Vaticano, conclusa udienza per Gabriele: attesa la sentenza
Città del Vaticano, 6 ott. (LaPresse)
Si è svolta oggi in Vaticano la quarta e ultima udienza del processo all'ex maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele. Nel corso dell'udienza i giudici hanno ascoltato la requisitoria dell'accusa rappresentata dal promotore di giustizia vaticano Nicola Picardi, e l'arringa del legale di Gabriele, Cristiana Arru. Si attende ora la sentenza. A giudicare Gabriele è un collegio composto da Giuseppe Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, presidente del tribunale vaticano e rettore dell'università Lumsa, dal professor Paolo Papanti Pelletier e dal giudice aggiunto Venerando Marano. Gabriele rischia fino a quattro anni. Se fosse dichiarato colpevole, però, potrebbe ricevere la grazia da Benedetto XVI. Rimane il mistero su eventuali complici e mandanti sui quali né il processo né le testimonianze hanno fatto luce.
Pochi i colpi di scena durante il dibattimento, ma molti i misteri che resteranno anche dopo la sentenza. Uno di questi è il misterioso Padre B. Gabriele, si legge nel dispositivo del provvedimento con il quale è stato rinviato a giudizio, dice di aver dato anche a B. "fotocopia dei documenti consegnati a Nuzzi". B. conferma di aver ricevuto tra il febbraio e il marzo del 2012 dall'imputato - senza che questi gli ponesse alcuna condizione - una raccolta di documenti - importanti in quanto attinenti alla Santa sede". B., si legge, ha poi detto: "Ho distrutto i documenti per una duplice ragione: in quanto ne conoscevo l'importanza e in quanto qualche mese prima avevamo subito un furto".
Martedì Gabriele, prendendo la parola, ha ammesso di aver preso i documenti ma per il 'bene del Papa', denunciando in seguito 'maltrattamenti', sui quali è stata anche aperta un'inchiesta. Mercoledì è stata la voce della testimonianza di un gendarme che si è occupato personalmente della custodia di Gabriele. Ha riferito davanti alla corte che l'imputato, quando è stato rimesso in libertà, ha ringraziato personalmente del trattamento.
I quattro gendarmi che fecero la perquisizione lo scorso 23 maggio in casa dell'ex maggiordomo, Stefano De Santis, Silvano Carli, Luca Cintia e Luca Bassetti, hanno confermato di aver trovato nell'appartamento un migliaio di documenti utili all'inchiesta: molti erano del Papa ed riportavano la scritta in tedesco "da distruggere".
© Copyright (LaPresse News)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento