Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 16 ott.
"La Santa Sede riconosce e tutela soltanto il Sovrano Militare Ordine di Malta - ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta - e l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme". Lo precisa una nota della Segreteria di Stato diffusa "a seguito di frequenti richieste di informazioni in merito all'atteggiamento della Santa Sede nei confronti degli Ordini Equestri dedicati a Santi o aventi intitolazioni sacre".
La nota elenca - a scanso di equivoci - anche i titoli delle onoreficienze rilasciate direttamente dalla Santa Sede: Ordine Supremo del Cristo, Ordine dello Speron d'Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa, e precisa che "tutti gli altri Ordini, di nuova istituzione o fatti derivare da quelli medievali, non sono riconosciuti dalla Santa Sede, non potendosi questa far garante della loro legittimita' storica e giuridica, delle loro finalita' e dei loro sistemi organizzativi".
"Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa del rilascio illecito di documenti e dell'uso indebito di luoghi sacri, e ad impedire la continuazione di abusi che poi risultano a danno di molte persone in buona fede", la Segreteria di Stao della Santa Sede conferma di "non attribuire alcun valore ai diplomi cavallereschi e alle relative insegne che siano rilasciati dai sodalizi non riconosciuti e di non ritenere appropriato l'uso delle chiese e cappelle per le cosiddette cerimonie di investitura". E assicura che "non intende innovare in merito".
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"Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa del rilascio illecito di documenti e dell'uso indebito di luoghi sacri, e ad impedire la continuazione di abusi che poi risultano a danno di molte persone in buona fede", la Segreteria di Stao della Santa Sede conferma di "non attribuire alcun valore ai diplomi cavallereschi e alle relative insegne che siano rilasciati dai sodalizi non riconosciuti e di non ritenere appropriato l'uso delle chiese e cappelle per le cosiddette cerimonie di investitura". E assicura che "non intende innovare in merito".
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