venerdì 1 giugno 2012

Terremoto, il Papa: sgomenta tanta incomprensibile distruzione. Un onore essere alla Scala, intensa l'esecuzione di Beethoven. La gaffe di Lissner (Izzo)


TERREMOTO: PAPA, SGOMENTA TANTA INCOMPRENSIBILE DISTRUZIONE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 giu. 


Davanti alle immagini del terremoto che ha devastato l'Emilia e altre zone del Nord Italia si resta "paralizzati dal dolore per cosi' tanta e incomprensibile distruzione che e' costata vite umane, che ha tolto casa e dimora a tanti". Benedetto XVI ha voluto confidare la sua emozione dopo il Concerto di questa sera alla Scala che, ha detto, "doveva essere una festa gioiosa in occasione di questo incontro di persone provenienti da quasi tutte le nazioni del mondo". Ma non ha potuto esserlo a causa "del sisma che ha portato grande sofferenza su tanti abitanti del nostro Paese"
Il Papa ha parlato di "un'ombra" che turba gli animi di tutti.
"Le parole riprese dall'Inno alla gioia - ha rilevato commentando l'esecuzione della celebre composizione di Beethoven sul testo di Schiller - suonano come vuote per noi, anzi, sembrano non vere. Non proviamo affatto le scintille divine dell'Elisio. Anche l'ipotesi che sopra il cielo stellato deve abitare un buon padre, ci pare discutibile. Il buon padre e' solo sopra il cielo stellato? La sua bonta' non arriva giu' fino a noi?".
"Noi - ha spiegato il Pontefice - cerchiamo un Dio che non troneggia a distanza, ma entra nella nostra vita e nella nostra sofferenza. Non abbiamo bisogno di un discorso irreale di un Dio lontano e di una fratellanza non impegnativa. Siamo in cerca del Dio vicino. Cerchiamo una fraternita' che, in mezzo alle sofferenze, sostiene l'altro e cosi' aiuta ad andare avanti".
Nel suo discorso, Papa Ratzinger ha anche ricordato il ritorno a Milano, l'11 maggio del 1946, di Arturo Toscanini, che quel giorno "alzo' la bacchetta per dirigere un concerto memorabile nella Scala ricostruita dopo gli orrori della guerra". "Narrano - ha detto - che il grande Maestro appena giunto qui a Milano si reco' subito in questo Teatro e al centro della sala comincio' a battere le mani per provare se era stata mantenuta intatta la proverbiale acustica e sentendo che era perfetta esclamo': 'E' la Scala, e' sempre la mia Scala!'". Secondo il Pontefice, "in queste parole e' racchiuso il senso di questo luogo, tempio dell'Opera, punto di riferimento musicale e culturale non solo per Milano e per l'Italia, ma per tutto il mondo. E la Scala e' legata a Milano in modo profondo, e' una delle sue glorie piu' grandi e ho voluto ricordare quel maggio del 1946 perche' la ricostruzione della Scala fu un segno di speranza per la ripresa della vita dell'intera Citta' dopo le distruzioni della Guerra".
"Dopo il concerto di questa sera - ha poi osservato - molti andranno all'adorazione eucaristica - al Dio che si e' messo nelle nostre sofferenze e continua a farlo. Al Dio che soffre con noi e per noi e cosi' ha reso gli uomini e le donne capaci di condividere la sofferenza dell'altro e di trasformarla in amore. Proprio a cio' - e' stata la conclusione del Pontefice - ci sentiamo chiamati da questo concerto". 


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PAPA: UN ONORE ESSERE ALLA SCALA, INTENSA ESECUZIONE BEETHOVEN


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 1 giu.


"Per me e' un onore essere qui con tutti voi e avere vissuto, con questo splendido concerto, un momento di elevazione dell'animo". Benedetto XVI ha ringraziato con queste parole il sindaco Pisapia e il sovrintendente Lissner "ma soprattutto l'Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala, i quattro Solisti e il maestro Daniel Barenboim per l'intensa e coinvolgente interpretazione di uno dei capolavori assoluti della storia della musica". "La gestazione della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven - ha ricordato - fu lunga e complessa, ma fin dal primo movimento, si crea un clima di attesa di qualcosa di grandioso e l'attesa non e' delusa".  Nel suo discorso, il Pontefice ha osservato che "non e' una gioia propriamente cristiana quella che Beethoven canta, e' la gioia, pero', della fraterna convivenza dei popoli, della vittoria sull'egoismo, ed e' il desiderio che il cammino dell'umanita' sia segnato dall'amore, quasi un invito che rivolge a tutti al di la' di ogni barriera e convinzione".
 Il Papa ha letto il suo discorso accnato al direttore d'orchestra, mentre dalla platea e dai palchi il pubblico - compresi i cardinali e le autorita' - era dominato dall'emozione per la musica ascoltata ma anche per quella figura vestita di bianco che per la prima volta ha conquistato il podio della Scala. 


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PAPA: SOVRINTENDENTE DELLA SCALA LO SALUTA CON UNA GAFFE


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 1 giu. 


"Santo Padre il destino ha voluto che questo incontro si tenesse a poca distanza di tempo e di luogo dal grave sisma". Con queste parole che evocano una visione evidentemente non cristiana, il sovrintendente della Scala, Stephan Lissner, ha salutato Benedetto XVI prima dell'inizio del Concerto, comunicandogli la decisione del Teatro di contribuire alla ricostruzione delle zone del Nord Italia colpite dal terremoto. 


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2 commenti:

Caterina63 ha detto...

???
perchè una gaffe?
potrebbe essere invece vera e provvidenziale occasione che a seguito di una sofferenza così grande ed improvvisa, la presenza del Papa potesse in tal modo sollecitare ulteriormente ad una maggiore solidarietà per chi soffre... nel muoversi di persona...

;-)

Anonimo ha detto...

"Non abbiamo bisogno di un discorso irreale di un Dio lontano e di una fratellanza non impegnativa"

...una bella frase per tutti fratellini col grembiulino a Milano ed anche a Roma....