sabato 20 ottobre 2012

Sinodo, card. Scola: siamo in decadenza a causa di denatalità e chiusure. Mons. Gmur: affrontare seriamente il tema dei divorziati risposati (Izzo)

SINODO: SCOLA, SIAMO IN DECADENZA A CAUSA DENATALITA' E CHIUSURE

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 19 ott. 

L'Occidente deve "perdere la sua autoreferenzialita'". 
Lo chiede il cardinale Angelo Scola, che ha partecipato oggi a una conferenza stampa a margine del Sinodo. "Non a caso - ha spiegato il porporato - siamo in decadenza, non solo per la denatalita' ma anche per questa autoreferenzialita' che deriva da un senso di superiorita'". 
L'arcivescovo di Milano e' intervenuto - con il ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi - alla presentazione della mostra "Aethiopia Porta Fidei. I Colori dell'Africa cristiana", all'Istituto "Maria Bambina" in Vaticano. "Questi progetti - ha detto Scola - ci aiutano a considerare il mondo sempre piu' meticcio, anche in Europa, nel quale viviamo". La mostra sulla storia cristiana dell'Etiopia e' in programma al museo diocesano di Vicenza dal 28 ottobre al 24 febbraio, finanziata dalla Banca Popolare FriulAdria. 

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SINODO: VESCOVO BASILEA, AFFRONTARE SERIAMENTRE TEMA DIVORZIATI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 19 ott. 

La Chiesa deve "porsi seriamente" il problema dei divorziati risposati che restano esclusi dai sacramenti. Lo sostiene il vescovo di Basilea, monsignor Felix Gmur. "Dal mondo - spiega ai giornalisti a margine dei lavori del Sinodo - arrivano domande che dobbiamo ascoltare, nella consapevolezza che non tutti vivono come noi pensiamo che dovrebbero vivere". "Ci sono persone - esemplifica - che hanno vissuto un matrimonio brevissimo, magari meno di un anno, e poi per 50 anni hanno vissuto in una nuova coppia che gli ha donato figli e serenita': un anno e 50 - si interroga il presule - possono essere considerati nello stesso modo, non vale niente la vita di questa coppia o e' solo una realta' di peccato?". "Il Papa - ricorda Gmur - ne ha parlato nel 2005 ad Aosta e nel giugno scorso a Milano, invitando alla comprensione, e mi aspetto che la Chiesa proponga una soluzione. Forse a Roma ci stanno lavorando e presto l'avremo".
In realta', sottolinea il presule svizzero, "non lo so se ci sara' questa apertura. Vedo che alcuni preferiscono rispondere che il problema e' stato affrontato e tutto e' statio determinato, sembra che dicano: 'abbiamo deciso che non e' un problema'"" "In aula - rivela monsignor Gmur ai giornalisti - io ho detto che non e' cosi', che dobbiamo ripensare tutto il tema delle relazioni sessuali, proprio a cominciare da quelle di quanti hanno divorziato e che in nuovo matrimonio sono considerati peccatori, non ammessi all'Eucaristia". Per il vescovo di Basilea, "ripensare la pastorale familiare significa anche non confondere le cose. Ad esempio, la situazione di chi non si sposa e vive in una coppia di fatto perche' non vuole impegni definitivi o figli, e' ben diversa rispetto a quella di chi differisce il matrimonio ma pensa di arrivarci, anzi magari ci si sta preparando". Sul problema del "concubinaggio", cioe', "non ci sono solo risposte da dare, ma anche domande da fare, per capire". "Alcuni che hanno paura di una scelta definitiva, poi - rileva monsignor Gmur - chiedono i sacramenti per i figli: si tratta forse di aiutare un processo spirituale, repingerli non e' la cosa migliore". Ai padri sinodali, conclude il presule, "ho parlato dell'ascolto: c'e' certamente la Chiesa che parla, alcuni dicono che servirebbe di piu' una Chiesa silenziosa, io direi che abbiamo bisogno di una Chiesa capace di dialogare, come ci ha testimoniato il cardinale Carlo Maria Martini. Una Chiesa, cioe', capace di avvicinarsi anche a forme di famiglia diverse". 

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1 commento:

Andrea ha detto...

Vescovo di Basilea: la dottrina sul Matrimonio non è "quella che i Vescovi vorrebbero che fosse", ma è quella della Chiesa, cioè di Cristo.
La Chiesa non è "nostra", ma Sua.

Card. Scola: meticciato di sangue sì, se significa nascita di famiglie di Figli di Dio (cristiani); no, se significa melting pot delle "credenze" e dei modi di vita, che fa esplodere una irrimediabile solitudine dei singoli.
Divide et impera: lo dissero gli antichi, lo dicono oggi i Massoni