mercoledì 17 ottobre 2012

«L'Osservatore della Domenica» e il Vaticano II (Galeotti)

Digitalizzato dall'Istituto Sturzo lo speciale sul concilio pubblicato nel 1966

«L'Osservatore della Domenica» e il Vaticano II


Mentre su un leggio, nella Sala Perin del Vaga dell'Istituto Sturzo a Roma, era aperto lo speciale del settimanale «L'Osservatore della Domenica» dedicato al concilio Vaticano II (6 marzo 1966), il vescovo ausiliare di Roma monsignor Matteo Zuppi ha consegnato al direttore del nostro giornale il cd con la versione digitale di quel numero. È stato questo il momento conclusivo dell'incontro di martedì 16 ottobre -- presieduto da Flavia Nardelli, segretario generale dello Sturzo -- durante il quale è stato presentato il progetto curato dall'istituto di digitalizzare tutti i numeri de «L'Osservatore della Domenica», di cui Enrico Zuppi fu per decenni l'anima e la mente.

«La decisione di digitalizzare il settimanale è assolutamente nello spirito del suo curatore» ha sostenuto lo storico Valerio De Cesaris, ricordando come l'intento del giornalista -- di cui lo Sturzo conserva l'archivio -- sia sempre stato quello «di modernizzare e rendere attraente la comunicazione, senza però ridurla o mortificarla». Rendere oggi il settimanale di più ampia e agevole consultazione per lettori e studiosi costituisce del resto uno sforzo importante «per conservare e mettere a frutto un'eredità culturale immensa di una parte del movimento cattolico italiano» ha aggiunto il nostro direttore, inserendo l'impegno di Enrico Zuppi nel solco di quel balzo in avanti che l'informazione della Santa Sede compì a partire dagli anni di Pio XI.
È stato quindi sottolineato -- anche attraverso scene di quotidianità domestica, evocate in particolare da monsignor Zuppi («Mamma raccontava anche la fatica fisica di quell'impresa per papà») -- l'impegno che Enrico Zuppi dedicò allo speciale sul Vaticano II, uscito solo qualche mese dopo la chiusura dei lavori. «Fu una grande sintesi», arricchita, nella migliore tradizione del suo curatore, da un eloquentissimo apparato fotografico. Insomma, «un indelebile biglietto da visita del settimanale» ha concluso il nostro direttore che ha poi ricordato come l'eredità di Zuppi sia stata raccolta, con passione e competenza per quasi vent'anni, dal nostro caro collega Raffaele Alessandrini. (giulia galeotti)

(©L'Osservatore Romano 17 ottobre 2012)

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