martedì 27 marzo 2012

Padre Lombardi: Chiesa viva nella società cubana, ma c’è ancora un cammino da fare (R.V.)

Padre Lombardi: Chiesa viva nella società cubana, ma c’è ancora un cammino da fare

Il Papa è rimasto sorpreso dal numero di persone che lo hanno accolto a Cuba: un vero e proprio bagno di folla che lo ha seguito lungo il tragitto di circa 10 chilometri che lo ha portato dall’aeroporto all’arcivescovado di Santiago di Cuba. Lo ha riferito padre Federico Lombardi, in un briefing per i giornalisti. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha anche detto che un incontro di Benedetto XVI con l’ex leader cubano Fidel Castro è possibile. Ma sull’accoglienza del Papa nell’isola caraibica, ascoltiamo padre Lombardi al microfono di Luca Collodi:

R. - Si vede che l’attesa era molto viva, perché abbiamo visto tantissime persone che sono venute ad aspettare il Papa, con molta gioia e con molto ascolto. La circostanza qui è molto bella, perché è l’anno giubilare della Virgen de la Caridad del Cobre, che è un po’ la madre spirituale dei cubani, da loro tanto amata e venerata. Il fatto che il Papa sia venuto a venerarla insieme a loro, naturalmente tocca il loro cuore. Il Papa può però fare molti discorsi che riguardano la vita della Chiesa in questa isola: una Chiesa che viene da situazioni difficili e che sta, in un certo senso, rinascendo con una testimonianza molto pura e molto vivace di carità e di presenza attiva e umile nella vita della sua gente e una vicinanza anche ad un popolo che cerca e che spera, che vive situazioni difficili, ma che spera di avere un futuro, un futuro migliore, in quella prospettiva che Giovanni Paolo II aveva saputo annunciare così bene ed efficacemente quando diceva che Cuba si apre al mondo e che il mondo si apra a Cuba: parole che rimangono di perfetta attualità anche oggi.

D. - Cuba sembra in qualche modo riscoprire la fede, anche grazie al Giubileo mariano: un percorso che porta ad una riconciliazione del Paese…

R. - Questo è quello che si spera, è quello che il Papa vuole annunciare e che vuole proporre come una via di pace e anche di costruzione di una società riappacificata e capace di guardare in avanti, con nuovo entusiasmo. Bisogna, però, farlo: non basta dirlo e quindi il Papa sa bene che lancia dei messaggi, che poi devono essere messi in pratica dalle persone che lo ascoltano, dalla Chiesa che lo ascolta e anche dalle persone di buona volontà che vogliono ascoltarlo.

D. - In questo cammino la Chiesa locale è molto attiva…

R. - Sì, la Chiesa locale di Cuba da parte di coloro che la conoscono viene descritta come una Chiesa vivace e come una Chiesa che può dare un contributo importante alla situazione del suo popolo, che è un popolo che ha bisogno anche di speranza e che viene da una situazione in cui anche l’ideologia marxista lo ha privato di valori spirituali che facevano parte della sua tradizione e che, quindi, deve rivivificare un po’ la sua radice spirituale. La Chiesa si manifesta vitale e si manifesta anche un’istituzione che si merita il rispetto e che quindi è capace anche di interloquire con le autorità della società cubana, come probabilmente nessun’altra istituzione oggi è in grado di fare. Questa è una grande responsabilità, ma anche - speriamo - un bellissimo contributo che la Chiesa può dare.

D. - Il dialogo tra Chiesa e Stato fa anche ben sperare per gli sviluppi futuri della società cubana …

R. - Certamente, il rapporto tra Chiesa e Stato, il fatto dei buoni rapporti tra la Santa Sede e lo Stato cubano, questi buoni rapporti - diciamo - facilitano o vogliono aiutare ed essere al servizio dei buoni rapporti tra la Chiesa locale e la società in cui vive e le autorità della nazione, perché poi la Chiesa vive nei diversi luoghi e lì c’è la concretezza quotidiana del suo operare. Quindi i buoni rapporti tra la Santa Sede e Cuba sono al servizio di questa presenza viva, umile ma costruttiva, della Chiesa locale. Questa certamente è una bella realtà. Bisogna, però, che si possa sviluppare. Il Papa vuole anche contribuire a questo dicendo che si è fatto un cammino in questi anni, ma c’è ancora un ulteriore cammino da fare, tante cose che si possono migliorare per dare anche alla Chiesa più spazi di attività, per esempio in campo educativo, in campo comunicativo, in campo sanitario….

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