Salvatore Izzo
Il dramma degli abusi sessuali perpetrati da ecclesiastici ha fatto ingresso oggi nell'Aula del Sinodo.
"I peccati di pochi hanno alimentato la sfiducia nelle strutture della Chiesa", ha denunciato il cardinale Donald Wuerl.
La sua "relatio ante disceptationem", pronunciata in latino, e' stata una disamina sulle difficolta' e le prospettive della Nuova Evangelizzazione, definita dalla Radio Vaticana "appassionata e lucida" e che non ha escluso tra le cause della fuga dalla Chiesa proprio lo scandalo della pedofilia.
L'arcivescovo di Washington ha fotografato il difficile contesto della Nuova Evangelizzazione nella societa' contemporanea, in cui esiste "la separazione intellettuale ed ideologica di Cristo dalla sua Chiesa", la "barriera dell'individualismo" che fa decadere la responsabilita' dell'uomo nei confronti dell'altro; il razionalismo che trasforma la religione in una "questione personale"; la "drastica riduzione della pratica della fede" tra i battezzati, tanto che, ha detto, "e' stata modellata dalla secolarizzazione una generazione di cattolici che non conoscono le preghiere fondamentali della Chiesa; molti non percepiscono il valore della partecipazione alla messa, non ricevono il sacramento della penitenza e spesso hanno perso il senso del mistero del trascendente come se avesse un significato reale e verificabile". Questo volto della societa' che cambia "in modo drammatico", ha spiegato il cardinale Wuerl, affonda le sue radici negli anni '70 e '80, decenni di "catechesi veramente scarsa", di discontinuita', di "aberrazioni nella pratica della liturgia".
"E' stato come se uno tsunami di influenza secolare - ha osservato il porporato - portasse via con se' indicatori sociali come il matrimonio, la famiglia, il concetto di bene comune e la distinzione fra bene e male".
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SINODO: WUERL, LA CHIESA DEVE RITROVARE UNA NUOVA FIDUCIA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 8 ott.
Occorre far riscoprire alla Chiesa Cattolica "una nuova fiducia", spesso erosa da un sistema di valori laici impostosi come "superiore" allo stile di vita proposto dal Vangelo.
E' questo, per il relatore generale, cardinale Donald Wuerl, lo scopo del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione aperto ieri da Benedetto XVI in piazza San Pietro e che ha iniziato i suoi lavori in Vaticano con la partecipazione di 262 vescovi di tutto il mondo. In sostanza, ha affermato l'arcivescovo di Washington, i cristiani devono "superare la sindrome dell'imbarazzo" di annunciare "il tesoro semplice, genuino e tangibile dell'amicizia con Gesu'". Un annuncio che il porporato statunitense ritiene debba essere "testimoniato nella vita, perche' evangelizzare significa offrire l'esperienza dell'amore di Gesu'" e non "una tesi filosofica di comportamento".
Per il cardinale Wuerl, "sono tre i fondamenti dell'evangelizzazione: quello antropologico, che dice che ogni uomo e' fatto ad immagine e somiglianza di Dio ed ha in se' il desiderio naturale di comunione con il trascendente; quello cristologico, per il quale il Cristo si e' rivelato e non e' una creazione sociologica o un'aberrazione teologica; ed il fondamento ecclesiologico, che porta la salvezza di Cristo "dentro e attraverso la Chiesa".
In questa cultura segnata da "secolarismo, materialismo e individualismo", secondo Wuerl, non mancano segnali positivi lanciati dai giovani, dai bambini e dai loro genitori. In una parola: dalla famiglia, "modello-luogo della nuova evangelizzazione", "primo elemento costitutivo della comunita'", cosi' spesso sottovalutata e ridicolizzata dalla societa' contemporanea.
E se i missionari del passato hanno coperto "immense distanze geografiche" per annunciare il Vangelo, i missionari del presente devono superare "distanze ideologiche altrettanto immense", senza neppure uscire dal quartiere. "La nuova evangelizzazione non e' un programma - ha concluso il cardinale di Washington - ma un nuovo modo di pensare, di vedere e di agire.
E' come una lente attraverso cui vediamo le opportunita' di proclamare di nuovo il Vangelo".
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