PAPA: SACERDOTI NON ANNUNCINO TEORIE PRIVATE MA FEDE DELLA CHIESA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 5 apr.
"Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa della quale siamo servitori".
E' questo l'appello che Benedetto XVI ha rivolto oggi ai sacerdoti di tutto il mondo, in occasione della messa crismale da lui celebrata con 1.600 tra cardinali, vescovi e parroci di Roma.
Il Papa ha incoraggiato ciascuno di loro ad annunciare "questa dottrina" con tutto se stesso restando "saldamente ancorato ad essa".
Ed ha citato la parola di sant'Agostino: "Che cosa e' tanto mio quanto me stesso? Che cosa e' cosi' poco mio quanto me stesso?". "Non appartengo a me stesso e divento me stesso proprio - ha commentato Ratzinger - per il fatto che vado al di la' di me stesso e mediante il superamento di me stesso riesco ad inserirmi in Cristo e nel suo Corpo che e' la Chiesa". Secondo il Pontefice, che parlava ai ministri ordinati, "se non annunciamo noi stessi e se interiormente siamo diventati tutt'uno con Colui che ci ha chiamati come suoi messaggeri cosi' che siamo plasmati dalla fede e la viviamo, allora la nostra predicazione sara' credibile: non reclamizzo me stesso, ma dono me stesso".
"Il Curato d'Ars - ha ricordato - non era un dotto, un intellettuale, lo sappiamo.
Ma con il suo annuncio ha toccato i cuori della gente, perche' egli stesso era stato toccato nel cuore".
"I Santi - ha continuato Papa Benedetto - ci indicano come funziona il rinnovamento e come possiamo metterci al suo servizio. Noi sacerdoti possiamo pensare ad una grande schiera di sacerdoti santi, che ci precedono per indicarci la strada: a cominciare da Policarpo di Smirne ed Ignazio d'Antiochia attraverso i grandi Pastori quali Ambrogio, Agostino e Gregorio Magno, fino a Ignazio di Loyola, Carlo Borromeo, Giovanni Maria Vianney, fino ai preti martiri del Novecento e, infine, fino a Papa Giovanni Paolo II che, nell'azione e nella sofferenza ci e' stato di esempio nella conformazione a Cristo, come dono e mistero".
"Dio - ha assicurato Ratzinger - non guarda ai grandi numeri e ai successi esteriori, ma riporta le sue vittorie nell'umile segno del granello di senape" e ai sacerdoti "e' richiesto un legame interiore, anzi, una conformazione a Cristo, e in questo necessariamente un superamento di noi stessi, una rinuncia a quello che e' solamente nostro, alla tanto sbandierata autorealizzazione. E' richiesto - ha spiegato - che noi, che io non rivendichi la mia vita per me stesso, ma la metta a disposizione di un altro, di Cristo.
Che non domandi: 'che cosa ne ricavo per me?', bensi': 'che cosa posso dare io per Lui e cosi' per gli altri?'. O ancora piu' concretamente: 'come deve realizzarsi questa conformazione a Cristo, il quale non domina, ma serve; non prende, ma da'?'".
"Le persone - ha quindi concluso ancora rivolto ai cardinali, vescovi e parroci romani - non devono mai avere la sensazione che noi compiamo coscienziosamente il nostro orario di lavoro, un sacerdote non appartiene mai a se stesso. Le persone devono percepire il nostro zelo, mediante il quale diamo una testimonianza credibile".
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PAPA: SALUTA I FEDELI MENTRE LASCIA SAN PIETRO DOPO LUNGO RITO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 5 apr.
Benedetto XVI ha attraversato la Basilica di San Pietro sulla pedana mobile, salutando e benedicendo gli oltre 5mila fedeli che hanno assistito questa mattina alla messa crismale.
Il rito - durato poco piu' di due ore - e' stato celebrato dal Papa assieme a 1.600 tra cardinali, prelati di Curia, parroci romani e altri sacerdoti residenti a Roma.
La messa crismale in ogni diocesi e' presieduta dall'ordinario e simboleggia l'unita' della Chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo, che - come ha fatto questa mattina Papa Ratzinger - consacra gli Olii Santi: il Crisma, l'Olio dei Catecumeni e l'Olio degli Infermi che si useranno durante tutto il corso dell'anno liturgico per amministrare i sacramenti del battesimo, della cresima, dell'ordinazione dei presbiteri e dei vescovi e dell'Unzione degli infermi.
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2 commenti:
ma il papa saluta sempre i fedeli a fine messa. cmq segnalo http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_05/papa-disobbedienza-ordinazioni-donne_9c9ceebc-7efa-11e1-a959-e67ffe640cb1.shtml
ma soprattutto lo scandaloso titolo di copertina che vi invito a leggere!
Il papa ha detto che i sacerdoti non appartengono a se stessi e che non hanno un orario di lavoro. Purtroppo, molti non la pensano così. Nella mia parrocchia i confessionali son sempre desertri e, se si suona il campanello n oviene mai nessuno. So i lquesta settimana hanno messo l'avviso che sono disponibili dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 se non ci son latre funzioin relifiose in atto. Il parroco addirittura ha detto che andrebbero puniti quelli che vengon fuori orario. Non vado più in parrocchia e vado poco in chiesa. Un tempo ancdavo a san Pietr, ma oraè blindato ed ntrare è diventata una vera fatica e poi, anche lì, c ison gli orari. nella chiesa di santi Spirito in Sassia, sanutario della Dinia Misericordia in Roma, ci si può confessare solo d'inverno, perchè d'estate c'è poca gente e ci sono pochi sacerdoti. I capellani di un ospefale di cui non riferisco il nome, se entrano nel confessionale, sostano 5 secondi e, se nessuno si avvicina, escono e se ne vanno. E se uno avvesse bisogno di prepararsi? Sono molto avvilita. iL Magistero del Papa non viene mai citato, né seguito Per chi parla? per chi spende la Sua vita? per chi fatica? Scusate, ma son molto amareggiata. Non importa se il commento non può esere pubblicato
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