martedì 16 ottobre 2012

Sinodo, Vegliò: l'immigrazio ci chiede più Cristianesimo. Negri e Zollitsch a confronto sulla secolarizzazione (Izzo)

SINODO: VEGLIO', L'IMMIGRAZIONE CI CHIEDE PIU' CRISTIANESIMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott. 

L'inarrestabile movimento migratorio che caratterizza questo tempo "offre alla Chiesa nuove occasioni per l'evangelizzazione", ma al contempo "mette in discussione le comunita' di accoglienza, obbligandole non solo a rivedere le proposte di evangelizzazione, ma anche mettendo alla prova la fede stessa dei suoi membri, in particolare nel momento di doverla annunciare agli altri". Lo afferma nel suo intervento al Sinodo il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, cardinale Antonio Veglio'. "La presenza di persone in mobilita' ha richiesto anche alla Chiesa - rileva il capo dicastero - una risposta solidale, che e' allo stesso tempo evangelizzatrice, giacche' la carita', come ricorda Benedetto XVI nella Caritas in veriteta 'e' annuncio e testimonianza di fede'".
Per il cardinale Veglio', "la sfera della sofferenza e della solidarieta' (che accompagnano l'immigrazione ndr) si presenta come uno spazio per il dialogo con il mondo e un ambito per la testimonianza della fede, dove la carita' e' strumento fondamentale per la nuova evangelizzazione". 
"La sfida principale - sottolinea - e' di saper coniugare questi due aspetti inseparabili, evangelizzazione esplicita e promozione umana, evitando di ridurre la nostra azione a uno solo di essi, o di accontentarci di una semplice testimonianza silenziosa o di un' evangelizzazione implicita". In proposito, il porporato raccomanda che "fra gli operatori pastorali di questo settore" cresca "la coscienza che sia l'attenzione sociale che l' evangelizzazione esplicita fanno parte della missione loro affidata" 
E ricorda che "a quanti non conoscono Cristo e si stabiliscono in Paesi di tradizione cristiana, si impone la sfida di proporre loro il Vangelo", mentre "quanti sono stati evangelizzati nel Paese di origine hanno bisogno di un accompagnamento pastorale che li aiuti a mantenersi saldi nella fede". Questi ultimi, conclude Veglio' nel suo intervento al Sinodo, "possono diventare a loro volta evangelizzatori". 

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SINODO: NEGRI E ZOLLITSCH A CONFRONTO SULLA SECOLARIZZAZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott.

