! Avevo dimenticato il ministero petrino, questo e' grave per uno che sta al servizio del Papa! Ovviamente, al sacramento dell'Ordine va aggiunto il ministero di Pietro, e poi tutto il resto".
Sono parole pronunciate nove anni fa dal cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, durante un'intervista a Radio Rai, per il programma "Oggi duemila".
Le riporta padre Vito Magno, storico collaboratore Radio Uno, nel libro "Anche loro" nel quale (per le edizioni del Messaggero di Sant'Antonio) ha raccolto alcune delle interviste da lui realizzate con personaggi celebri: da Massimo Cacciari che si interroga sulla alterita' del cristiano rispetto al mondo, a Ornella Vanoni, che considera la preghiera piu' efficace degli psicofarmaci, da Alda Merini che disse "io stessa sono Dio, in fondo, perche' sono parte di lui" a Raul Bova che racconta di aver avuto "in certi momenti la certezza tangibile dell'esistenza di Dio".
Per il prete giornalista, l'intervista con il celebre capo dell'ex Sant'Uffizio era ovviamente la piu' delicata della serie, e dunque fece un salto sulla sedia quando tra le cose essenziali della fede cristiana che nel futuro sarebbero rimaste immutate, il cardinale Ratzinger dimentico' di elencare proprio il Papato.
"Resteranno certamente - era stata la sua prima risposta - i grandi elementi datici dal Signore, cioe' le strutture sacramentali, i sette sacramenti, e quanto alla struttura della Chiesa il sacramento dell'Ordine con i suoi tre gradi, diaconato, presbiterato ed episcopato. Questa - disse il futuro Papa ai microfoni di Radio Rai - la struttura fondamentale che e' molto semplice e che permette diverse applicazioni.
Naturalmente l'applicazione del sacramento dell'Ordine comporta la necessaria e intima collaborazione con i laici perche' l'Ordine non esiste per se', ma come servizio nella costruzione della Chiesa nella quale tutti siamo responsabili, ciascuno a suo modo. Rimarra' anche sempre la vita consacrata come un segno di radicalita' della sequela di Cristo
".
Su Papato e Santa Sede nemmeno un cenno, e allora padre Magno gli chiese di integrare la risposta ottenendo l'ammissione della dimenticanza. Ma nemmeno questo bastava a riequilibrare l'intervista e dunque ecco un'altra domanda su possibili future evoluzioni anche a Roma. Al che l'intervistato replico': "negli ultimi cento anni molti cambiamenti si sono avuti, tanti anche negli ultimi venti anni.
Il Santo Padre avra' sempre bisogno di collaboratori, ma la storia insegna come le forme di collaborazione possono cambiare
".
L'intervista divenne poi piu' personale, quando al cardinale Ratzinger fu chiesto cosa piu' lo gratificava e cosa piu' dispiaceva del difficile mestiere di custode dell'ortodossia cattolica. "La grande consolazione - fu la risposta - e' che uscendo dal palazzo dove lavoro, dall'appartamento dove abito verso piazza San Pietro o anche in altre parti come in patria, incontro persone che si mostrano grate per il lavoro che svolgiamo; persone che sembra di conoscere, anche se mai incontrate prima. Mi consola realmente riscontrare gratitudine per il servizio che compiamo per la Chiesa, per la sua unita' e la pace.
Il dispiacere è invece provocato dal costatare anche molta diffidenza e opposizione. Certamente, essendo uomini, compiamo anche errori, perche' tutto cio' che e' umano e' imperfetto. Ma bisognerebbe evitare i pregiudizi che possono portare fino all'odio. Questo fa male
".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

'..."Ma bisognerebbe evitare i pregiudizi che possono portare fino all'odio. Questo fa male".'
E non sapeva ancora quello che l'aspettava come successore di Pietro. ci auguriamo davvero che l'affetto di tantissimi semplici fedeli possa lenire la sofferenza per i tanti giudizi e pregiudizi ch epurtoppo ancora circolano intorno a Benedetto XVI e alla Chiesa. Maria Pia