venerdì 31 agosto 2012

La morte di Martini, l'ultima lezione alla chiesa e al mondo (Galeazzi)

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7 commenti:

Anonimo ha detto...

"... il punto più discusso della cosiddetta legge sul fine vita è proprio l'obbligo all'alimentazione del paziente, considerata terapia cruciale."

Il caso è paragonato a quello di Welby e il "messaggio" di Galeazzi sembra chiaro. Ma è davvero l'ultima lezione di Martini? Però... strumentalizzare così la morte...

Vergogna Galeazzi.

Anonimo ha detto...

La stanno Strumentalizzando tutti questa morte. Tutti.

laura ha detto...

Davanti alla morte bisogna solo tacere e pregare.

un passante ha detto...

siamo alla disinformazione completa. Gli ospedali e gli appartamenti comuni sono pieni di anziani e neoplastici che muoiono come il cardinal Martini, naturalmente, dopo una lunga sofferenza, senza accanimento ma solo con l'ausilio di liquidi introdotti magari per via venosa. Nessuno obbliga un anziano al sondino ma se è lucido il morire di sete non è piacevole e aiutarlo con i liquidi non è accanimento ma significa evitare la disidratazione con una flebo, almeno finchè è cosciente. Eutanasia è fare qualcosa che conduce rapidamente alla morte quando ancora non è magari nemmeno imminente, è diverso

gemma ha detto...

"65. Per un corretto giudizio morale sull'eutanasia, occorre innanzitutto chiaramente definirla. Per eutanasia in senso vero e proprio si deve intendere un'azione o un'omissione che di natura sua e nelle intenzioni procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore. «L'eutanasia si situa, dunque, al livello delle intenzioni e dei metodi usati».76

Da essa va distinta la decisione di rinunciare al cosiddetto «accanimento terapeutico», ossia a certi interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o anche perché troppo gravosi per lui e per la sua famiglia. In queste situazioni, quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile, si può in coscienza «rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all'ammalato in simili casi».77 Si dà certamente l'obbligo morale di curarsi e di farsi curare, ma tale obbligo deve misurarsi con le situazioni concrete; occorre cioè valutare se i mezzi terapeutici a disposizione siano oggettivamente proporzionati rispetto alle prospettive di miglioramento. La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati non equivale al suicidio o all'eutanasia; esprime piuttosto l'accettazione della condizione umana di fronte alla morte.78"

IOANNES PAULUS PP. II - EVANGELIUM VITAE

Unknown ha detto...

Ma quanti di chi in questa occasione strumentalizzano la morte di Martini paragonandola all'eutanasia sedicenti cattolici compresi hanno letto queste parole?

Unknown ha detto...



Evidentemente neanche Galeazzi ha mai letto questa parte dell'Evangelium Vitae..............

distinguere l'accanimento terapeutico dall'eutanasia è scomodo e non fa vendere i giornali fare un titiolo come quello riportato e scrivere un articolo del genere è molto più popolare ! Vergogna!