CONCILIO: TAURAN, NON SI RIMETTA IN DISCUSSIONE "NOSTRA AETATE"
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 11 ott.
"Il 28 ottobre 1965 i padri conciliari, riferendosi alle tradizioni religiose orientali, non esitavano a affermare che 'la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto e' vero e santo in queste religioni che) non raramente riflettono un raggio di quella verita' che illumina tutti gli uomini".
Lo ha ricordato il cardinale Jean Louis Tauran, capo del dicastero vaticano per il dialogo interreligioso, che ha pronunciato - nel suo intervento al Sinodo - una forte difesa del documento Nostra Aetate, messo sotto accusa dai tradizionalisti. Secondo Tauran, "possiamo forse applicare questo principio ad altre religioni. E in tutti i casi, nonostante le difficolta', le ambiguita' e i passi indietro, nessuna delle parti impegnate in questo dialogo tra credenti l'ha rimesso in discussione".
"Alcuni uomini e alcune donne - ha detto il cardinal e Tauran - hanno avuto il coraggio di perseverare, dimostrando cosi' che il credo religioso ispira la pace, incoraggia la solidarieta', promuove la giustizia e difende la liberta'".
Abbiamo davanti, ha spiegato il capo dicastero ai 262 vescovi di tutto il mondo che partecipano al Sinodo, "la sfida del pluralismo: Dio opera in ogni persona, attraverso vie che solo Lui conosce". "Certo - ha ammesso Tauran - non si tratta di mettere tra parentesi la nostra fede, di arretrare di fronte alle persecuzioni e alle discriminazioni di cui sono vittime molti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle nel mondo, in particolare cristiani".
Secondo il porporato francese, gia' 'ministro degli esteri' di Papa Wojtyla, "bisogna invece denunciare con il massimo vigore la violenza che ferisce e uccide, ancor piu' ingiustificata quando si fa scudo dietro una religione", non rinunicando mai, pero', "a citare anche aspetti positivi come l'amicizia nella quotidianita', che si esprime con gesti di fraternita' e di vicinanza".
"L'armonia tra credenti da' spesso alle societa' di cui essi fanno parte una dimensione spirituale della vita, antidoto alla disumanizzazione e ai conflitti.
Penso, per esempio, alle giornate che abbiamo appena vissuto in Libano", ha ricordato il cardinale, citando il recente viaggio di Benedetto XVI in Libano e il suo incontro con i leader musulmani nel Palazzo Presidenziale di Baabda, dove il Papa aveva riaffermato che "il vivere insieme implica la fiducia nell'altro, il rifiuto della vendetta, il riconoscimento dei propri sbagli e il coraggio del perdono". "Solo allora puo' crescere la buona intesa tra le culture e le religioni, la stima delle une per le altre senza sensi di superiorita' e nel rispetto dei diritti di ciascuna", erano state le parole testuali di Ratinger, ricordate oggi da Tauran che ha riportao nel suo intervento al Sinodo anche le parole del Mufti' del Libano, che aveva riconosciuto: "Per noi musulmani, i cristiani sono una ricchezza". "In mezzo a tanti timori - ha suggerito il cardinale - e' utile citare questi segni positivi che lastricano il lungo cammino che conduce al dialogo sereno e fecondo. "Bisogna sottolineare anche - ha concluso - che la rete televisiva 'Al Jazeera' ha praticamente trasmesso in diretta i diversi incontri di questo viaggio apostolico, il cui messaggio ha potuto raggiungere cosi' milioni di famiglie musulmane".
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