lunedì 8 ottobre 2012

Corvi, Avvenire: bene il processo pubblico con i giornalisti (Izzo)

VATICANO: AVVENIRE, BENE PROCESSO PUBBLICO CON I GIORNALISTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 ott. 

Per Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, e' stata giusta la decisione di celebrare in pubblico e con i giornalisti presenti in aula il processo a Paolo Gabriele, e va riconosciuto a giudici e Sala Stampa "l'essere riusciti, nonostante le pressioni dei media di tutto il mondo, a non trasformare il processo in una sorta di reality show". 
"Tutto cio' - sottolinea Salvatore Mazza, il presidente dell'Associazione internazionale dei giornalisti accreditati in Vaticano, che firma l'articolo - e' un ulteriore segnale di un'attenzione che non e' forma, ma sostanza".
"Un po' meno giusto, anzi non poco distorto, invece - denuncia Mazza - come questo processo sia stato generalmente visto, raccontato, commentato. Presentandolo come 'il processo sui vatileaks', che il Vaticano avrebbe istruito in fretta e chiuso in fretta per mettere una sorta di pietra tombale su una vicenda, al di la' di ogni altra considerazione, senza dubbio triste, prima ancora che imbarazzante. E dove i 'veri responsabili' sono, dunque, destinati a restare impuniti". In realta', spiega il presidente dell'Aigav, quello celebrato pubblicamente, il primo da oltre un secolo, "non e' stato un processo sul caso vatileaks, ma un processo per furto. E, come piu' volte ripetuto anche dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, e' possibile che in futuro vengano prese nuove iniziative a seconda di se e quali altre evidenze dovessero emergere". E dunque "il punto da sottolineare oggi e' cio' che questo processo cosi' rapido, e nel medesimo tempo cosi' trasparente, ha messo in evidenza. A cominciare dalla mitezza di una pena erogata al colpevole (al quale 'e' un'eventualita' molto concreta' che il Papa concedera' la grazia, ha specificato Lombardi): per la Chiesa anche la somministrazione della giustizia secolare non puo' mai separarsi dalla misericordia". Perche' "non si smarrisca quella dimensione di amore che, connaturata alla Chiesa, non tradisce la giustizia ma la rende, se possibile, ancora piu' giusta". 

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