Loreto scaccia l'incubo Vatileaks
Per il Papa un bagno di folla
Giorgio Guidelli
Loreto (Ancona)
GLI OCCHIONI di Federica. I ciuffi biondi di Miriam. L’abbraccio di
padre Georg. La carezza del Papa a quei due piccoli batuffoli d’una
manciata di mesi. Sono bastate poche, delicate, mosse per sferrare
lo scacco matto a Vatileaks e sciogliere sotto il sole del Santuario
le pozioni avvelenate del corvo romano.
QUESTO, il miracolo di Loreto, ieri, a mezzo secolo spaccato
dall’ultima visita, quella del «Papa buono», alla vigilia del
Concilio Vaticano II. Ed è in quella scia solcata dal celeberrimo
«Roncalli express» che portò alla Santa Casa e dall’indimenticata
Mercedes Benz del pontefice dei bimbi, che Ratzinger s’è mosso per
ricompattare la sua Chiesa. La sua gente. Alla quale Giovanni XXIII
arrivò da terra e sulla quale Ratzinger è atterrato dal cielo. Una
contiguità metaforica. Cambiano i tempi, i modi, ma non la sostanza.
Che scaccia le ombre. Anche quelle più inquietanti. Quelle del
maggiordomo Paolo Gabriele che ha tirato in ballo l’ex arcivescovo
delegato pontificio di Loreto, monsignor Angelo Comastri. Il quale,
pochi istanti prima della messa sul sagrato di piazza, ha scandito:
«Sono menzogne, solo menzogne. La verità verrà fuori e trionferà».
Per poi disciogliere le polemiche in un sorriso. E in un messaggio:
«Oggi siamo qui per portare gioia. E per me è un ritorno a casa».
Quassù, sulla «fortezza» cattolica tra Macerata e Ancona, Comastri
fu un cuore pulsante. Un indimenticabile. E, a cavallo tra la morte
di Giovanni Paolo II e l’avvento di Ratzinger, sette anni fa,
strinse in mano le redini della Santa Sede.
CI HA PENSATO poi Benedetto XVI a ratificare la cifra della visita
lauretana: «Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia,
ma vari settori della società — ha rimarcato nell’omelia —
l’incarnazione del figlio di Dio ci dice quanto l’uomo sia
importante per Dio e Dio per l’uomo. Senza Dio l’uomo finisce per
far prevalere il proprio egoismo sulla solidarietà e sull’amore».
Tradotto: un ritorno all’umanesimo. Contro le miserie di palazzo.
TRA PASSATELLI in brodo e i ghiotti dolci che gli rispolverano il
ricordo della sua Baviera, nel mezzo del pranzo, Ratzinger ha
scherzato: «Confermando una tradizione ormai consolidata, ora il
Papa si ritira per riposare ma voi potete continuare a chiacchierare
e divertirvi e magari prendete il caffè». Ma a sorridere sono stati
tutti i diecimila della piazza lauretana in un concerto d’applausi e
in un tripudio di foulard. E allora il pensiero all’«indimenticabile
Papa che mi ha preceduto» è anche negli occhi delle bimbe Miriam e
Federica. Il miracolo di Roncalli e Ratzinger vive anche in loro.
© Copyright Il Resto del Carlino, 5 ottobre 2012
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