Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 ott.
La delegazione del Sinodo andra' in Siria " per portare alla popolazione che soffre il conforto del Santo Padre e deli vescovi di tutto il mondo, per testimoniare loro la nostra vicinanza e la nostra prossimita' nella situazione che stanno vivendo. Non portiamo una soluzione politica, la lasciamo a chi se ne deve occupare. Noi andiamo li' per un'opera di carita' e per un'opera spirituale di conforto". Lo afferma il cardinale Laurent Mosengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, che guidera' insieme ai cardinali Timothy Dolan, arcivescovo di New York, e Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, la delegazione di padri sinodali che visitera' la Siria nei prossimi giorni per decisione di Benedetto XVI.
Il cardinale Tauran, da parte sua, precisa pero' alla Radio Vaticana, che la Chiesa Cattolica, pur non avendo una sua ricetta intende "incoraggiare chi sta collaborando alla ricerca di una soluzione che non puo' essere che politica". "Vogliamo esprimere - assicura inoltre Tauran - la solidarieta' umana alle persone, alle famiglie che soffrono tanto. Pensiamo per esempio agli emarginati, alle persone anziane, agli ammalati". Per loro, rivela il porporato francese, ci sara' un contributo finanziario da parte dei padri e poi la solidarieta' spirituale con i nostri fratelli cristiani che hanno bisogno di sentire, come in una famiglia, l'affetto, la preghiera l'accompagnamento di tutta la famiglia". "La notizia che una delegazione del Sinodo dei vescovi in corso a Roma verra' in Siria e' un motivo di speranza per i cristiani e per tutti gli abitanti della Siria. Tutti ci auguriamo che la visita assuma il profilo di una vera e propria missione di pace, per chiedere la riconciliazione tra le parti che si combattono", dichiara all'agenzia vaticana Fides, l'arcivescovo armeno-cattolico di Aleppo, Boutros Marayati, che invita a evitare letture superficiali e fuorvianti".
"I vescovi - spiega il presule siriano - conoscono bene la situazione. Ormai non e' piu' solo questione di riforme democratiche richieste o osteggiate. In questa situazione disastrosa e' entrato di tutto. La situazione e' complicata. E tra le altre cose, quello che preoccupa e' l'emergere del fanatismo religioso. Quando la religione diventa violenta e si combatte in nome di Dio, viene messa a repentaglio l'intesa con i fratelli delle altre religioni, che qui abbiamo condiviso per tanto tempo. Anche per questo attendo con speranza l'arrivo qui in Siria dei cardinali e dei vescovi provenienti da Roma: tutto quello che si muove in favore del popolo siriano, da qualunque parte venga, sara' benedetto dal Signore". Intanto l'annuncio del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che la prossima settimana una delegazione della Santa Sede ad alto livello visitera' la Siria e' stata accolto "con le lacrime agli occhi" dal patriarca di Antiochia dei greco-melkiti Gregorios III Laham che partecipa anche lui al Sinodo. Il gruppo, che portera' in Siria il ricavato di una colletta dei padri sinodali, sara' composto dal cardinale Laurent Mosengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, dal cardinale Thimoty Dolan di New York, da monsignor Fabio Suescun Mutis, ordinario militare in Colombia, da monsignor Joseph Nguyen Nang, vescovo di Phat Diem, da monsignor Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di stato e da monsignor Alberto Ortega, officiale della Segreteria di Stato.
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SINODO: VESCOVI EUROPEI, PROGRESSO SCIENTIFICO PARLA DI DIO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 ott.
"Le scienze naturali, la fisica, l'astronomia, ci dimostrano l'elasticita' e la ricchezza di concetti fondamentali come la materia o l'energia. Pongono la domanda dell'inizio e della fine dell'Universo". Intervenendo al Sinodo, il presidente dei vescovi europei, Peter Erdo, ha presentato un immagine positiva della ricerca scientifica. "Gli scienziati - ha detto - Parlano persino di energia oscura o di antimateria, categorie utili per spiegare certi fenomeni basilari dell'Universo". "Non mancano - ha ricordato l'arcivescovo di Budapest - i ricercatori che sono aperti all'accettazione dell'esistenza di un Dio trascendente, il quale non e' identico quindi con lo stesso Universo".
"Per l'evangelizzazione - ha spiegato il cardinale Erdo - e' necessario partire dalle cose fondamentali della nostra esistenza. La nostra fede, infatti, si riferisce alla realta'. Alla totalita' di tutto cio' che esiste. L'odierna visione scientifica del mondo ci offre una prospettiva larghissima. Se cerchiamo di immaginarci l'Universo, la nostra fantasia si apre verso Dio, verso la sua immensa realta'. La realta' colossale di Dio, quando incontra il mondo, essendo intimamente presente in esso, ma stando al disopra dello spazio e del tempo, produce delle situazioni che ci sembrano spesso paradossali". "Quando noi cristiani annunciamo che questo Dio e' personale, che ci ama, che ci ha salvati, che ci invita ad una vita felice ed eterna in comunione con Lui, non stiamo formulando - ha sottolineato pero' il cardinale Erdo nel suo intervento al Sinodo - delle conclusioni che si danno automaticamente dalle nostre conoscenze sulla natura. Abbiamo un'altra fonte, necessaria per la nostra fede: la Rivelazione divina, arrivata nella sua completezza nella persona di Gesu' Cristo. E la tradizione della fede suona come un'autentica risposta alla nostra grande esperienza e domanda circa l'Universo. Viviamo quindi in un'epoca di grandi opportunita' per annunciare la nostra fede anche attraverso il dialogo con le scienze naturali e quelle storiche".
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