VATICANO: PAOLO GABRIELE E' STATO CONDOTTO IN CASERMA E ARRESTATO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 ott.
Dalle 15 di oggi Paolo Gabriele e' nuovamente detenuto nella caserma del Corpo di Vigilanza in Vaticano. L'arresto e' avvenuto su ordine del promotore di giustizia Nicola Picardi.
La revoca dei domiciliari e' scattata dopo che il Tribunale della Citta' del Vaticano ha dichiarato definitiva la pena comminata il 6 ottobre, per il mancato ricorso in appello delle parti. Gabriele deve scontare 18 mesi, dai quali vanno sottratti non solo gli oltre 50 giorni di detenzione preventiva, ma anche tutto il periodo trascorso ai domiciliari, per un totale di quasi 5 mesi.
Restera' dunque in cella circa 13 mesi, a meno che il Papa non conceda prima la grazia.
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VATICANO: GRAZIA ANCORA POSSIBILE PER GABRIELE MA INTANTO PERDE LAVORO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 ott.
"Con il passaggio della sentenza in giudicato Paolo Gabriele dovra' scontare il periodo di detenzione inflitto". Lo afferma una nota della Segreteria di Stato che informa inoltre che "si apre a carico di Gabriele la procedura per la destituzione di diritto, prevista dal Regolamento Generale della Curia Romana". "In rapporto alla misura detentiva - sottolinea pero' il testo - rimane l'eventualita' della concessione della grazia, che, come ricordato piu' volte, e' un atto sovrano del Santo Padre.
Essa tuttavia presuppone ragionevolmente il ravvedimento del reo e la sincera richiesta di perdono al Sommo Pontefice e a quanti sono stati ingiustamente offesi. Se rapportata al danno causato, la pena applicata appare al tempo stesso mite ed equa, e cio' a motivo della peculiarita' dell'ordinamento giuridico dal quale promana".
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2 commenti:
Suvvia che con la probabile assistenza giornalistica scriverà una versione riveduta e corretta delle mie prigioni (dubito la sua cella in gendarmeria somigli a quella di Pellico nello Spielberg) che surclasserà in vendite il codice da vinci sollevandolo da qualsivoglia ipotetica ambascia economica. Il suo atteggiamento nel corso del processo è stato odioso. Altro che conversione e pentimento. Se avesse dimostrato un minimo di sincero rammarico per il dolore provocato al Papa la grazia sarebbe già arrivata, al contrario Gabriele, eroe negativo, è parso gloriarsi dei suoi atti. Una letterina di richiesta di perdono al Papa, definita come "formale" nei contenuti da chi l'ha letta, è davvero poco.
Alessia
Cara Alessia, ti condivido in tutto e per tutto. 13 mesi........ una pena irrisoria se si pensa al danno arrecato al Sommo Pontefice e non solo. Mi chiedo se accadrà, con quale faccia Gabriele possa presentarsi davanti a Benedetto XVI che di sicuro non meritava questo tradimento. Un atteggiamento odioso è stato tenuto anche dai famigliari di Gabriele che non hanno avuto nessuna parola di rammarico per ciò che è accaduto al Santo Padre.
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