La Basilica della Natività a Betlemme dichiarata patrimonio dell'umanità dell'Unesco
L'Unesco ha incluso oggi, con una procedura d'urgenza, la chiesa della Natività a Betlemme tra i siti patrimonio dell'umanità. La decisione presa a San Pietroburgo con 13 sì, 6 no e 2 astenuti è stata accolta da un lungo applauso della delegazione palestinese, ma anche dalle critiche israeliane che la definiscono “totalmente politica”. Profonda delusione è stata espressa dagli Usa. E’ il primo sito dell’Anp, entrata nell’Unesco dal 2011, ad essere dichiarato patrimonio dell’Umanità. Al microfono di Paolo Ondarza il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa:
R. – Devo chiarire che non è solo la Basilica ma è tutta la città vecchia di Betlemme, che comprende anche la Basilica della Natività ad essere stato dichiarato patrimonio dell’Unesco. Il presidente palestinese Abu Mazen, a suo tempo, aveva espresso le garanzie che non sarebbero stati toccati i diritti delle Chiese, i diritti di proprietà come anche di gestione. Come Chiese ortodosse, cattoliche ed armene, avevamo espresso qualche preoccupazione. Adesso esprimiamo il nostro apprezzamento all’autorità palestinese e ci auguriamo che i luoghi santi restino comunque un’isola esclusa da qualsiasi attività che non sia legata al luogo di culto ed al luogo santo.
D. – I luoghi santi, quindi, continueranno ad essere gestiti esclusivamente dalle comunità religiose oppure cambierà qualcosa?
R. – Non deve cambiare assolutamente nulla. Abbiamo avuto delle garanzie, in questo senso, e ci auguriamo che così resti.
D. – Esprimete perciò il vostro apprezzamento, con l’augurio che la decisione non venga strumentalizzata a livello politico. C’è da dire che alla soddisfazione da parte palestinese ha fatto subito eco la reazione negativa di Israele, che parla di “decisione politica”…
R. – Sì, tutto diventa politica. Noi vogliamo essere lasciati fuori da questi discorsi. I luoghi santi e di culto devono avere dinamiche diverse ed estranee alle questioni politiche locali. Non posso che ribadire quanto già detto.
D. – Ma allora che cosa cambia con l’inclusione della Chiesa della Natività di Betlemme tra i siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco?
R. – E’ sicuramente una nomina di prestigio ed è un primo conseguimento dell’autorità palestinese, come è anche un riconoscimento internazionale di un luogo che comunque era già internazionalmente riconosciuto. Dal punto di vista pratico non cambierà tantissimo se non, forse, una procedura un po’ più burocratica per eventuali interventi. E’ più una questione di prestigio che altro.
D. – Da un punto di vista della conservazione di questo importante sito, che cosa cambia?
R. – Per quanto riguarda la conservazione, la Basilica al momento ha bisogno di una grande opera di ristrutturazione e di conservazione. In ogni caso, con o senza l’Unesco, sarebbe stata eseguita ugualmente con i migliori criteri possibili.
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