lunedì 8 ottobre 2012

Il Papa ha aperto il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione


PAPA BENEDETTO XVI HA APERTO L'ASSEMBLEA DEL SINODO DEI VESCOVI

«Il matrimonio è in crisi perché è in crisi la fede»

«I santi sono i protagonisti dell'evangelizzazione»

Una solenne concelebrazione alla quale hanno partecipato 408 tra cardinali, vescovi e sacerdoti di tutto il mondo ha aperto ieri l'atteso Sinodo sul tema della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede.
Benedetto XVI ha presieduto la Messa nel corso della quale sono stati tre i passaggi salienti del suo discorso, che ha preso spunto dalle letture domenicali, in particolare dal Vangelo di Marco: la nuova evangelizzazione, il matrimonio e la proclamazione di due nuovi dottori della Chiesa. Il Pontefice ha ricordato che il matrimonio indissolubile tra uomo e donna «costituisce in se stesso un Vangelo, una Buona Notizia per il mondo di oggi, in particolare per il mondo scristianizzato». 
Benedetto XVI, come aveva già fatto in occasione del recente incontro mondiale delle famiglie, non si nasconde che l'isituzione matrimoniale attraversa una crisi profonda: «C'è - ha sottolineato - un'evidente corrispondenza tra la crisi della fede e la crisi del matrimonio». Un'istituzione che è chiamata «ad essere non solo oggetto ma soggetto della nuova evangelizzazione. Il matrimonio è legato alla fede, non in senso generico. Come unione d'amore fedele e indissolubile, si fonda sulla grazia che viene dal Dio Uno e Trino. Oggi siamo in grado di cogliere tutta la verità di questa affermazione per contrasto con la dolorosa realtà di tanti matrimoni che purtroppo finiscono male». Dunque la famiglia cristiana stabile, che mostra il suo essere comunione d'amore pur in mezzo a tante oggettive difficoltà, è essa stessa testimonianza evangelica. E poiché «la Chiesa esiste per evangelizzare», la famiglia finirà per essere uno dei temi (ovviamente non l'unico) al centro dei lavori del Sinodo. La trasmissione della fede, infatti, comincia inevitabilmente in seno alla famiglia, dove è necessario combattere il dilagante analfabetismo religioso che provoca un «corto circuito» la cui conseguenza è un progressivo allontanamento dalla prassi cristiana di tanti che pure sono battezzati. Come affrontare questa sfida appassionante? I padri sinodali sono chiamati a fornire «un orientamento programmatico per la vita della Chiesa». Tenendo presente, come ha ricordato il Papa, che «l'evangelizzazione in ogni tempo e luogo ha sempre come punto centrale e terminale Cristo» e che, come ha proclamato il Concilio Vaticano II, tutti i battezzati sono chiamati ad essere santi. «Lo sguardo sull'ideale della vita cristiana, espresso nella chiamata alla santità, ci spinge a guardare con umiltà la fragilità di tanti cristiani, anzi, il loro peccato, che rappresenta un grande ostacolo all'evangelizzazione». Pertanto la via maestra, afferma ancora il Papa, è «lasciarsi riconciliare con Dio e con il prossimo» attraverso la conversione. «La santità non conosce barriere culturali, sociali, politiche, religiose. Il suo linguaggio, quello dell'amore e della verità, è comprensibile per tutti gli uomini di buona volontà. I santi sono i veri protagonisti dell'evangelizzazione» perché con il loro esempio invitano «i credenti tiepidi a riscoprire il "gusto" della Parola di Dio e dei Sacramenti». E nell'indicare questa meta alta della vita cristiana, Benedetto XVI ha parlato anche dei due nuovi dottori della Chiesa, Giovanni d'Avila e Ildegarda di Bingen. La badessa benedettina, in particolare, è una figura che a dispetto dell'epoca in cui ha vissuto (XII secolo) appare assai moderna, avendo coltivato la poesia, la musica e soprattutto la medicina, individuando cure ancora attuali.

© Copyright Il Tempo, 8 ottobre 2012 consultabile online anche qui.

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