giovedì 28 giugno 2012

Ior, direttore generale: i conti sono 33mila, nessuno cifrata. Le Autorità di controllo possono indagare sulle operazioni precedenti al 2010 (Izzo)

IOR: DIRETTORE GENERALE, I CONTI SONO 33 MILA, NESSUNO CIFRATO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 28 giu. 


"Allo Ior non esistono conti cifrati. E' una pratica vietata dalla legge 127 del 2010 emanata da Benedetto XVI ma gia' dal 1996 avevamo procedure informatiche che non non le prevedevano". Lo ha affermato il direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani, incontrando i giornalisti accreditati in Vaticano. "Lo Ior - ha precisato - ha 25 mila posizioni riconducibili prevalentemente a istituti religiosi, diocesi, dipendenti vaticani e singoli sacerdoti diocesani. Gli istituti religiosi che operano in piu' paesi e con diverse valute pero' possono aprire piu' sottoconti pur mantenendo un unica posizione". 
"Benedetto XVI - ha aggiunto Cipriani - non ha conti correnti personali ma essendo 'sovrano assoluto' e' lui a legiferare sullo Ior e puo' disporre dei fondi dell'Istituto". Cipriani ha anche reso noto che l'asset complessivo dello Ior si aggira sui 6 miliardi di euro e che l'utile nel 2010 e' stato girato dal Papa alla Santa Sede, la quale ha ascritto 50 milioni come donazione nel suo bilancio consolidato. "Il bilancio dello Ior - invece - e' certificato dalla Deloitte ma non viene pubblicato, perche' il nostro scopo non e' il profitto ma la soddisfazione dei clienti, cioe' l'aiuto che possiamo dare alle realta' della Chiesa perche' possano operare a favore dei poveri e per l'evangelizzazione". 
Ai giornalisti il direttore generale dello Ior ha assicurato che egli stesso e i suoi collaboratori sono consapevoli del "rischio serissimo di immagine e reputazione" legato alle attivita' dell'istituto, al quale e' esposto il Papa in prima persona e l'intera Chiesa Cattolica. E in questa ottica ha illustrato le procedure che erano in atto da prima della legge antiriciclaggio 127 del 2010 e della successiva 166 del 2011 che ha reso i controlli, ha detto, "anche piu' stringenti". 
"Dal 2004 - ha elencato - avevamo in atto il 'worldcheck', e segnaliamo le 'persone politicamente esposte'". "Dal 2005 - ha continuato Cipriani - il nostro software interno e' conforme al 'Castomer Due Dirigence' e dal gennaio 2010 i bonifici sono collegati a liste Eu e Ofac. Tutto questo era necessario - ha detto il direttore generale dello Ior - anche perche la Citta' del Vaticano potesse coniare gli euro. Abbiamo ricevuto le visite di Moneywal a novembre 2011 e marzo 2012 e ora aspettiamo l'Assemblea Generale che si riunisce a Strasburgo il 4 luglio. Ma - ha scandito - attenzione: non e' lo Ior che entrera' un giorno nella 'white list', e' lo Stato del Vaticano nel suo complesso che viene giudicato". Cipriani ha anche mostrato ai giornalisti lo scambio drammatico di lettere con JP Morgan Chase, che era il principale partner finanziario dell'Istituto e che l'anno scorso gli ha chiuso il conto con la motivazione che lo Ior ha rifiutato di dare chiarimenti. 
"E' una istituzione con la quale da 35 anni eravamo in rapporto e con la quale avevamo un contratto firmato nell'agosto 2010, sottoposto a revisione delle autorita' di controllo italiane. Avevamo avuto una lettera di richiesta di informazioni su conti e correntisti (e cioe' sulla prassi dei conti cointestati, se ci sono delegati ad operare sui conti, chiarimenti sull'origine dei fondi e sulla loro congruita)', tutti dati che erano gia' a disposizione dell'Aif vaticana e che a questa andavano richiesti". "Dopo una conference call - ha concluso il direttore generale - ci hanno detto che la risposta era sufficiente, infine unilateralmente hanno chiuso il conto". 


