lunedì 15 ottobre 2012

Primavera della Chiesa in Australia. In forte aumento il numero dei giovani cattolici nel Paese (O.R.)

In forte aumento il numero dei giovani cattolici nel Paese

Primavera della Chiesa in Australia


Sydney, 13. Negli ultimi 20 anni il numero dei cattolici, fra aborigeni e in generale fra gli abitanti dello Stretto di Torres, in Australia, è più che raddoppiato passando dagli appena 62.000 del 1991 ai 125.000 di adesso. «Quello che è ancora più interessante e sorprendente -- ha affermato Craig Arthur, dell'amministrazione nazionale di Natsicc (Consiglio nazionale cattolico degli aborigeni e degli abitanti dello Stretto di Torres) -- è l'impennata del numero dei giovani cattolici con una età media di poco più di 21 anni».

Le statistiche dell'Ufficio di ricerca pastorale della Conferenza episcopale australiana sono state rese note in occasione dell'assemblea di Natsicc sul tema: «Arricchiti culturalmente attraverso il Vangelo», appena conclusa a Melbourne. L'assemblea, che si svolge ogni tre anni e ha visto la partecipazione di un gran numero di giovani indigeni australiani, è stata caratterizzata da una serie di programmi speciali per i ragazzi tra cui workshop, dibattiti e laboratori.
«Sapevamo -- ha proseguito Craig Arthur -- che il numero dei giovani cattolici che proclamano la loro fede e sono impegnati nella Chiesa era cresciuto, ma credo che nessuno di noi si è reso conto in quale misura».
Elsie Heiss, responsabile del ministero aborigeno cattolico (Acm) dell'arcidiocesi di Sydney, si è detta soddisfatta dell'energia e dell'entusiasmo che i giovani aborigeni e gli abitanti dello Stretto di Torres cattolici hanno portato all'assemblea Natsicc di quest'anno. «Il crescente numero di giovani indigeni che proclamano la loro fede e che frequentano regolarmente la messa -- ha sottolineato -- è dovuto in parte alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney nel 2008 e alla Gmg di Madrid dello scorso anno. I giovani si sentono abbracciati dalla Chiesa e sono orgogliosi di proclamare la propria fede. È bello andare a messa nella chiesa della Riconciliazione, a La Perouse, e vedere attraverso i banchi tutte quelle facce giovani».
Per il Consiglio nazionale cattolico degli aborigeni e degli abitanti dello Stretto di Torres e il ministero aborigeno cattolico, i risultati della ricerca dell'ufficio pastorale mostrano in tutto il Paese una Chiesa in rapida espansione con statistiche confortanti soprattutto se confrontate ai dati relativi alla popolazione cattolica in generale.
«In Australia -- ha spiegato Craig Arthur -- l'età media dei cattolici indigeni è bassa (poco più di 21 anni), mentre quella di tutti i cattolici del Paese si attesta attorno ai 37 anni. Nel corso degli ultimi venti anni, il numero dei cattolici indigeni ha superato quello della popolazione cattolica in generale ed è cresciuto a un tasso del 102 per cento contro la media nazionale dei cattolici di appena il 2,3 per cento».
L'assemblea è anche un'occasione per festeggiare questi dati che fanno ben sperare per il futuro della Chiesa in Australia. «Per dimostrare la nostra attenzione nei confronti dei ragazzi -- ha aggiunto Craig -- abbiamo fatto in modo di avere più attività e laboratori destinati ai giovani, nonché una celebrazione eucaristica dedicata soltanto a loro».
All'appuntamento di Melbourne, oltre a una cinquantina di giovani under 25 e a poco più di trecento delegati provenienti da tutte le diocesi e le parrocchie australiane, ha preso parte suor Kateri Mitchell, la prima donna nativa americana a essere stata nominata dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso nell'ottobre del 2011. Suor Kateri, inoltre, è stata anche uno dei trecento delegati in rappresentanza dei leader delle religioni tradizionali al venticinquesimo anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace ad Assisi.

(©L'Osservatore Romano 14 ottobre 2012)

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