venerdì 16 marzo 2012

La tolleranza di molti vescovi europei verso la disubbidienza dei parroci raccoglie ora gli amari frutti. Il commento di Rodari

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Rodari ha magistralmente tratteggiato l´atteggiamento di Roma di fronte alla continue disobbedienze del clero europeo: tace!
Il problema non è certo la tolleranza del vescovo di Coira che è ortodosso e fedele al Papa, ma quella degli altri vescovi, fra cui il tanto lodato card. Schönborn, che si tiene caro e stretto il capo dei preti dissidenti austriaci, ormai in viaggio missionario in varie parti del mondo germanofono, tant´è che alcuni vescovi gli hanno proibito di prendere parola nelle loro diocesi.
Roma che ha fatto in questi anni? NULLA!

Anonimo ha detto...

fossero solo i dissidenti austriaci andrebbe già grassa,ma ci sono i belgi,gli olandesi e gran parte dell'Europa del nord e tantissimi anche in Italia che del Magistero non ne vogliono proprio sapere,interpretano liberamente e a proprio comodo il Vat2 e vogliono a tutti i costi modernizzare la chiesa cattolica,allora andrebbero tutti scomunicati,ma prima dell'intervento dal papa,dovrebbero intervenire i vescovi,poi i capi delle conf.episcopali e in ultimo il papa.Sarebbe da far sparire quasi tutta la chiesa cattolica in Europa,è facile dire Roma non fa niente,ma se tutti se ne infischiano dei richiami che il papa ha fatto più volte,rifiutano le nomine di vescovi fedeli a Roma,non vedo via d'uscita,vorrà dire che anche per gli eretici e scismatici verrà il giorno del Giudizio universale....GR2

Anonimo ha detto...

Perché ti meravigli? Se il governo della Chiesa è collegiale e per principio inclusivo, come di fatto è da cinquant'anni, e come sarà sempre avendolo stbilito il concilio universale, non c'é niente da fare e Roma fa bene a non intervenire.

Quando si metteranno tutti d'accordo, cioè mai, la dottrina sul punto potrà essere eventualmente ridefinita. La verità, infatti, ammesso che esista e che qualcuno la trovi, o ritenga di averla trovata, si impone da sé dolcemente e nessuna autorità al mondo ha diritto di prescriverla sul piano dottrinale, giuridico o disciplinare; per chi ne ha voglia, la si può solo suggerire attraverso la persuazione dialogica, e sempre con rispetto delle opinioni altrui.

Le uniche scomuniche ammissibili per le chiese sono quelle che provengono dalle autorità civili quando perseguono reati ovvero condannano condotte contrarie allo spirito del tempo; in questo caso le chiese si devono conformare e devono scomunicare i condannati.

In conclusione, al di fuori di queste ultime ipotesi, ognuno si regoli come vuole e ritiene giusto in coscienza.

Vaticanista II