CHIESA: SCOLA, DA AGOSTINO E AMBROGIO LAICITA' E DIFESA VALORI
Salvatore Izzo
(AGI) - Pavia, 27 ago.
Sant'Agostino e sant'Ambrogio "furono strenui difensori della verita', incuranti dei rischi e delle difficolta' che questo comporta, nella consapevolezza che la fede non mortifica la ragione, ma la compie; e che la morale cristiana perfeziona quella naturale, senza contraddirla, e ne favorisce la pratica".
Lo afferma il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che domani presiedera' la celebrazione liturgica per la festa di Sant'Agostino nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia, dove sono venerate le reliquie del santo vescovo di Ippona.
"Prendendo a prestito espressioni del dibattito contemporaneo - suggerisce il cardinale Scola - potremmo definirli come due paladini della dimensione pubblica della fede e di un sano concetto di laicita'"."Ambrogio ed Agostino - ricorda l'arcivescovo di Milano - vissero i decenni travagliati del passaggio tra l'antico, rappresentato dall'impero romano ormai estenuato ed avviato verso il suo inesorabile declino, e il nuovo che si annunciava all'orizzonte, ma di cui non si vedevano ancora nitidamente i contorni. Furono immersi in una societa' per molti aspetti simile alla nostra, scossa da continui e radicali cambiamenti, sotto la pressione dei popoli stranieri e stretta dalla morsa della depressione economica dovuta alle guerre e alle carestie". "In queste condizioni, pur nella profonda diversita' di storia e temperamenti, Ambrogio ed Agostino - sottolinea il cardinale Scola - furono annunciatori indomabili dell'avvenimento di Cristo ad ogni uomo, nell'umile certezza che la proposta cristiana, se liberamente assunta, e' risorsa preziosa per la costruzione del bene comune".
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