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IOR: AUTORITA' DI CONTROLLO POSSONO INDAGARE SU PERIODI ANTE 2010

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 28 giu. 


Lo Ior intende essere una "casa di vetro". Per questo per la prima volta nella sua storia ha autorizzato un gruppo di giornalisti di diversi paesi a visitare la sua sede nel Torrione Nicolo V. Tra le notizie comunicate dal direttore generale, Paolo Cipriani, anche la precisazione che l'Autorita' d'Informazione Finanziaria puo' richiedere chiarimenti anche sulle operazioni precedenti al 2010, cioe' all'atto della sua costituzione. Inoltre, ha tenuto a chiarire Cipriani, "non corrisponde al vero che dopo l'entrata in vigore della legge antiriciclaggio 127 del 2010 ci sia stata una fuga di capitali dallo Ior". 
"I nostri depositi - ha sottolineato il direttore generale dello Ior - sono stabili da diversi anni senza che ci siano stati mai cali rilevanti". In merito all'impiego dei fondi raccolti, Cipriani ha precisato che lo Ior "non ha nessun tipo di rapporto con Sati offshore" e che gli investimenti in azioni sono circa il 5 per cento. Evitiamo rischi e quindi non abbiamo una remunerazione alla Soros", ha spiegato. "Il nostro scopo - ha aggiunto - e' aiutare l'operativita' della Chiesa Cattolica e delle sue istituzioni nel mondo, a beneficio del Vangelo e dei poveri. Per questo siamo piuttosto un istituto finanziario che offre anche consulenze e non una banca vera e propria, per esempio non abbiamo rapporti di corrispondenza con le altre banche, noi apriamo conti per emetetre assegni circolari ma non accettianmo conti di altre banche". 
"Dal 2008 - ha assicurato Cipriani - abbiamo cercato cambiare volto all'Istituto, per adeguarlo alle necessita' e alle reegole di un mondo finanziario sempre in divenire ma soprattutto per essere fedeli all'etica cattolica". "Siamo chiamati - ha spiegato il direttore dello Ior - a custodire e amministare beni mobili e immobili di persone giuridche e fisiche ben determinate e identificate. 
E lo facciamo a favore delle opere di religione: qui dentro siamo 112 dipendenti e sei dirigenti, tutti cattolici credenti, e perseguiamo unicamente gli interessi della Chiesa e prima di tutto del Santo Padre. Per questo abbiamo bisogno di essere presenti dove e' necessario che la Chiesa sia assistita, attualmente in 150 paesi dove sonoo presente diocesi che abbiamo il dovere di sostenere". 
"I nostri filtri di controllo - ha aggiunto Cipriani - sono molto rigidi: dobbiamo essere capaci di dire molti no. 
Tutte le operazioni sospette vengono fermate e chiediamo chiarimenti prima di dare corso". In ogni caso - ha detto ancora il direttore dello Ior - per sgombrare il campo da dubbi segnalo che tutti i bonifici in entrata sono sottoposti a procedure interne di adeguata verifica e che essi devono essere comunque eseguiti da una banca ordinante gia' sottoposta alle verifiche della autorita' del Paese dove opera. Noi dunque facciamo le nostre verifiche, ma la stessa attenzione devono mettercela anche gli altri". 
Il direttore dello Ior ha anche precisato che il sistema dei codici alfanumerici relativi a singole operazioni e che vengono immessi nel sistema internazionale e' lo stesso in uso nelle banche italiane e straniere e non significa che ci siano operazioni non chiare: "basta che le autorita' chiedano di 'aprire' il codice e tutte le informazioni - sul singolo bonifico ha giurato Cipriani - sono disponibili, compresi ordinante, beneficiario e motivo della transazione, come e' previsto dai moduli stessi che utilizziamo". 


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo Cipriani,una chiarezza che abbiamo atteso invano da Gotti Tedeschi...