lunedì 6 agosto 2012

50° del Concilio. Il 6 agosto 1962 la promulgazione del Regolamento (Sir)


50° CONCILIO


Con decoro e con ordine


Il 6 agosto 1962 la promulgazione del Regolamento


Mancava l’ultimo atto ufficiale e normativo per la celebrazione del Concilio, giunta praticamente al termine la complessa fase di preparazione e prima che l’assise ecumenica avesse inizio: la promulgazione del regolamento.
Giovanni XXIII vi provvede con la lettera apostolica in forma di motu proprio "Appropinquante Concilio" che reca la data del 6 agosto 1962, festa della Trasfigurazione. Il tono, nonostante il carattere di ufficialità del documento, è quello abituale a papa Giovanni, paterno e confidenziale. Roncalli confessa che il suo animo "si riempie di grande gioia pensando già al prossimo e meraviglioso spettacolo che offrirà la moltitudine dei vescovi riuniti nella città santa di Roma" e si dice fiducioso "che non mancherà l’abbondanza delle benedizioni divine per il buon fine dell’opera cominciata". Nella gioia, ma anche nell’ansia comprensibile dell’attesa, il Papa tuttavia non nasconde le sue preoccupazioni, poiché "il prossimo Concilio, per il numero e la varietà di coloro che parteciperanno alle sue sessioni, è evidentemente il più grandioso di quanti ne siano stati celebrati finora", e quindi "non sarà facile interpretare correttamente le proposte di un’assemblea così numerosa, assecondare il pensiero di molti oratori, esaminare a fondo i voti e i desideri di tutti, così come porre in pratica tutto ciò che sarà deciso". Ancora una volta, però, interviene la fiducia sorretta dalla fede, quell’abbandonarsi nelle mani di Dio, tipico dello spirito giovanneo. "I Padri conciliari", osserva il Papa, "anche se di nazionalità e lingua diverse, sono tutti nostri fratelli in Cristo e tutti agiscono in un unico e medesimo Spirito". 
Da qui la certezza che produrranno frutti "in tutta bontà, giustizia e verità". Perché questi frutti siano abbondanti Giovanni XXIII confida nell’aiuto, soprattutto, di "Dio Onnipotente, che abbiamo invocato in tutte le nostre preghiere per mezzo di Gesù Cristo e per la mediazione della Beata Vergine Maria e del suo sposo Giuseppe, sotto il cui speciale patrocinio abbiamo voluto mettere il Concilio". Auspica infine che il lavoro dei partecipanti alla grande assemblea proceda secondo le norme stabilite , affinché - citando l’apostolo Paolo - "tutto si faccia con decoro e con ordine". 
Segue quindi la formula di rito: "Pertanto, dopo matura riflessione, con questo ‘Motu proprio’ e con la nostra autorità apostolica, deliberiamo e promulghiamo che le seguenti disposizioni e comandamenti siano osservati fedelmente da tutti nel Concilio Vaticano II". 
Il Regolamento, redatto ovviamente in lingua latina (Ordo Concilii oecumenici Vaticani II celebrandi), si compone di 70 articoli, suddivisi in tre parti, per complessivi 24 capitoli. In alcuni articoli si fa espresso riferimento al Codice di diritto canonico, che allora - ricordiamolo - era ancora il Codice Pio-Benedettino. In pratica è trattata tutta la materia regolatoria dello svolgimento del Concilio, dalle persone che ne fanno parte, alle norme riguardanti le sessioni pubbliche, le congregazioni generali, le commissioni conciliari, il tribunale amministrativo, e poi le votazioni, i periti, gli osservatori, fino alle vesti e ai paramenti da indossare a seconda delle occasioni e del proprio titolo da parte dei Padri conciliari, alle precedenze da rispettare negli interventi e alla lingua da usarsi, il latino. Esemplare, nella traduzione letterale, il primo articolo, per la semplicità (quasi ovvia) e la chiarezza (perfino ripetitiva):
"Insieme con il Sommo Pontefice costituiscono il Concilio ecumenico i vescovi e gli altri convocati al Concilio dal Sommo Pontefice, i quali tutti sono chiamati Padri conciliari".


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3 commenti:

Fabio ha detto...

VATICANO II – 50 ANNI DOPO
DON ENRICO FINOTTI

(FEDE & CULTURA - pagine 490)

Parlare oggi del Concilio Ecumenico Vaticano II significa inserirsi in un dibattito acceso. Pare che il confronto con esso implichi il prendere posto in un’aula parlamentare: chi sta alla destra, difensore di una tradizione che ne sarebbe uscita vituperata, chi sta alla sinistra, convinto che tale evento abbia aperto una “breccia di Porta Pia” nel monolitico edificio ecclesiale, consentendo di reinventarne dottrina, morale, liturgia e disciplina.
Quale parte scegliere? Su quali basi? Nessuna delle due: sembrerebbe una condanna a un definitivo silenzio. Tuttavia il cattolico ha una luce, un criterio di discernimento, che gli consente di pronunziarsi in materia con equilibrio e serenità: il Magistero del Papa e dei vescovi in comunione con Lui.
L’Autore del libro intende contemplare il XXI Concilio Ecumenico della Chiesa Cattolica nella sua continuità con l’insegnamento di sempre, assumendo come criterio ermeneutico guida il Magistero autentico della Chiesa, che da allora sino ad oggi non ha mai smesso di far sentire con chiarezza la propria voce.
«Non sarebbe perciò nel vero chi pensasse che il Concilio rappresenti un distacco, una rottura, ovvero, come qualcuno pensa, una liberazione dall’insegnamento tradizionale della Chiesa, oppure autorizzi e promuova un facile conformismo alla mentalità del nostro tempo, in ciò ch’essa ha di effimero e di negativo piuttosto che di sicuro e di scientifico, ovvero conceda a chiunque di dare il valore e l’espressione che crede alle verità della fede. Il Concilio apre molti orizzonti nuovi agli studi biblici, teologici e umanistici, invita a ricercare e ad approfondire le scienze religiose ma non priva il pensiero cristiano del suo rigore speculativo, e non consente che nella scuola filosofica, teologica e scritturale della Chiesa entri l’arbitrio, l’incertezza, la servilità, la desolazione, che caratterizzano tante forme del pensiero religioso moderno, quand’è privo dell’assistenza del magistero ecclesiastico» (Paolo VI).

Anonimo ha detto...

Abbondanza delle benedizioni divine? ?
N'do stanno?
I fedeli hanno abbandonato in massa la Chiesa cattolica e le nazioni un tempo cattoliche sono completamente scristianizzate!
Oh gente cieca e senza futuro devasdtatori della vigna del Signore ove lupi e volpi scorrazzano per colpa vostra,pastori indegni,asini mitrati!

Anonimo ha detto...

si celebra un regolamento che fu subito ribaltatto e sostituito per permettere al nuovo spirito di entrare. e il papa benedì