venerdì 5 ottobre 2012

"Verso l'Anno della fede": incontro dei docenti universitari di Roma


"Verso l'Anno della fede": incontro dei docenti universitari di Roma 

“Verso l’Anno della fede”: questo il tema dell’incontro dei docenti universitari degli atenei romani, che si è svolto ieri sera nel Palazzo Lateranense. La serata, promossa dall’Ufficio diocesano di Roma per la pastorale universitaria, ha dato il via alle diverse iniziative organizzate in occasione dell’Anno della fede, che sarà aperto ufficialmente l’11 ottobre prossimo da Benedetto XVI. Il servizio di Marina Tomarro: 

“La fede può veramente essere trasmessa? E qual è il modo migliore di fare conoscere agli altri e in questo caso ai giovani, la grande gioia di essere credenti?”. E’ con queste provocatorie domande che, ieri sera, mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, ha aperto l’incontro “Verso l’Anno della fede”. "I Padri della Chiesa - ha continuato il presule - sono anzitutto dei santi. Se non sono santi, non sono Padri. Quindi la figura di chi forma alla vita, educando nella fede, deve essere anzitutto quella di una persona compatta e forte nella testimonianza; una persona in cui le parole sono intercambiabili con i fatti". Mons. Dal Covolo ha proseguito ricordando quel “realismo della fede” predicato da Benedetto XVI, che trova la sintesi tra la fede trasmessa e quella testimoniata nell’esistenza di ogni giorno, anche nelle aule universitarie. Durante l’incontro di ieri sera è stato anche presentato l’ultimo libro di mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma e responsabile dell’Ufficio diocesano di pastorale universitaria, dal titolo “Dalla fede religiosa alla fede teologale. L’Anno della Fede, per la nuova Evangelizzazione”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Ascoltiamo l’autore:

R. - Credo che il testo voglia offrire un’occasione di riflessione per comprendere se la fede cristiana è in grado di incontrare la questione antropologica contemporanea. Io credo che, affinché ciò avvenga, sia necessario che la fede cristiana si scopra come fede teologale: non è più sufficiente un’esperienza puramente religiosa, ma è necessario che l’esperienza cristiana si presenti per quello che è sempre stata e quindi quella novità di cui Paolo ci parla nelle sue Lettere. Anche Benedetto XVI continuamente insiste nel ricordare che il Battesimo è davvero una profonda trasformazione per la vita dell’uomo.

D. - L’Anno della fede coinvolge anche gli universitari e lei, proprio in quest’occasione, scriverà ogni mese una lettera agli studenti: perché questa iniziativa e che cosa dirà a coloro che la leggeranno?

R. - Anzitutto è per me il primo anno di ministero episcopale ed è anche la prima volta che la pastorale universitaria ha un vescovo. Proprio in questo "Anno della fede" vorrei comunicare ai giovani la possibilità di incontrare il Signore, perché il Signore si fa cercare e oggi i giovani sono davvero alla ricerca di valori fondamentali. Credo che sia importante che sentano la presenza della Chiesa, anche attraverso il ministero episcopale, affinché tutti insieme possiamo scoprire la presenza di Cristo Risorto nella storia contemporanea.

Tra i presenti alla serata anche il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo. Ma quanto l’apporto della scuola è importante nell’educazione delle nuove generazioni? Ascoltiamo il suo commento:

R. - Credo che la scuola debba avere la centralità sugli studenti, ma affinché la scuola sia una scuola funzionante nel migliore dei modi deve avere una particolare attenzione anche alla qualità dei suoi docenti e la qualità dei docenti la si realizza attraverso una formazione continua del docente. E questo nel senso che il docente deve naturalmente essere selezionato all’ingresso, ma deve anche e soprattutto essere seguito in tutta la sua carriera. Credo che, da questo punto di vista, noi non abbiamo fatto il servizio migliore al nostro Paese. Credo che ci voglia un maggiore impegno da questo punto di vista. 

D. - Lei ha sottolineato l’importanza della ricerca e del dottorato. Quali saranno le novità in merito?

R. - Con il nuovo regolamento, nell’anno accademico 2013-2014, avremo i nuovi dottorati e il percorso partirà proprio dall’accreditamento dei nuovi dottorati. Dovremo incentivare dei processi di gestioni autonome dei dottorati, che poi andremo a valutare. Naturalmente in questa nuova modalità ci sono nuove possibilità di sperimentazione. Nei prossimi giorni ci incontreremo per avvivare un percorso di dottorati congiunti tra le università pubbliche e le università pontificie qui a Roma. Credo che questo sia un bel momento, anche da questo punto di vista. 

D. - Il tema di questo incontro è “Verso l’Anno della fede”: i docenti possono aiutare, attraverso la fede, ad educare i giovani?

R. - Certamente sì, perché i due momenti sono quello della fede e quello del faciendum. Credo che coniugando la fede con la quotidianità - quindi con il rispetto delle regole e con una maggiore attenzione agli altri in generale - avremo la possibilità di creare una società migliore e di fare l’investimento più importante che un Paese possa fare: formare dei cittadini e delle cittadine che sappiano rispettare gli altri e sappiano rispettare soprattutto le persone diverse da loro.

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