giovedì 22 marzo 2012

Mentre Maciel aveva per anni goduto di ormai comprovate connivenze in Vaticano, Ratzinger non ha avuto pietà e ha letteralmente decapitato la congregazione, commissariandola (De Robertis)

Papa, un viaggio pieno di insidie

di Pier Francesco De Robertis

Roma, 22 marzo 2012

Tutti i viaggi dei papi sono «difficili» perché il successore di Pietro si muove quasi sempre in realtà in bilico e perché si svolgono sovrapponendo piani diplomatici e pastorali spesso poco combinabili.
Ma questo che Benedetto XVI compirà da domani fino a mercoledì prossimo in Messico e Cuba è uno dei viaggi più impegnativi di tutto il pontificato del Papa tedesco. Alle incognite politico/internazionali si aggiungono tra l’altro quelle relative alla salute, perché per un anziano 85enne sofferente di ipertensione varcare due volte l’oceano in sei giorni e presenziare a una serie di adunanze pubbliche non è certo come passeggiare nei giardini vaticani. Ratzinger riprende così dopo molto tempo a fare quei lunghi viaggi che erano un’abitudine per Woytjla e che a lui i medici avevano espressamente vietato.
Ma è soprattutto l’impatto con la sfaccettata realtà messicana e con una Cuba in piena evoluzione a preoccupare il Papa. Il Messico, dove arriverà domani alle 23 ora italiana, è un paese fortemente cattolico, ma è anche la patria di quei Legionari di Cristo del prete pedofilo tossicomane Marcial Maciel con la cui ombra adesso il Pontefice dovrà fare i conti.
Su questo argomento Benedetto XVI ha la coscienza a posto: mentre infatti Maciel aveva per anni goduto di ormai comprovate connivenze in un Vaticano che riceveva finanziamenti da lui e dal suo amico Carlo Slim e nello stesso tempo chiudeva un occhio sulle numerose denunce di abusi che arrivavano a Roma, Ratzinger non ha avuto pietà e ha letteralmente decapitato la congregazione, commissariandola. Ma nessuno in Messico lo ringrazierà e saranno possibili contestazioni sia dai nostalgici di Maciel (morto nel 2008) sia da anticlericali che rimproverano al Vaticano i troppi passati silenzi sul caso.
Insidie diverse a Cuba, dove il Papa non dovrebbe incontrare Fidel Castro, ma solo il fratello Raul, al potere dal 2008. L’incontro non avrà l’impatto geopolitico che ebbe nel 1998 la visita di Giovanni Paolo II, e piuttosto metterà di fronte due realtà comunque in una fase di transizione. Nessuno sa che cosa saranno la Chiesa e Cuba tra cinque anni o dieci anni, tutti immaginano che saranno diverse da come appaiono adesso.

© Copyright Il Resto del Carlino, 22 marzo 2012 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho lettosu google mexico che Slim azionista al 7,3 del NYT (fonte http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-11-18/messicano-carlos-slim-shopping-174831.shtml?uuid=AawXoeME)
assisterà alla messa papale.
Alessia