"Gia' prima degli anni Sessanta dello scorso secolo, nei paesi dell'Europa centrale e occidentale sono stati avviati processi sociali che potrebbero essere riassunti con i termini modernizzazione e secolarizzazione, dai quali derivano svolte e cambiamenti specifici che riguardano in particolare anche l'ambito religioso". Lo sottolinea il presidente dei vescovi tedeschi, monsignor Robert Zollitsch. "Nuova Evangelizzazione e' un flusso di vita che prende forme diverse da riconoscere, valorizzare, correggere quando necessario, propiziando un loro incontro nella vita della Chiesa", sostiene invece il vescovo di San Marino, monsignor Luigi Negri. Due impostazioni piuttosto diverse, presentate nelal stessa sessione del Sinodo.
Se infatti per l'antico collaboratore del fondatore di Comunione e Liberazione Luigi Giussani, "e' l'azione dello Spirito che occorre favorire e che non puo' essere supplita da progetti umani", per il presidente della Conferenza Episcopale tedesca occorre comprendere il "profondo processo" del cambiamento sociale, "in cui le esperienze di vita fondamentali vengono modificate e l'individuo non si limita piu' a ricevere tradizioni, ma viene sfidato a decidere di persona". Secondo monsignor Zollistch, "al tempo stesso, questa sfida diventa anche un'opportunita' per la nuova evangelizzazione. Nell'uomo vi e' un intimo desiderio di significato, che nel mondo moderno non e' morto, ma e' stato sovrastato e coperto, e tuttavia continua a ripresentarsi". Per il presidente dei vescovi tedeschi, "la nuova evangelizzazione significa quindi aiutare le persone a portare alla luce questi rivoli di fede, accompagnarle nel loro cammino e aiutarle a scoprire le tracce di Dio nella vita quotidiana. Occorre cercare insieme la 'veritas semper maior'. E in questa ricerca comune bisogna anzitutto - scandisce - far sperimentare alle persone, attraverso il nostro comportamento, l'amore gratuito di Dio per ogni singolo uomo".
"La Chiesa - ricorda da parte sua il vescovo di San Marino - mai ha contrapposto alla ideologia ateistica un'ideologia religiosa, ma la vita del popolo cristiano nella testimonianza del Signore risorto. 
Negli spazi pur minimi consentiti dalle dittature, il popolo cristiano ha sempre gridato la bellezza della fede, l'intensita' della speranza, la forza della carita'. Cosi' mai sono state necessarie ipotesi di mediazione per decidere in quali spazi la Chiesa potesse essere una presenza: si e' trattato solo di incominciare a fare il cristianesimo". Per monsignor Negri, "Nuova Evangelizzazione significa riproporre l'avvenimento della fede come certezza esplicita della presenza di Gesu' nella vita della Chiesa, la quale e' strumento educativo in cui la fede si consolida e dispone a vivere la missione come propria autorealizzazione. La fede diviene cosi' cultura, entusiasmo critico della fede, capacita' di dialogo nell'orizzonte della carita'". 
"Cio' implica - conclude- una ragione aperta alla realta', aliena da un uso tecno-scientista teso al possesso di essa". Una posizione analoga a quella del vescovo di San Marino e' espressa da monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del patriarca dei Caldei. "Purtroppo - denuncia - e' diffusa una mentalita' che disprezza la religione, considerandola ostacolo allo sviluppo sociale e scientifico. Tale visione spinge all'indifferenza mortale, in una forma di ateismo mascherato".
Per Warduni, poi, "l'ateismo praticato e diffuso in tutte le societa' e' aumentato, purtroppo, dalle discordie della Chiesa che si trova spesso costretta a difendersi invece di testimoniare Cristo". Secondo il presule, "tutto questo indebolisce la fede dei semplici". "Un altro motivo di questa degradazione religiosa - osserva Warduni - e' l'aumento dell'emigrazione, cioe' il fuggire da alcune realta' difficili ad altre sconosciute e spesso difficoltose - il "miele amaro" come l'ha chiamato Benedetto XVI nel Suo discorso ai giovani in Libano". Il presule iracheno esorta poi a "non scordare l'impatto negativo dei Mass-Media che spesso si dispongono contro la Chiesa per screditarla e indebolire la sua forza morale, dannando cosi, soprattutto, la fede per degli adolescenti e dei giovani". "In Iraq - conclude - la situazione resta estremamente negativa, nonostante i continui tentativi della Chiesa. Il numero dei cristiani e' sempre in diminuzione a causa dell'emigrazione continua dei fedeli e del Clero e anche a causa dal nostro cattivo esempio, dalla non-coesione, e dall'aumento delle divisioni tra di noi". Sul tema interviene infine anche il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, per ricordare che anche oggi "i giorni del nostro calendario sono segnati dai nomi dei santi: la storia della Chiesa, in Oriente come in Occidente, al Nord come al Sud, registra santi di ogni eta', di ogni paese, di ogni razza, lingua o cultura, perche' la grazia di Dio Trinita' e' come la rugiada del mattino. Essa si posa su tutte le piante del giardino, ma sulla rosa e' rossa, sulle foglie e' verde, sui gigli e' bianca". 
"Cosi' - conclude il porporato salesiano - e' la santita', che, pur essendo unica come dono divino, penetra leggera e trasformante nei cuori dei figli della Chiesa in ogni parte del mondo, in Asia come in Africa, in America come in Oceania o in Europa. Ci sono santi martiri, santi confessori, santi dottori della Chiesa. Tutti sono testimoni di Cristo ed evangelizzatori". 

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