lunedì 9 aprile 2012

I riti del Venerdì santo presieduti da Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La Passione del Signore nella basilica Vaticana e la Via Crucis al Colosseo

I riti del Venerdì santo presieduti da Benedetto XVI

Le incomprensioni, le separazioni, gli abbandoni, la precarietà del lavoro e quella finanziaria, il dolore delle persone care: tutte le croci che le famiglie in ogni parte del mondo portano quotidianamente nell'attuale contesto, così profondamente segnato dalla crisi economica, sono state portate idealmente in processione al Colosseo quest'anno, durante il tradizionale appuntamento per la Via Crucis presieduta dal Papa la sera del Venerdì santo.
Nel suggestivo scenario dell'anfiteatro Flavio, illuminato dalle fiaccole degli oltre ventimila fedeli che si sono uniti a Benedetto XVI, sono stati rivissuti i momenti della passione del Signore, meditando i testi preparati per la prima volta da una coppia di sposi: Danilo e Anna Maria Zanzucchi, 91 anni lui e 82 lei, 5 figli e 12 nipoti, collaboratori di Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari, e iniziatori con lei del movimento «Famiglie Nuove». Nelle riflessioni proposte, i problemi delle famiglie di oggi, confrontati con l'itinerario di sofferenze che ha condotto Cristo al Calvario.
Benedetto XVI ha raggiunto in auto la terrazza del Palatino affacciata sul Colosseo, verso le 21.15, accolto dal sindaco Gianni Alemanno, e ha introdotto il rito con il segno di croce. E mentre il cardinale Agostino Vallini, suo vicario generale per la diocesi di Roma, sorreggeva il crocifisso ligneo per la prima stazione -- ai lati due giovani romani, Alessandro e Susanna sostenevano le torce -- gli amplificatori, collegati anche alla mondovisione, hanno diffuso le voci dell'attrice Barbara de Rossi e dello speaker di Radio Vaticana Orazio Coclite, ai quali è stata affidata la lettura delle meditazioni.
Nelle successive stazioni la croce è stata portata da famiglie provenienti dall'Italia, dall'Irlanda, dall'Africa, Burkina Faso, e dall'America Latina, Perú; da un ammalato in sedia a rotelle, accompagnato dai familiari e dai volontari dell'Unitalsi; e da due frati francescani della Custodia di Terra Santa. Alla fine dell'itinerario è stato lo stesso cardinale Vallini a consegnarla nelle mani del Pontefice, che dopo aver pronunciato il suo discorso, in cui ha esortato «a contemplare Cristo crocifisso per avere la forza di andare oltre le difficoltà», ha impartito la benedizione conclusiva.
Tra i presenti, i cardinali Darío Castrillón Hoyos e Miloslav Vlk, il vescovo Marcelo Sánchez Sorondo e gli ausiliari di Roma Benedetto Tuzia, Guerino Di Tora e Giuseppe Marciante. Accompagnavano Benedetto XVI gli arcivescovi Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, il vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura, i monsignori Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo della Segreteria di Stato, Georg Gänswein, segretario particolare del Pontefice, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare, e il medico personale del Papa, Patrizio Polisca. Poco prima avevano tutti partecipato anche alla celebrazione della Passione del Signore, presieduta da Benedetto XVI nella basilica Vaticana.
Silenzio, luci soffuse il Papa si era inginocchiato davanti al nudo legno della Croce, posta ai piedi dell'altare della Confessione, in segno di penitenza e di adorazione.
La Croce, illuminata dai raggi della risurrezione, si era mostrata come trono di gloria e strumento di vittoria all'adorazione dei fedeli, è stata l'elemento centrale della celebrazione.
Dopo il racconto della Passione secondo Giovanni, cantato da tre diaconi accompagnati dal coro della Cappella Sistina, diretta dal maestro Massimo Palombella, il predicatore della Casa Pontificia, il cappuccino Raniero Cantalamessa, aveva tenuto l'omelia, il cui testo integrale abbiamo pubblicato nella edizione in data sabato 7 aprile del nostro giornale.
Il Pontefice aveva poi introdotto la preghiera universale, seguita dall'adorazione della Croce. Nel silenzio più assoluto, a piedi scalzi e indossando solo il camice bianco e una stola rossa, si era inginocchiato e aveva baciato il Crocifisso ligneo, davanti all'altare della Confessione spoglio di fiori e arredi sacri. Il gesto era stato poi ripetuto dai cardinali, arcivescovi, vescovi, prelati della Curia Romana, canonici del Capitolo di San Pietro, e da una rappresentanza di sacerdoti, religiosi e laici che avevano partecipato alla celebrazione.
Benedetto XVI durante il rito aveva accanto a sé i cardinali diaconi Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero, e Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.
Erano inoltre presenti trentasette cardinali, tra i quali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, oltre al sostituto e al capo del Protocollo, erano tra gli altri l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e i monsignori Peter Bryan Wells, assessore, ed Ettore Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati.
Il Papa era giunto in basilica accompagnato dai membri della famiglia pontificia con l'arcivescovo Félix del Blanco Prieto, elemosiniere.

(©L'Osservatore Romano 8 aprile 2012)

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